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SAN NICANDRO GARGANICO – Mafia garganica: 4 arresti

Pubblicato: mercoledì, 3 ottobre 2012 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

Nel mirino del gruppo criminale politici, imprenditori e la ditta di rifiuti “Enerambiente spa”: diversi gli attentati compiuti

Sono accusati a vario titolo di estorsione continuata in concorso con l’aggravante di aver agito con modalità mafiose, nonché di possesso ed utilizzo di carte di credito clonate e falsificate. i quattro destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Bari, Marco Guida, su richiesta dei pm Giuseppe Gatti della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo pugliese e Domenico Seccia della Procura della Repubblica di Lucera applicato alla Dda. Le ordinanze sono state eseguite alle prime ore dell’alba dai carabinieri della compagnia di San Severo nei confronti di Gennaro Giovanditto, 38enne, Michele Scanzano, 45enne (per entrambi misura cautelare della custodia in carcere), Salvatore Costanzo, 32enne della provincia di Caserta e di un quarto soggetto allo stato irreperibile e attivamente ricercato (per questi ultimi due è stata emessa la misura cautelare degli arresti domiciliari). L’attività investigativa svolta dai carabinieri è stata denominata “Remake 2”. Si tratta, infatti, di una costola dell’omonima indagine che ha portato nel settembre 2009 all’arresto per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e altri gravi reati di 14 soggetti legati a clan mafiosi garganici.
L’indagine, svolta tra il settembre 2008 e il marzo 2009 ha permesso di documentare tutta una serie di estorsioni consumate e tentate poste in essere dal sodalizio criminale capeggiato da Giovanditto (attualmente condannato con pena definitiva per mafia) ai danni di realtà imprenditoriali di San Nicandro Garganico, nonché velati tentativi di pressione a politici locali finalizzati ad ottenere concessioni per la realizzazione di parchi eolici, fotovoltaici e del centro smistamento rifiuti comunale su terreni agricoli nella disponibilità della consorteria.
Nell’ambito delle attività investigative sono stati documentati, tra gli altri, il tentativo di estorsione posto in essere dagli indagati ai danni della società veneta “Enerambiente spa”, aggiudicataria dell’appalto della gestione quinquennale del servizio di raccolta rifiuti nel Comune di San Nicandro Garganico, “oggetto nell’agosto 2008 di una serie di eclatanti atti intimidatori“, tra cui l’incendio di alcuni mezzi aziendali e di 400 cassonetti della nettezza urbana; nonché l’estorsione consumata ai danni di un imprenditore edile locale, anch’egli vittima del danneggiamento di alcuni mezzi d’opera in conseguenza del ritardo nel pagamento di una delle 4 rate da 1.500 euro imposto dal sodalizio malavitoso. Il primo episodio risale all’agosto del 2008 quando un dipendente della ditta “Enerambiente spa” ha subito una richiesta estorsiva, alla quale i responsabili dell’azienda veneta non cedevano. Il mancato pagamento del “pizzo” ha scatenato la reazione del gruppo criminale, che a pochi giorni dalla richiesta, ha incendiato alcuni grossi mezzi dell’azienda, parcheggiati all’interno di una zona recintata. In quella circostanza, diversamente dalle aspettative degli estorsori, l’Enerambiente ha deciso di trasferire i mezzi all’interno del campo sportivo di San Nicandro Garganico. Le rivalse nei confronti della ditta sono proseguite con la commissione di un altro attentato incendiario, verificatosi la notte tra il 26 ed il 27 agosto 2008, quando è stato appiccato il fuoco a ben 400 cassonetti della spazzatura utilizzati dalla ditta per la raccolta rifiuti e situati all’interno del campo sportivo. L’altra estorsione accertata nel corso delle indagini riguarda un noto imprenditore sannicandrese titolare di una impresa di movimento terra. Quest’ultimo, sempre nel mese di agosto 2008, è stato avvicinato dagli estorsori i quali, rivendicando il danneggiamento di un escavatore di proprietà della ditta avvenuto pochi giorni prima, richiedevano di completare, come pattuito, il pagamento della tangente pari a 6mila euro, mediante il versamento di un’ ulteriore rata da 1.500 euro.
Ma le minacce esplicite e i danneggiamenti non erano l’unico modo utilizzato del gruppo composto da Giovanditto, Scanzano e Gianluca Protino (deceduto nel carcere di Teramo dove si è suicidato nell’aprile 2010) per lo svolgimento dell’attività estorsiva. Spesso le espressioni verbali utilizzate dagli indagati per avanzare le richieste erano solo all’apparenza pacate ed accomodanti.
Le indagini hanno permesso di appurare la partecipazione alle attività criminali del clan, di due soggetti di origini campane (destinatari delle misure degli arresti domiciliari), specializzati nell’utilizzo di carte di credito clonate e falsificate, utilizzate per effettuare presso numerosi esercizi commerciali una serie di operazioni di acquisto, talvolta simulato, di beni e servizi di rilevante importo economico. Le operazioni venivano compiute con il beneplacito dei negozianti, che ricavavano facili guadagni percependo una percentuale della somma incassate, che poteva arrivare anche al 50% dell’intero ammontare dell’operazione. Si trattava sempre di spese ingenti e inverosimili: si passava dal pagamento del corrispettivo di un fantomatico pranzo pari a 7.500 euro, al pagamento della spesa presso un alimentari dell’ammontare di 400 euro, all’acquisto di abbigliamento del valore di 21mila euro.
da Daunia News

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