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FOGGIA -Allarme imprenditori «non assumono più» Flop per piano regionale

Pubblicato: venerdì, 5 ottobre 2012 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

C’è una strana sindrome da «crisi economica» che aleggia nell’aria. Le imprese non assumono, neanche con gli incentivi a disposizione sono invogliate a cambiar passo.
Dote occupazionale, apprendistato professionalizzante, tirocini formativi, credito d’imposta: i dati sono deludenti, le misure attivate dalla Regione con il piano straordinario del lavoro conseguono «buoni risultati» in tutto il resto della regione, ma non in Capitanata.
Ironia della sorte, proprio nella provincia di cui è originaria l’assessore regionale alle Politiche del lavoro e welfare, Elena Gentile. «Le imprese non rispondono – il suo commento – sto cercando di assumere un’iniziativa con Confindustria e Confartigianato, per dire: se non approfittate adesso, quando? Eppure si comunica, i sindacati sono sempre presenti. Dobbiamo mettere in pratica azioni di contrasto contro il lavoro nero e il caporalato, altrimenti significa stare fuori dalla competizione, rimanere nel medioevo dell’economia: per un territorio come il nostro è una sciagura, diventeremo sempre più deboli e invisibili al mondo».

Lo sfogo dell’assessore Gentile registra un malumore profondo. Le imprese di questa provincia aspettano che passi la nottata, oppure è un’inazione a cui andrebbe data un’altra chiave di lettura? A giudicare dai commenti in giro, la diffidenza di fondo resta verso gli strumenti messi in campo dal governo regionale, lo strappo sul piano di sviluppo rurale (gli agronomi contestano: «Capitanata discriminata ») potrebbe accentuare questo divario socio-politico. Ma intanto questo isolazionismo (presunto) non porta vantaggi. Ne sono convinti anche all’associazione Lavoro&welfare, il pensatoio provinciale nel quale ci si interroga sui perchè di una crisi in evoluzione. «La deludente risposta delle nostre imprese – commenta Domenico Della Martora, referente dell’associazio – ne per Foggia – dipende a nostro avviso da una scarsa politica d’insieme.

I risultati sarebbero stati migliori se l’insieme delle forze politiche, degli enti locali e delle associazioni d’impresa avessero rivolto al Piano regionale attenzioni e interessi maggiori. Dopo la limitata adesione delle imprese locali al bando della dote occupazionale, anche i numeri relativi alla misura del credito d’imposta si attestano al di sotto della media regionale, le richieste pervenute dalla Capitanata corrispondono al 12% del totale delle sei province pugliesi».

L’associazione consiglia adesso di «passare all’analisi di quei settori e attività aziendali che hanno aderito alle misure del piano, aggiornando il fabbisogno di competenze ai fini formativi, e impegnandosi ad offrire le dovute e più adeguate attenzioni alle potenzialità produttive emergenti». «Dall’esperienza del piano straordinario – rileva Salvatore Castrignano, coordinatore provinciale di Lavoro&Welfare – è necessario prendere atto in primo luogo che il ruolo pubblico nelle politiche del lavoro ha una rilevanza fondamentale quando si propone di incentivare e sollecitare il dinamismo delle imprese, responsabilizzandole in forma diretta».
MASSIMO LEVANTACI da La Gazzetta del Mezzogiorno

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