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Giandomenico Cupaiuolo: sarò Bruto a San Severo

Pubblicato: venerdì, 2 marzo 2012 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

Gian Domenico CupaioloA San Severo va in scena il Giulio Cesare. Nella parte di Bruto, l’attore sanseverese Guandomenico Cupaiuolo, che ci racconta l’emozione di recitare Shakespeare nella
sua città.

Negli (irresistibili) spot pubblicitari di una nota compagnia telefonica, Giulio Cesare somiglia a certi personaggi di Alberto Sordi: spaccone con i viciniori, mollicone con una Cleopatra fighissima (ci mancherebbe, è la top Bianca Balti), più che un condottiero romano sembra l’italiano medio al quale ci ha abituati un certo cinema degli anni Sessanta e Settanta. Merito di un Neri Marcorè particolarmente in forma.

Nell’opera shakespeariana che porta il nome dello stesso personaggio storico, invece, si respira tutta un’altra atmosfera. Roma è al suo declino politico e morale. L’impero è in caduta libera. Sulle teste dei personaggi incombono notti senza luna. Cesare, Bruto e Antonio sembrano spogliati della loro grandezza e mostrano un aspetto più fragile, vulnerabile. Erano stati divini, si sono ritrovati umani.

Giulio CesareDelle 37 opere scritte da Shakespeare, il Giulio Cesare brilla per capacità di introspezione psicologica, cupezza, imparzialità dell’autore: chi potrebbe dire con certezza se il Bardo fosse più cesariano o più cesaricida?

Anche questi interrogativi sottili rendono più intensa e godibile la versione del dramma firmata dal regista Andrea Baracco e prodotta dalla Benvenuti srl e da Lungta Film in collaborazione con Teatro di Roma. Sulla scena, nel ruolo di Bruto, l’attore sanseverese Giandomenico Cupaiuolo.

L’interprete, che ha alle spalle studi all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio D’Amico e numerose esperienze sul palco, tornerà nella sua città di origine con questo spettacolo che rappresenterà l’Italia a un festival di massimo prestigio: l’appuntamento è per martedì 6 febbraio (porte alle 20.30, sipario alle 21.00) al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di San Severo. Viveur ha intervistato Giandomenico Cupaiuolo per anticipare ai suoi lettori gli aspetti più importanti di questa produzione teatrale.

La Roma che fa da sfondo al testo di Shakespeare presenta delle inquietanti e sinistre analogie con la realtà contemporanea: una civiltà fotografata nel suo momento terminale, al suo crepuscolo. E si respira una violenza fitta come fuliggine. Anzi, potremmo dire che la violenza è il tappeto di tutta la vicenda.
Sì, questo testo e questo spettacolo parlano di una società che tenta di risolvere la sua crisi attraverso la violenza e vedremo che questo porterà a raccontare dei personaggi in fondo perdenti. Le vicende che si raccontano sono avvenute realmente e ciò rende questo testo ancora più forte, emotivamente. Ogni volta che lo si legge risulta sempre più attuale e potente. Quella che raccontiamo è una violenza covata dentro (e, per questo, ancora più intensa) e vogliamo descrivere non solo la crisi della società romana ma, soprattutto, la tragedia di ognuno di questi personaggi che alla fine troveranno la morte. La scena è spoglia, fatta di elementi scenici e la chiave del tutto la daranno tre porte che staranno in scena. Queste non saranno solo porte dalle quali spiare e origliare, oltre le quali si cospira, ma saranno anche muri su cui arrampicarsi, piedistalli su cui parlare al popolo e tombe sulle quali morire.

Lo spettacolo è stato selezionato dallo Shakespeare Globe Theatre di Londra per il festival Globe to Globe, una manifestazione internazionale che inscena le 37 opere del drammaturgo in 37 lingue diverse da aprile a giugno 2012 in concomitanza con i Giochi Olimpici. Con quale spirito vi state preparando a questo evento? Con trepidazione, gioia, ansia, orgoglio?
Con nostra grande sorpresa e gioia lo spettacolo è stato scelto dal Globe di Londra per rappresentare l’Italia al Festival Globe to Globe. Sono venuti degli osservatori che hanno visto un primo studio (scegliendolo) e poi lo spettacolo completo (confermando la scelta). Attendiamo quelle date con curiosità e divertimento. Abbiamo debuttato a Roma il 28 febbraio in prima nazionale, adesso verremo a San Severo e, poi, approderemo a Londra. Questo mi rende ancora più felice.

Lo spettacolo andrà in scena a San Severo, che è la sua città di origine. Cosa prova all’idea di recitare “in casa”? Qual è il suo rapporto con la sua terra
di origine?
È la mia prima volta da professionista nella mia città, e questo mi emoziona più che recitare in grandi piazze come Roma o Milano. Il rapporto con la mia terra è molto bello, anche se torno poco durante l’anno. Qui ho la mia famiglia e i miei più cari amici, e torno sempre volentieri. Devo dire, però, che ogni volta che torno vedo una terra abbandonata, con pochi stimoli, che aspetta ancora una rinascita.
da Viveur

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