FOGGIA – I «Riuniti» non pagano la raccolta – Via i cassonetti dall’ospedale di Foggia
Non sono mai stati versati soldi per la rimozione – I bidoni spostati all’esterno della cittadella sanitaria
L’azienda ospedaliera universitara «Riuniti» non ha mai pagato all’Amica spa la rimozione, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti all’interno della sua area.
Un servizio per il quale era indispensabile una convenzione che, dal 2005, nessuno dei cda della società comunale dei rifiuti ha sottoposto alla dirigenza degli Ospedali Riuniti.
A differenza dei rifiuti speciali, raccolti da un’altra società smaltimento regolarmente pagata, gli Ospedali hanno usufruito gratuitamente di un servizio che, insieme ad altri, ha pesato sul bilancio della fallita società comunale.
Qualche giorno fa la curatela fallimentare di Amica ha rimosso tutti i cassonetti interni alla zona ospedaliera, dopo aver formalmente inviato un preavviso all’ospedale. Da febbraio gli Ospedali Riuniti hanno ricevuto lettere di sollecito per la firma della convenzione, senza mai rendersi disponibili.
I cassonetti sono stati posizionati all’esterno della cittadella ospedaliera sia in via Pinto che in via Napoli, dove la società Amica continuerà a svuotarli. Ma per il servizio «a domicilio» l’ospedale dovrà pagare quanto dovuto. Immediata la protesta dei vertici del Riuniti, che hanno scritto al prefetto e al sindaco.
Stando alle lettere inviate in questi mesi alla dirigente della struttura Affari generali del policlinico foggiano, la curatela ha più volte invitato i vertici dell’ospedale a mettersi in regola. Ma nulla è accaduto. In un primo momento, dall’ospedale si rispondeva che l’area all’interno della zona ospedaliera è pubblica e, quindi, bastava il pagamento della Tarsu.
Poi il 20 luglio scorso gli Ospedali Riuniti hanno cambiato posizione. In una lettera inviata ad Amica sottolineavano che era stata valutata la proposta, si chiedevano delle integrazioni e delle modifiche ma che, comunque, nel frattempo si stavano «predisponendo gli atti necessari per l’eventuale attivazione della procedura concorsuale per l’affidamento del servizio in oggetto».
Insomma, la questione dell’area pubblica sembrava non essere più un elemento di contenzioso.
Ma a quel punto la curatela fallimentare ha deciso di rimuovere i cassonetti all’interno, perché il servizio continuava a non essere pagato. Immediata la protesta del direttore generale, Tommaso Moretti, che insieme al direttore sanitario e a quello amministrativo hanno scritto al prefetto e al sindaco di Foggia, riproponendo la tesi di non dover pagare alcunchè.
«In considerazione della funzione assolta dall’ospedale sul territorio – si legge nella lettera – costituendo area aperta al pubblico, si chiede la riposizione con effetto immediato dei cassonetti nell’area ospedaliera in modo da essere messa in condizione di poter operare nel rispetto del decoro, dell’igiene e della sicurezza dei propri operatori e della cittadinanza».
Antonella Caruso da Corriere del Mezzogiorno/Foggia
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