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L’esperto: «I problemi al digitale? Colpa di antennisti improvvisati»

Pubblicato: martedì, 2 ottobre 2012 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

«Situazione sotto controllo» e «pseudo-antennisti dopolavoristi senza l’attrezzatura idonea». Spazia a 360 gradi la analisi di Nicola Lucarelli – responsabile per la Ei Towers della gestione degli impianti Mediaset in Puglia, Basilicata e Calabria – in merito a quanto accade da noi per il passaggio al digitale.

In Puglia il digitale terrestre, stando a quello che dicono i telespettatori, sembra assumere le sembianze di un calvario. Perché questa situazione a parer suo? «La situazione è abbondantemente sotto controllo, ma necessita di conoscenza ed esperienza per potersi stabilizzare. Se mi consente un parallelismo, anche negli Anni Cinquanta, e in seguito con l’avvento delle Tv private e della Tv a colori, la ricezione dell’analogico ha avuto problemi simili: si riscontravano spesso, negli apparecchi televisivi, segnali con molteplici doppie immagini, immagini con prevalenza di righe che attraversavano lo schermo o prevalenza di segnali deboli. Vi era inoltre il problema della poca capacità trasmissiva da parte delle emittenti, che occupavano in aree attigue la stessa frequenza, con il risultato che le trasmissioni erano del tutto inutilizzabili.

Parliamo del digitale: tecnica che permette di usare una sola frequenza (Sfn, “Single Frequency Network”) e di avere al suo interno svariati contenuti. Questo, però, comporta che gli impianti di telecomunicazioni abbiano un raggio di copertura non superiore a 70 km (223 microsecondi), detto intervallo di guardia. Oltre questa soglia, il segnale ricevuto dai decoder Dtt diventa interferente, quindi inutilizzabile. La differenza sostanziale è che un segnale interferente non provoca righe o doppie immagini, ma non permette la visione perché lo schermo rimarrà nero o squadretterà».

Pensa che siano stati espletati al meglio tutti i passaggi tecnici da parte del Ministero? «Il Ministero e gli Ispettorati regionali sono stati coinvolti solo nello switch-off. Sicuramente sta mancando il controllo delle potenze di trasmissione delle emittenti autorizzate che avrebbero dovuto limitare la potenza dei trasmettitori, riducendoli da -6 a -10 dB. Questo perché la potenza non è il parametro fondamentale nella diffusione digitale, bensì fonte di interferenza».

Quanto i soggetti di questo passaggio, utenti e antennisti; sono stati ben «istruiti»? «Prima dello switch-off, molte aziende di componentistica per antennisti hanno effettuato varie convention cui ho partecipato come relatore, e in cui ho cercato di divulgare la difficoltà e le problematiche del digitale terrestre nel territorio pugliese in Sfn.

In particolare, mi sono soffermato sulla necessità di effettuare gli impianti d’antenna e le modifiche agli impianti d’antenna utilizzando gli strumenti idonei, come il misuratore di campo, perché è l’unico strumento che garantisce che la qualità alla presa del televisore sia corretta e cioè abbia un valore di Mer superiore a 22 dB. In ogni caso, l’antennista è un professionista che ha attrezzatura e competenza per risolvere le eventuali problematiche.

Può accadere di imbattersi, però, in pseudo-antennisti dopolavoristi che, senza l’attrezzatura idonea, non possono garantire la funzionalità del segnale.

A tutela degli utenti, suggerisco di farsi rilasciare al momento della prestazione dell’antennista o del tecnico intervenuto alla risoluzione degli eventuali problemi, una relazione tecnica con i valori di Mer, Ber (parametri importantissimi per la corretta decodifica di un canale digitale cercando sempre il valore più buono possibile per entrambi – n.d.r.) e campo ricevuto. Così facendo, in caso di contestazione verso l’antennista, si può risalire alla problematica».

E l’azione del Corecom Puglia come la giudica? «Sono stato convocato dal Corecom ad un tavolo di lavoro, dove ho espresso la necessità di formare e di informare gli antennisti e gli addetti ai lavori, nelle varie provincie pugliesi, per far sì che le eventuali problematiche venissero discusse e risolte. Questo si potrà realizzare coinvolgendo le aziende di fornitura dei componenti, con i loro tecnici. Questa mia richiesta credo sia stata presa in considerazione dalla Presidenza e si cercherà di realizzare questi incontri il prima possibile».

Come vi regolate quando ricevete segnalazioni di mancanza di segnale? «Nella nostra azienda, c’è un ufficio controllo qualità dove lavorano 4 tecnici muniti di mezzo di misura con a bordo un’antenna alta 10 metri che permette di misurare qualsiasi segnale presente sul posto. Ad ogni segnalazione da parte del call-center centrale, spostiamo il mezzo nei pressi del luogo da cui proviene la segnalazione e ne verifichiamo la veridicità.

Dopo di che, si contatta il segnalatore per iscritto descrivendo l’eventuale soluzione. Proprio in questi giorni, dopo la riunione del Corecom, con la presenza dell’Assessore ai Servizi Sociali Dott. Spione, abbiamo effettuato degli accertamenti tecnici nel comune di Cerignola, effettuando 40 punti di misura che hanno escluso qualsiasi problematica nell’area misurata, purché gli utenti utilizzino una sola antenna ricevente orientata verso il trasmettitore di Volturino Foggia».

Quando ritiene che In Puglia la situazione si normalizzerà? «Una delle problematiche del digitale terrestre, come accennato prima, è la distanza dal ripetitore che non deve superare i 70 km. In questo periodo della stagione, nelle ore serali, esiste una propagazione anomala dei segnali dovuta all’escursione termica molto alta ed ai cammini multipli che essa genera.

Quindi, un ripetitore destinato ad un’area particolare, viene invece ricevuto anche in aree superiori ai 70 km, diventando interferente. Con l’arrivo della stagione invernale, quindi con il freddo, questo effetto propagazione terminerà con un conseguente miglioramento.

Sono certo, inoltre, che la situazione si normalizzerà con un po’ di esperienza di chi permette la ricezione dei segnali del digitale, cioè antennisti, tecnici e broadcaster sicuramente in un tempo più breve e con una qualità decisamente maggiore rispetto a quella che era la ricezione dell’analogico negli anni passati».
GIUSEPPE DIMICCOLI da La Gazzetta del Mezzogiorno

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