22ma edizione 2011 della ricerca annuale del Sole 24 Ore dedicata alla Qualita' della vita sul territorio. Foggia all'ultimo posto.
Foggia gia' nel 2010 occupava il penultimo gradino. Quest'anno completa la discesa con piazzamenti tra l'82mo e il 106mo posto in tutte le sei aree di indagine. In particolare sul fronte dell'Ordine pubblico e' ultima assoluta per le estorsioni e terzultima per l'incidenza dei furti di automobili, che risulta quasi cinque volte la media nazionale. Analizzando i singoli parametri, Foggia e' in affanno ad esempio nell'occupazione femminile e dei giovani dai 25 ai 34 anni (19% e 45% i rispettivi tassi) e sui tempi della giustizia civile, sul Pil (pari a 16mila euro pro capite, la meta' di Bologna) e i consumi pro capite (718 euro, contro una media di 1.079 euro).
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L’aggressione al portiere dell’us foggia Ginestra.

Pubblicato: giovedì, 1 marzo 2012 Commenta questo articolo Nessun commento

da Guglielmo Ciclamini

Che strambo strambotto il calcio attuale, perpetuamente rimodulato dal discostarsi dalla passione principale del mondo latino, e dall’allontanarsi sempre più dall’orizzonte della partecipazione aggregativa cardine, dall’esempio estremo (di rendere tutti un po’ più umili ed uguali anche solo per la breve fase dell’ ”anticamera” dello sport) che esso include ed infagotta al suo destreggiarsi per conto soprattutto di generazioni e generazioni di ragazzi e famiglie (ecc.) che l’hanno seguito amato e praticato.
Pensare che a un tempo, quando esistevano i trofei e i mega poster dell’amarcord del presente, quando Spagna ’82, regalava ad esempio un salto avanti nei tempi a chi era piccolo, e mille all’indietro a chi era già cresciuto, la polvere sui sentimenti veraci e genuini, spontanei, diremmo oggi più analogici, scompariva in fretta, ed ecco che più limpidi si stagliavano nella mente le immagini dei numero uno, quando in genere quel ruolo nelle scuole calcio e nell’immaginario collettivo, rappresentava colui il quale doveva essere il cosiddetto titolare. Baluardo estremo di affidabilità, almeno quel tanto che bastava a soppesare, nell’equilibrio delle forze in campo atte a disputarsi la contesa sportiva o agonistica, la giusta dose di scansate ingerenze per la propria squadra.
O subito lesta altresì, a trasformarsi nella macchietta altrui e comunque sempre pronta ad entrare nel vivo della “maschera” incarnata del ruolo, nel momento in cui questa vanificava all’improvviso tramite un gol subito in tunnel tra le gambe, la fatica degli altri compagni.
Nella settimana infatti, che ha visto Dino Zoff compiere settant’anni (eroe del mundialito che regalò per la terza volta la coppa del mondo agli azzurri), e nella medesima stessa, in cui la nazionale under 20 italiana, allenata da un ex pupillo (tal G. Di Biagio) e protagonista degli anni d’oro del calcio a Foggia (per un passato relativamente recente), batteva per 4-3 la Germania (di pari grado d’età), l’estremo difensore dell’attuale compagine calcistica locale dell’Us Foggia, che milita in prima divisione, viene brutalmente e vigliaccamente aggredito da un branco di bruti, lontani miglia dal dato obiettivo dell’essere e definirsi tifosi.
Ginestra, il portiere rossonero vittima dell’aggressione, che dopo le cure tempestive è rientrato in fretta e furia nella tranquillità della sua casa in quel di Pesaro, lotta in se con la coscienza dei suoi pensieri, tra gli innumerevoli attestati di stima e solidarietà pervenutigli dalla città, e l’incertezza incombente quanto allarmante ed eclatante, di essere stato vittima (e carnefice) di un tradimento che non si sarebbe evidentemente mai aspettato potesse avvenire in quel modo, ad opera di pseudo rappresentanti (postumi) della tifoseria, autentici scalmanati e balordi.
Fattaccio che ormai accaduto, pone importanti interrogativi sulla molla che abbia potuto far scaturire e causare tale fatto spiacevole, per Ginestra in primis, ma anche per tutti coloro i quali, allo stesso tempo, nutrivano ed intravedevano, in quella maglia, in quel ruolo ed in quel numero uno, un punto certo di affidabilità ed esperienza.
Esemplare chioccia della giovane formazione di mister Stringara, è stato difatti un elemento fondamentale a difesa ulteriore dei suoi compagni di squadra, caratterizzati da una certa inesperienza per età ed esordio in categoria.
I suoi prodigiosi e tempestivi interventi scaccia guai-aggiuntivi hanno a tutt’oggi evitato un passivo ben più eloquente in classifica.
Purtroppo la triste sorte dei fatti legati alla quarta sconfitta consecutiva interna allo Zac. di domenica scorsa, ha assegnato al pallottoliere, il rosso per l’estremo difensore Ginestra, ed il mondo in cui il gollonzo da quasi metà campo del Tritium calcio che ne decretava la vittoria sul foggia per 1-0, aggravava ulteriormente la sua futura e sfortunata posizione, se ci aggiungiamo le dichiarazioni dello stesso Ginesta che nel dopo gara andava rilasciando alla stampa dichiarazioni di implicita e chiara “rottura” con certa parte del popolo rossonero.
Questo ovviamente non è andato affatto giù a certa parte della tifoseria più estrema, che vista anche la fase di altrettanta rottura e combutta da par suo, con i vertici attuali della società di V.le Ofanto, ha pensato bene di elargire ed attuare una sorta di spedizione punitiva verso il povero Ginestra alla ripresa degli allenamenti del martedì ad Ordona, reo evidentemente di essersi fidato troppo e male anche di quella parte di tifosi, che evidentemente immaginava, anche dopo quelle dichiarazione rilasciate in un momento di per se incandescente per la “piazza”, di aver potuto avere ugualmente dalla sua parte (visto appunto il suo comportamento agonistico in campionato che nella media complessiva degli eventi che ne hanno contraddistinto sin qui il cammino del foggia, lo vede obiettivamente protagonista in positivo).

Quegl’altri, i barbari, rei di aver sfatato un mito, un tabù sino a qualche giorno fa inalienabile alla platea collettiva della partecipazione sportiva in genere e tifosa infervorata per altri aspetti legati al mondo del calcio, prontamente offendendo Ginestra in quel modo, hanno tradito in quella circostanza, tutto il popolo di fede rossonera.

Guglielmo Ciclamini

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