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PESCHICI – L’ATTACCO SU CASO ZAIANA – PESCHICI SENZA LEGGE /SCANDALO IN SPIAGGIA

Pubblicato: mercoledì, 28 marzo 2012 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

Veronika Pelikan: fermiamoli prima che buttino il cemento

UNA STRADA ABUSIVA PER ARRIVARE IN SPIAGGIA CON LA JEEP. ENNESIMO SCANDALO A ZAIANA

A Peschici la situazione non è semplice.

È anche una questione di mentalità. È necessario combattere con iniziative pubbliche la tendenza predatoria di alcuni personaggi

FRANCESCO BELLIZZI

“Cari amici di Zaiana. Negli ultimi giorni è successa una cosa inaudita: è stata costruita (in pieno parco nazionale) una strada per arrivare in jeep sulla spiaggia.
Siamo tristissimi che nonostante tutti i passi fatti nell’ultimo anno niente ha potuto fermare la distruzione di una delle ultime baia intatte della zona.

Cerchiamo di fermarlo prima che buttino il cemento”. Con queste poche righe che accompagnano le foto dello scempio, la famiglia austriaca dei Pelikan, presenti nella baia da più di mezzo secolo, informa sul proprio profilo di Facebook dell’accaduto.

Le foto sono più che chiare: il vecchio percorso che dava accesso alla spiaggia (già deviato anni fa con una scalinata in legno con lavori non autorizzati) è stato trasformato in una strada in terra battuta. Un fatto gravissimo che ricorda un progetto presentato anni fa in comune e che fu fortunatamente bocciato.
Sempre sul social network Federico Massimo Ceschin, esperto in marketing territoriale e consulente della regione informa che il caso “è sul tavolo del Servizio Paesaggio della Regione”.

Intanto, dal Gargano arrivano le prime reazioni.
Teresa Rauzino, docente peschiciana ma a Rodi Garganico, con il suo centro studi Martella con il lavoro di ricerca storica locale cerca di sensibilizzare da tempo la popolazione sulle sorti del Promontorio del sole.

“L’impressione che ho è che questo territorio sia totalmente sguarnito di istituzioni capaci di monitorare quello che accade. Certo, i Pelikan hanno fatto i loro errori in passato, delegando la gestione della loro proprietà ma sembra che la gente possa continuare indisturbata a fare quello che le pare.

Purtroppo, dalla Forestale al comune noto un’assenza preoccupante”.
Marialuisa D’Ippolito, con il Fai, associazione che guida a livello provinciale, ha sposato la causa di Zaiana da tempo e in prima persona, portando sulla spiaggia l’assessore al Turismo Vincenzo De Nittis insieme a Veronika Pelikan. “Io chiedo in particolare due cose – commenta in modo molto pragmatico –: se quel movimento terra sia stato autorizzato da qualcuno e se l’opera sia stata messa in sicurezza. Perché vorrei capire se ci sia o no rischio di cadere giù per chi decidesse di percorrere quella strada”.
Dopo aver saputo del fatto, D’Ippolito si è attivata con un giro di telefonate. “Ho interpellato il presidente dell’Ente Parco del Gargano, Stefano Pecorella e l’assessore De Nittis – dice –. Entrambi mi hanno detto che non ne sapevano nulla e che avrebbero chiesto un intervento dei vigili”.
Quest’ultima vicenda scoraggia non poco.

“Siamo davanti ad una protervia unica. Io credo che si possa fare ben poco se non ci sarà una presa di posizione da parte della gente del posto. Mi domando cosa facciano gli enti competenti, stiamo parlando di un’area sottoposta ai vincoli del Parco”.
Lo scavo di questa strada sterrata lungo la schiena della baia di Zaiana arriva a distanza di qualche mese dall’incendio che ha colpito il vicinissimo ingresso del Grottone di Manaccora, sito archeologico di epoca paleolitica.
“Quella è un’altra brutta storia che spero si risolva al più presto, l’associazione che ha un progetto didattico finanziato dalla regione aspetta ancora la firma del comune per l’uso della grotta per le visite delle scolaresche”.

Il riferimento al progetto dell’associazione foggiana Mira.
L’autorizzazione da parte del comune potrebbe definitivamente non arrivare, dato che l’ufficio tecnico del comune di Peschici, diretto dall’architetto Elio Aimola non giudicherebbe la grotta in sicurezza.
Interpellato, l’assessore comunale De Nittis rilascia una breve dichiarazione:
“Ho saputo soltanto lunedì dell’accaduto, non ne sapevo nulla, ho mandato i vigili per un controllo. Scusate ma adesso non posso parlare, sono fuori sede”.
“Mi hanno segnalato la cosa sabato scorso, ho subito interpellato la Forestale andando in sede, e sono intervenuti constatando che c’è stato un movimento terra che credo proprio non sia stato autorizzato, dato che al Parco non mi sembra sia pervenuta nessuna richiesta per lavori di quel tipo e quella è classificata come Zona 2”.
Una battaglia importante, così la definisce il presidente del Parco.

Ma resta da capire come sia stato possibile che lo scavo di una strada lungo una baia sia passato inosservato fino ad oggi. “Non si tratta soltanto di far rispettare un vincolo paesaggistico ed archeologico, perché significherebbe ridurre tutto ad un conflitto tra abusivismo e ambientalismo – commenta Pecorella – altrimenti solo conflitto.

Si tratta piuttosto di rispetto territorio e di valorizzazione di un tesoro naturale fondamentale per lo sviluppo”.
Poi, un passaggio su quanto accaduto al Grottone di Manaccora. “Il progetto didattico dell’associazione è molto importante, non a caso abbiamo dato il nostro patrocinio. Telefonerà in comune per sollecitare la firma della convenzione per permettere di usare il sito per le visite delle scolaresche”.
Anche il Wwf si esprime sul’accaduto. L’associazione ambientalista con l’avvocato Angelo Masucci si è interessata alla vicenda, curando il ricorso dei Pelikan al Tar contro il no dell’amministrazione comunale ad aprire un chiosco di legno sulla loro proprietà nella baia. “Stiamo preparato un esposto da inviare al Coordinamento territoriale per l’ambiente e al Parco del Gargano – dice il coordinatore provinciale Carlo Fierro –. La segnalazione ci è arrivata lunedì e la documentazione fotografica lascia spazio a pochi dubbi. Purtroppo siamo davanti a un vero atto di violenza.

Adesso dobbiamo impedire che quella strada venga asfaltata.

Stiamo facendo il possibile e la cassa di risonanza dei media è fondamentale”. Bisogna cambiare la mentalità.

“Sul Gargano si continua con un atteggiamento predatorio verso il territorio.

Purtroppo ci troviamo spesso di fronte a politiche locali che dimostrano una sorta di complicità verso atteggiamenti sbagliati. La responsabilità degli enti è evidente e spero che si mobilitino almeno adesso di fronte a ciò. Tra quello che sta accadendo a Zaiana e la tentata aggressione alle Isole Tremiti non vedo grande differenza”.

Dal Wwf arriva un altro commento, molto più esplicito. “Dal comune e dal Parco dicono che non hanno saputo nulla fino a domenica scorsa. Sembra assurdo, se si pensa che d’estate i controlli sulle attività dei Pelikan da parti dei vigili, della forestale e della Capitaneria di Porto sono stati in media tre al giorno”.

SOLO UN ANNO FA SI FESTEGGIAVA IL 150° (E LA “VITTORIA” DI VERONIKA) IN SPIAGGIA

Per un attimo la baia peschiciana di Zaiana è sembrata davvero messa in salvo dall’abusivismo che la stava assediando. Un importante segnale fu lanciato da Legambiente che il 17 marzo dell’anno scorso decise di festeggiare su quella spiaggia l’anniversario dell’Unità d’Italia.

Dopo la visita del Fondo Ambientale Italiano di D’Ippolito di qualche settimana prima, Veronika Pelikan, componente della famiglia viennese storicamente legata a questa baia peschiciana, riuscì a coinvolgere anche questa associazione nella sua battaglia per la tutela del posto.

Una battaglia che i Pelikan, proprietari di una porzione di baia, portano avanti dagli anni ’70 opponendosi ai molti interessi speculativi, nonostante le forti minacce e attentati subiti (nell’ottobre del 2011 ci fu l’incendio del loro piccolo bar in legno). Franco Salcuni, coordinatore provinciale di Legambiente e componente del cirettivo regionale, parlò in quell’occasione di “amore e odio per un’Italia con la quale è difficile convivere (non a caso l’iniziativa del 17 marzo si intitolava, “viva l’Italia, nonostante tutto”).

Un rapporto conflittuale che abbiamo anche con il territorio in cui viviamo.

Il rischio della speculazione edilizia che sta vivendo Zaiana, è il rischio che vive quotidianamente l’intera Penisola”.
Salcuni parlò in quell’occasione di “amore e odio per un’Italia con la quale è difficile convivere (non a caso l’iniziativa del 17 marzo si intitolava, “viva l’Italia, nonostante tutto”).

Un rapporto conflittuale che abbiamo anche con il territorio in cui viviamo. Il rischio della speculazione edilizia che sta vivendo Zaiana, è il rischio che vive quotidianamente l’intera Penisola”.
Il caso della baia peschiciana oltre ad essere un caso di specie è anche un perfetto esempio di quanto sia alto il rischio che oggi corrono i nostri beni naturalistici. Ed è proprio quello che accade a Zaiana, vero proprio terreno di scontro di “due modi di vedere lo sviluppo turistico totalmente diversi tra loro.

Da una parte – continuava il coordinatore di Legambiente – c’è un amministrazione comunale, oggi sott’accusa della magistratura, incapace di muoversi liberamente dalle logiche
dell’abusivismo, dall’altra c’è la famiglia Pelikan, che si è innamorata del Gargano degli anni ’70, quando la natura non era ancora vittima dell’edilizia selvaggia come oggi”.

Danni alla natura del Promontorio ne sono stati fatti “ma credo che, luoghi come Zaiana possano e debbano essere salvati”.

L’INTERVISTA

VECERA: SITUAZIONE INSOSTENIBILE. SERVE LA PREFETTURA

In questi giorni a Peschici, non è una poltrona comoda quella di sindaco.

Lo sa bene Domenico Vecera alla guida dell’amministrazione fino alle prossime amministrative del 2013.

“Se non mi fanno dimettere prima”, commenta al telefono.

- Dopo tutto il clamore, le iniziative della scorsa primavera ed estate, oggi a Zaiana è spuntato uno sterrato che ha spianato il sentiero che porta in spiaggia. Gli abusivi ve la fanno sotto il naso.

Purtroppo sì. Ho saputo domenica, dopo la messa, cosa stava accadendo e ho subito mandato vigili urbani e ufficio tecnico sul posto. Credo proprio che domani (oggi per chi legge, ndr.) procederemo con il sequestro dell’area. Mi hanno parlato di muretto a secco e di questa discesa alla spiaggia.

- Perchè non riuscite ad arginare l’abusivismo nel vostro comune?
Noi abbiamo fatto il possibile per tutelare quella spiaggia. L’estate scorsa non abbiamo dato alcuna autorizzazione per feste o altri eventi che invece si sono svolti senza permesso negli anni scorsi. Io credo che il problema vero sia nell’efficacia degli interventi degli organi preposti al controllo.

- Dal Fai al Wwf l’opinione è che a partire dal comune non ci sia la capacità di tenere sotto controllo quello che succede.

Questo è vero. Ma il problema è che gli organi deputati a questa funzione, probabilmente, per carenza di personale, non intervengono come dovrebbero. A partire dalla Forestale. Ma Zaiana non è l’unico caso

. Io devo far fronte a 600 ettari di bosco bruciato che è preda di costruzioni abusive soprattutto in prossimità della strade e utilizzo agricolo vietati dalla legge. E non capisco perché non ci siano i necessari atti repressivi.

- Come si spiega questa tolleranza da parte delle forze dell’ordine?

Non lo so. Probabilmente c’è poco personale. Una cosa è certa, la situazione non è più sostenibile, praticamente il territorio è fuori controllo, ci sta sfuggendo di mano.

Non escludo di richiedere al prefetto di interessarsi alla questione per portarla sul tavolo del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. In settimana convocherò un vertice urgente con tutte le forze dell’ordine.

FRANCESCO BELLIZZI

L’ATTACCO (27-03-2012)

Comunicato Stampa Teresa Raunzino

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