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La cultura balbetta quando si tratta di fare sistema

Pubblicato: venerdì, 21 dicembre 2012 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

La scarsa presenza dell’editoria dauna in seno all’Ape

La cultura come rete e come sistema.

La cultura balbetta quando si tratta di fare sistema

Ovvero la sola, possibile dimensione che può trasformare la cultura stessa in impresa, in motore dell’economia.

Ma, mentre il resto della Puglia galoppa verso questo orizzonte, la Capitanata annaspa.

 
Se n’era parlato già l’estate scorsa, a proposito del calendario estivo degli eventi pubblicato da Pugliapromozione, e che sostanzialmente fotografava le manifestazioni comprese nel portale Puglia Events.
Il problema si è riproposto in occasione del lancio di Discovering Puglia, la bella iniziativa dell’assessorato regionale al Mediterraneo per favorire la destagionalizzazione del turismo.

Anche in questo caso, la presenza della Capitanata tra le attività e gli eventi compresi nel “pacchetto” regionale è piuttosto leggera, con alcune clamorose assenze come Vieste, San Marco in Lamis, Lucera e la stessa Foggia.
Ogni volta che si deve rispondere ad un bando o a un avviso pubblico, ogni volta che si tratta di progettare la cultura, e si devono sistematizzare le idee, pianificare gli obiettivi, elaborare programmi di qualità, la nostra terra balbetta.
Un esempio forse ancora più amaro giunge da un settore cardine dell’impresa culturale, qual è quello dell’editoria.

 

Da qualche anno è stata costituita l’Ape, l’associazione pugliese degli editori, che si sta segnalando per la frequente e qualificata partecipazione alle fiere specializzate.
All’inizio di dicembre, gli editori pugliesi aderenti all’Ape hanno partecipato con molto successo alla fiera di Roma Più libri più liberi, con la Regione Puglia.

 

Le vendite sono state così interessanti da spingere qualcuno degli editori partecipanti ad affermare che la crisi nera che ha colpito le grandi case editrici, sembra non non avere neanchelambito i piccoli editori, grazie anche alla solerzia con cui hanno afferrato le opportunità connesse all’innovazione tecnologica. Con la stampa on demand, si riduce il magazzino (e i suoi costi), si riducono le tirature, si può dire quasi che si stampi su ordinazione.

da Quotidiano di Foggia

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