BARI – Dentamaro: «Sulle Province non si torna più indietro» » Ultime notizie da Foggia e dalla Provincia di Foggia
Offerte speciali Prezzi 10 e lode
GBC FOGGIA - ELETTRONICA E COMPONENTI ELETTRONICI Ristorante Foggia Terra Arsa
www.facebook.com/MongolfieraFoggia
Foggia cresce? leggi le email o invia un email a [email protected]



BARI – Dentamaro: «Sulle Province non si torna più indietro»

Pubblicato: venerdì, 21 settembre 2012 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

Primo passo concreto per l’istituzione della Città metropolitana di Bari. Lunedì, convocata dal presidente Francesco Schittulli, si insedierà la conferenza metropolitana, organo provvisorio composto dai sindaci della provincia, chiamato a disciplinare il percorso di riforma.

La decisione è maturata ieri nel corso del comitato dell’Unione delle province pugliesi. Il presidente dell’Upi Schittulli e gli altri presidenti delle province hanno chiesto un incontro con l’assessore regionale agli enti locali, Marida Dentamaro. Un incontro non inquadrato nella cornice istituzionale della Cabina di regia, organo che l’Upi non considera legittimato a elaborare la proposta sul riordino.

I vertici delle Province, in maggioranza di centrodestra – quattro su sei – hanno sempre chiesto l’insediamento del Consiglio delle autonomie locali (Cal) come luogo appropriato per definire la proposta di accorpamento. La conferenza metropolitana dovrà preparare e approvare lo statuto provvisorio della Città metropolitana entro il 1° novembre del 2013. La nuova istituzione, in base alla tabella di marcia fissata dal governo Monti, dovrà essere avviata il 1° gennaio 2014 contestualmente alla soppressione della Provincia.

«Ben venga una proposta unitaria, ma se ciò non dovesse accadere la Regione non presenterà una sua ipotesi di riordino al governo. Sarà la conferenza unificata Stato Regioni a pronunciarsi». L’assessore regionale al federalismo e agli enti locali, Marida Dentamaro, manda un messaggio chiaro ai vertici dell’Upi pugliese: «La Regione è super partes – sottolinea a “La Gazzetta” -, ci teniamo a favorire il dialogo tra istituzioni e soprattutto a far maturare la consapevolezza della riforma tra i cittadini, ma non a scontrarci sulle ipotesi di riordino. Nessun braccio di ferro, quindi. È scritto tutto nella legge».

Assessore, la riduzione delle Province pugliesi sta provocando tormenti tra i politici.

C’è chi sostiene: «salviamo la Bat». Qual è la sua posizione? Attardarsi è sterile e fuorviante. Indietro non si torna. Sento che qualcuno vorrebbe tentare nuovi accorpamenti di comuni per raggiungere un territorio di almeno 2500 chilometri quadrati, come impongono la legge e la deliberazione del Consiglio dei ministri. È assurdo.

È sufficiente leggere il «manuale delle istruzioni» sul sito di palazzo Chigi per capire che così non si va da nessuna parte. I requisiti minimi, superficie e popolazione di almeno 350mila abitanti residenti, dovevano essere presenti al momento della delibera, cioè il 20 luglio scorso. La riforma c’è e va attuata, in modo ordinato e rigoroso. Il resto è perdita di tempo.

Molti esponenti dei partiti del Nord barese, anche qualche parlamentare, non la pensa così.

Vorrebbero lo scontro col governo, magari di fronte alla Corte costituzionale. E poi accorparsi alla provincia di Foggia sembra una sconfitta del prestigio politico… Ogni Comune dovrà scegliere la sua strada, in modo razionale e serio.

Ci sarà chi propenderà per Foggia; se ne prenderà atto serenamente.

Ma c’è un’altra carta che le comunità potranno giocarsi, la Città metropolitana, sulla quale il dibattito ancora langue.

Mi fa piacere che il presidente Schittulli abbia deciso di convocare la conferenza metropolitana. Così finalmente si potrà dialogare e confrontarsi sui contenuti della riforma e non su questioni di potere o prestigio personale.

La Città metropolitana è una grande occasione per tutti i Comuni che decideranno di farne parte. La nuova istituzione sarà ben più importante delle Province. È sufficiente leggere i documenti e l’elenco delle funzioni attribuite dal Parlamento. Avrà più poteri e più risorse finanziarie.

Schittulli, rivolgendosi alla Regione, ha chiesto un coordinamento forte.

E però l’Upi ha sempre sollecitato il Consiglio delle autonomie. Perché, malgrado la legge del 2006, non l’avete insediato? Per un motivo semplice: è costoso e tutto sommato non strategico. Dal 2006 è passato un secolo. Se non ci fosse stato il rischio di fallimento finanziario dell’Italia, la riforma delle Province, chiesta esplicitamente dai nostri amici europei, non sarebbe stata mai avviata.

Infatti, il titolo del decreto numero 95 è proprio «revisione della spesa», la spending review nel messaggio dei media, una scelta che rivela l’urgenza del riordino sia per risparmiare sui costi sia per migliorare i servizi ai cittadini. Il nostro dovere è preoccuparci di questo e della crescita e non dei posti della politica.

La Cabina di regia, istituita con legge per attuare un obiettivo della riforma costituzionale del Titolo V, ha dignità e rappresentatività. Mi dispiace che i vertici dell’Upi e dell’Anci non la pensino così. La stessa norma del governo prevede che possa esserci un altro organo a discutere l’ipotesi di riordino.

Quando gli assetti cambiano c’è chi vince e c’è chi perde.

Le Province sembravano piccole signorie. Adesso diventeranno enti di secondo livello, con meno potere e meno prestigio.

Ma c’è chi pensa a una possibile resurrezione quanto i tecnici del governo torneranno a casa E sbagliano.

La riforma ha tempi stretti. Entro l’anno avremo il riordino con l’ultimo decreto. Ma anche dopo le cose procederanno. Sento che qualcuno vorrebbe salvare la Bat, sento che altri vorrebbero Province di nuova istituzione.

Forse non si sono ancora resi conto delle condizioni del nostro Paese e delle scelte cheMonti ha dovuto fare e degli impegni che ha dovuto assumere per ridare credibilità all’Italia. Dobbiamo convincerci che bisogna lavorare per il futuro. Quanto prima avverrà meglio sarà per tutti.

TONIO TONDO da La Gazzetta del Mezzogiorno

Condividi in Facebook
Inizio pagina

Scrivi un commento