Zapponeta/Manfredonia – Avvenire, La Macchia: “Rizzi poteva pagare i lavoratori”
“L’EX sindaco Rizzi poteva pagare i lavoratori dell’Avvenire, società vincitrice a Zapponeta del servizio della nettezza urbana.
E’ quanto risulta dalla proposta dell’Amministratrice unica della srl con l’applicazione di quanto disposto nell’articolo 5 del DPR n.207/2010 (regolamento di attuazione del codice dei contratti pubblici) per il pagamento diretto delle retribuzioni da parte della stazione Appaltante.
Vale a dire il Comune”. A dirlo a Stato è Fabio La Macchia, attuale capogruppo – come lo stesso riferisce – del movimento politico Giovani e Futuro.
“Già nel marzo 2012, avevamo chiesto all’allora sindaco Rizzi di pagare le mensilità arretrate direttamente dalle casse del Comune di Zapponeta e poi pagare l’Avvenire al netto degli stipendi”.
“Il tempo ci ha dato ragione: la nostra politica non era demagogica, le proposte della coalizione Giovani e Futuro erano e sono state nel rispetto delle leggi. Il sindaco Rizzi non è stato di certo un buon amministratore, curando solo gli affari di partito e non i diritti sacrosanti dei lavoratori per la dovuta retribuzione. Il sindaco Rizzi – dice La Macchia – aveva l’obbligo morale di pagare le 8 mensilità arretrate della società Avvenire che accusava il Comune di non pagare il servizio della nettezza urbana e con lo stesso Comune che accusava l’Avvenire di non effettuare il servizio”.
“Ricordiamo che molte famiglie degli operai versavano – e versano – in una situazione economica disagiata, con bollette delle utenze Enel e AQP arretrate e persino con distacchi del servizio elettrico. L’Amministrazione Rizzi doveva intervenire per restituire la dignità ad ogni singola famiglia”.
Con missiva del 9 agosto 2012, l’A.U. della srl barese ha chiesto al Commissario Straordinario del Comune di Zapponeta di farsi carico delle 8 mensilità arretrate, di ciascun lavoratore. “Speriamo che il funzionario Prefettizio prenda in seria considerazione tale proposta e corrisponda, anche se con molto ritardo, il giusto salario, a chi ha lavorato per l’Ente Comunale”, termina La Macchia.
da Stato Quotidiano