FOGGIA – DAL PETROLCHIMICO ALLA PETROCELTIC. PERCHE’ E’ IMPORTANTE ESSERCI A MANFREDONIA, IL 6 OTTOBRE » Ultime notizie da Foggia e dalla Provincia di Foggia
Offerte speciali Prezzi 10 e lode
GBC FOGGIA - ELETTRONICA E COMPONENTI ELETTRONICI Ristorante Foggia Terra Arsa
www.facebook.com/MongolfieraFoggia
Foggia cresce? leggi le email o invia un email a [email protected]



FOGGIA – DAL PETROLCHIMICO ALLA PETROCELTIC. PERCHE’ E’ IMPORTANTE ESSERCI A MANFREDONIA, IL 6 OTTOBRE

Pubblicato: venerdì, 5 ottobre 2012 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

Per quello che può valere (da sempre sono socio di Legambiente e quando posso sostengo le campagne di Greenpeace, WWF, FAI, LIPU, Marevivo) voglio invitare e rafforzare l’appello alle Associazioni Ambientaliste, per la mobilitazione NO TRIV! di Manfredo nia. D’altra parte i ricorsi al TAR Lazio che tutti noi (associazioni per prime) abbiamo contribuito a realizzare, sono una spruzzata significativa di questa Onda Lunga contro le piattaforme petrolifere.
Perchè è importante esserci a Manfredonia:
Le sentenze del TAR del Lazio pubblicate il 1° ottobre 2012, annullano l’autorizzazione ambientale alle prospezioni geosismiche per le future piattaforme petrolifere in Adriatico a largo delle Isole Tremiti, e riguardano le prime due richieste dalla Petroceltic Spa.

Queste sentenze renderanno più festosa la prossima manifestazione NO TRIV del 6 ottobre a Manfredonia.

Saranno necessarie altre opposizioni per contrastare le miriadi di richieste presentate per trivellare l’Adriatico, per questo il movimento No Triv è un’onda lunga e sa dove arrivare. Dei tre ricorsi al Tar Lazio (un ricorso è stato presentato generosamente da cinque comuni del Gargano: Manfredonia, Vieste, Peschici, Rodi e Vico; un altro ricorso è stato presentato dalle associazioni ambientaliste nazionali: WWF, Legambiente, Lipu e FAI, la terza dalle Regioni Puglia, Molise e Abruzzo+ la provincia di FG ad adiuvandum), una sentenza, in particolare, chiarisce bene il diritto ambientale ed è quella che risponde alla Regione Puglia e alla Provincia di Foggia: il Diritto “riconosce alla Regione Puglia di essere considerata regione direttamente interessata dalle prospezioni” (questo pur consapevoli che il Ministro dello Sviluppo economico può decidere senza preoccuparsi di ciò che le regioni pensano degli impianti offshore).

Dunque, le richieste di prospezioni geo-sismiche, pur riguardando la Regione Molise, nei fatti si trovano a ridosso delle Isole Tremiti e la Regione Puglia ha diritto di esprimere parere.

E’ una questione procedurale, ma per i No Triv rafforza il concetto: l’Adriatico per sua conformazione di mare chiuso è un unico territorio dove non sono pensabili confini. Per questa ragione, in caso di incidente ad una piattaforma, i rischi ambientali a cui vengono esposti sia il patrimonio di biodiversità sia le risorse naturali della pesca, ricadono su tutte le comunità che vivono di mare. Questo anche per spiegare a quanti, fino alla manifestazione di Termoli, si erano presentati timidamente, quasi obbligati a prendervi parte, convinti che la garanzia “ambientale” potesse essere soddisfatta semplicemente aumentando le distanze tra l’Area Marina Protetta delle Isole Tremiti e le varie concessioni petrolifere.
Vale la pena ricordare che la manifestazione del prossimo 6 ottobre a Manfredonia è solo una tappa di un movimento popolare No Triv!

Iniziato nel 2010 ha attraversato altre piazze: Lesina, Termoli e Isole Tremiti con Lucio Dalla, più volte Monopoli.

La Città del Golfo è già stata al centro delle più importanti battaglie ambientaliste ed ecologiste nazionali, a partire dagli anni ottanta in poi. Particolarmente accese perché venisse riconosciuto il diritto della comunità sipontina di essere risarcita per i danni ambientali e per quelli alla salute umana, causati dell’inquinamento dovuto alla presenza in città (vedi Taranto) del Petrolchimico Anic poi Enichem Agricoltura. Alla fine degli anni ottanta le donne di Manfredonia iniziarono una difficile vertenza alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha riconosciuto il loro diritto ad essere risarcite del danno ambientale, poiché l’inquinamento aveva violato il domicilio delle donne ricorrenti (questa metafora spiega meglio il senso dell’incidente rilevante in Adriatico e le conseguenze su tutto l’ecosistema per il gioco delle correnti). Non solo. Manfredonia è stata la città che più di altre in Italia ha visto applicato il principio della Direttiva Europea del “chi inquina paga”, meglio conosciuta come Direttiva Severo. Infatti l’ENI non solo ha smantellato interamente il Petrolchimico, sta pure effettuando le bonifiche.
Manfredonia, chiusa la partita con il vecchio modello industriale. ha ripensato la sua dimensione di Città di Mare, e il 6 ottobre accoglierà una manifestazione NO TRIV con l’aria che sa di mare e non di fumi, ciminiere, ammoniaca e arsenico. Dopo quasi 20anni dalle sue ultime popolari manifestazioni di piazza, a Manfredonia quella ferita dell’industria petrolchimica, smantellata, (e il conflitto tra diritto al lavoro e diritto all’ambiente e alla salute) si sta rimarginando. Sicuramente molto altro ci sarà da fare, ad iniziare dallo scongiurare i pericoli di piattaforme petrolifere o depositi di gas costieri. Il dramma di quell’industria è invece tuttora mostruosamente presente a Taranto, a Brindisi, a Falconara a Porto Marghera, in Val d’Agri (l’elenco è ben più lungo).

Senza tralasciare l’osservazione di come il nostro mare sia stato riempito di insidie ambientali: non dimentichiamo le bombe al fosforo disperse nel basso Adriatico, non dimentichiamo le navi dei veleni che ora discaricano container, e che fino al 1989 scaricavano gli scarti di sali sodici delle lavorazioni dei petrolchimici; non dimentichiamo i delfini morti a causa di quelle discariche.

Così come non dimenticheremo del 2009 lo spiaggiamento sul Gargano dei sette cetacei.

Ormai si conosce la reazione ecologica e comportamentale quando questi grandi mammiferi marini vengono disturbati e disorientati a causa delle onde sonore provocate dalle esplosioni degli air guns, le bombe ad aria compresa utilizzate per cercare il giacimento di petrolio.

Gianfranco Eugenio Pazienza

RETE NO TRIV

Condividi in Facebook
Inizio pagina

Scrivi un commento