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LUCERA – «Così disboscavano il Gargano per realizzare strutture turistiche»

Pubblicato: lunedì, 8 ottobre 2012 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

Il gip che ha firmato gli arresti: in quell’area è vietata l’edificabilità. Al via gli interrogatori

Inizieranno questa settimana gli interrogatori delle cinque persone coinvolte nell’operazione «Neverland», coordinata dalla Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Bari, dalla procura di Lucera e portata a termine dai carabinieri del Nucleo operativo e ecologico e dalla Guardia forestale che hanno scoperto un gran numero di presunti abusi edilizi su gran parte del Gargano e all’interno del parco nazionale.

«Deus ex machina» dell’intero ingranaggio portato alla luce sarebbe, come lo ha definito lo stesso procuratore capo di Lucera, Pietro Carlo Follieri, ingegnere e attuale direttore dell’ufficio tecnico del comune di Vico del Gargano: con lui, ai domiciliari, sono finiti anche Luigi Palmadessa, un geometra dipendente dello studio di Follieri, gli ingegneri Alessandro Vitacchione e Giuseppe Marino e un altro geometra, Lorenzo De Nittis.

Per loro e per le altre 19 persone indagate le accuse sono di falso in atto pubblico e corruzione. E in attesa degli interrogatori a parlare è l’avvocato Gianluca Ursitti, legale di Follieri che spiega che la vicenda «sarà chiarita in sede di interrogatorio di garanzia, dove avremo modo di spiegare fatti e circostanze.

Per il momento – aggiunge l’avvocato – preme evidenziare che l’assunto accusatorio è stato di gran lunga ridimensionato dallo stesso gip che ha emesso la misura, che ha escluso la sussistenza degli indizi in ordine alla gran parte delle accuse, ivi compresa quella di associazione per delinquere».

Secondo quanto ipotizza l’accusa, gli arrestati avrebbero realizzato opere edilizie in un territorio protetto, come il Parco nazionale del Gargano, senza alcuna autorizzazione e favorendo ditte e amici a loro vicini. Tra le opere incriminate la realizzazione di una piscina costruita all’interno del Camping internazionale del gruppo Saccia alberghi e Viaggi srl, in località Baia di Santa Barbara. Una piscina in cemento armato «realizzata – scrive il gip – all’interno della fascia I del Parco in cui è vietata l’edificabilità in assoluto, anche di recinzioni». Così come ha colpito l’attenzione degli inquirenti la concessione rilasciata per la realizzazione di un anfiteatro e annesso centro commerciale sempre per lo stesso gruppo Saccia. Anche in questo caso l’opera ricade nella I fascia costiera: nel permesso, invece, si attesta che «l’intervento interessa un’area urbanizzata ed antropizzata per cui non ha incidenze significative sul sito». Gli inquirenti dicono che i 1750 metri quadrati, che avrebbero dovuto ospitare le opere, sono stati disboscati però proprio per consentire quegli interventi.
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Luca Pernice da Corriere del Mezzogiorno/Foggia

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