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FOGGIA – Grandi manifesti in città Una crociata anonima contro la Foggia peggiore

Pubblicato: giovedì, 11 ottobre 2012 Commenta questo articolo Leggi il CommentoTorna alla pagina iniziale

Manifesti sei per tre, di grande effetto. Commissionati da un anonimo. O forse no. Sui manifesti c’è una indicazione, una traccia, un simbolo che richiama un «occhio greco».

Ma il mistero rimane.

Il layout della campagna non è fuori luogo: a Foggia manca il senso civico.

Non è comparso lungo le strade di Foggia per una «fatalità geografica». Tutt’altro. Richiama ai doveri del cittadino che dovrebbero essere se non altro equiparati ai diritti. E riguarda il senso civico a Foggia e quindi dei foggiani.

Un senso civico «smarrito» come non mai nell’ultimo decennio complice un arretramento sensibile delle manutenzioni ordinarie e straordinarie della città ed un avanzamento senza precedenti del disagio sociale.

Ma questo non giustifica il degrado che richiama degrado e soprattutto i comportamenti che non vengono di certo classificati in base alla «dichiarazione dei redditi».

Anzi, se c’è un odio di fondo verso la convivenza civile ed il rispetto delle regole, proprio a Foggia, questo lo si intravede molto di più nei «ceti arricchiti» e dell’ignoranza montante (sono altra cosa rispetto ad una classe dirigente) piuttosto che nelle classi economicamente più deboli della società foggiana che, invece, hanno sempre avuto un fondo di decoro e di dignità.

La campagna di sensibilizzazione durerà quindici giorni, è stata curata dalla Hgv di Nicolangelo De Bellis che, sul nome del committente, mantiene la consegna del riserbo come da contratto.

I temi sono quelli che, peraltro, la Gazzetta tratta giorno dopo giorno: dalla questione ambientale alla sicurezza in senso lato.

Insomma, all’idea di avere una città come una casa. Al momento lontana. Però c’è una postilla e la sensazione è che chi ha trattato il tema conosca, come dire, anche le problematiche organizzative finanziarie che sono sullo sfondo di negligenze e mancanze nella gestione, nel controllo e nella manutenzione della città.

Perché se da un lato la «domanda» della campagna è tutta affermativa, nel senso che i problemi e il degrado sono sotto gli occhi di tutti ed è impensabile comunicare una cosa che non c’è, dall’altro la presa d’atto di un fallimento più o meno dichiarato più o meno voluto più o meno in buona fede, è accompagnata dal richiamo ai comportamenti di chi, incurante dei «beni pubblici», non tratta la città come se fosse casa sua.

Ed ecco la seconda parte della campagna, «Ma tu perché…». Ovvero, perché peggiori la situazione e non assumi invece un comportamento civile in grado di migliorare la convivenza e l’habitat.

Tra gli otto manifesti individuati, quello relativo alla questione ambientale, parla fin troppo chiaro: «E’ vero, a Foggia c’è poca manutenzione del verde pubblico (e qui si ha la sensazione che il committente in fondo sappia perché ci sono dei problemi), ma tu perché non lo rispetti?».

La foto è quella di piazza Padre Pio, un luogo pubblico e dedicato ad una figura «sacra» e in fondo paterna come quella del frate santo, ma che viene ogni giorno «profanato» non dagli stili di vita, perché ad una birra fresca d’estate non si rinuncia a prescindere, ma dall’idea che quella lattina, quella bottiglia, quel bicchiere non hanno altro posto che il sentiero della piazza, l’aiuola con i fiori, l’albero pur avendo, intorno, cestini e cassonetti dove poter conferire i materiali di risulta di una bella serata.

Per questo l’abbrutimento non si arresterà e forse per questo motivo il committente della «scossa» ha voluto accompagnare la campagna con quell’occhio greco stilizzato, un portafortuna per una città che ne ha bisogno come il pane per gli affamati.
FILIPPO SANTIGLIANO da La Gazzetta del Mezzogiorno