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FOGGIA – RIBAMBAND – TEATRO DEL FUOCO 18 GENNAIO ore 20.30 – PRENOTAZIONI 393 7797558 -

Pubblicato: giovedì, 3 gennaio 2013 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

L’ass.Kolè è liet di presentare al Teatro del Fuoco venerdì 18 gennaio ore 20.30 la RIMBAMBAND….prenotazioni 393 7797558

Cinque musicisti un po’ suonati che incantano, creano, illudono, emozionano, provocano, giocano. Il reale si fa surreale, l’impossibile diventa possibile, il possibile improbabile.Una formazione eclettica, frizzante, bizzarra, gustosa e scatenata che diverte grazie al vivido sapore ironico delle sue interpretazioni musicali più che originali, in uno spettacolo che “usa” la musica per viaggiare nel passato dei classici da Buscaglione a Carosone ed Arigliano, la sorpresa di trovarli quanto mai simili a Mozart e Rossini, il piacere di scoprire i suoni della danza, la certezza che degli impeccabili suonatori riescano ad assurgere ad esilaranti “suonattori”
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con Nicolò Pantaleo – fiati, Francesco Pagliarulo – pianoforte, Raffaello Tullo – voce, Vittorio Bruno – contrabbasso, Renato Ciardo – batteria
regia di RAFFAELLO TULLO
Quando mi chiedono cos’è la Rimbamband sono sempre un po’ in difficoltà, credetemi! È davvero difficile dare un’etichetta ad uno spettacolo che ti frulla in testa durante le notti insonni quando, in realtà, non vorresti far altro che dormire, porca miseria!
Nonostante tutto, ci ho provato più volte e alla domanda “cos’è la Rimba?” o “cosa fate con la Rimba?”, in passato, ho risposto in svariati modi: “La Rimbamband usa il linguaggio della musica a supporto di un contenuto comico”; poi “È la musica che si dilata e che ti fa guardare, oltre che ascoltare”; e ancora “La Rimbamband racconta la musica nel suo aspetto più folle e surreale”.
Tutto vero e condivisibile, ok! Ma mancava qualcosa! Mi rendevo conto che davanti a queste definizioni la gente rimaneva sempre un po’ interdetta e con stampata in volto la tipica espressione da “non ci ho capito una mazza!” Già, poi ho capito… mancava un’anima… l’anima cacchio! Ecco cosa mancava… eh sì, l’anima…
Quella che di giorno non riesce a far sentire la sua voce perchè messa a tacere da tutto ciò che è normale, ma che di notte si ribella e timidamente comincia a cantare, impedendoti di dormire.
Canta lo swing quell’anima, perchè è swing, quell’anima. Poi incalza, vince la timidezza e balla, balla il tip tap, quell’anima; ed è fuori di testa perchè è un’anima e la testa non ce l’ha! Ha semplicemente una gran voglia di giocare! Gio-ca-re! Giocare alla vita e raccontarla giocando.
Il problema, ed anche la magia, è che non puoi giocare da solo, hai bisogno di amici, quelli giusti, quelli che come te hanno un’anima swing che scalpita perchè vuole raccontarsi e gridare al mondo “Io esistooooo!”
Questi amici, questi compagni di gioco, questi straordinari compagni di avventura, io li ho trovati. Francesco Pagliarulo: anima delicata, fragile e onesta, con il ragtime nelle vene. Vigoroso il suo stride, tenera la sua umanità .
Vittorio Bruno: anima swing come poche, stralunato a volte, osservatore raffinatissimo altre. Affamato di musica e di vita, riesce a far sorridere delicatamente anche le sue toniche… e me… lo amo! Nicolò Pantaleo: anima talentuosa, gentile, matematica, quadrata.
Ragionevolmente irrazionale: vulcano! E poi Renato Ciardo: anima eclettica e musicale dalle infinite corde. Prezioso come l’acqua! Questa è la Rimbamband: cinque anime incantate innamorate della vita. Cinque bambini scalmanati con una gran voglia di giocare. Ma nel cortile della loro esistenza, il pallone non c’è, no.
Ci sono, però, un pianoforte, un contrabbasso, un sassofono, un rullante ed un megafono. Ed ecco come lo sguardo incantato del fanciullo riesce a vedere ciò che un adulto non avrebbe mai visto e cioè che un contrabbasso, a guardarlo bene, un pò assomiglia ad un cavallo o ad una campana e che un piatto di batteria può diventare un vecchio vinile, o il volante di una macchina o chissà quante altre cose…
Fantasia fanciullesca e voglia di giocare: è ciò che manca agli adulti! …”Se fossi riuscita a vedere il cane solo come un cane e il gatto solo come un gatto, forse la cosa sarebbe stata molto più semplice.
Se ai miei occhi le strade fossero state strade, il cielo un cielo, gli alberi degli alberi, la bistecca una fettina di mucca morta… se quando avessi rotto il mio piatto preferito fossi stata capace di pensare che bastava ricomprarlo… tutto sarebbe stato molto più semplice… così, però, il mondo avrebbe perso i suoi aspetti misteriosi ed interessanti e io non avrei più potuto godere della gioia dell’osservazione, dell’emozione per le scoperte inattese, del piacere del lavoro, della consapevolezza di essere viva”. Banana Yoshimoto Raffaello Tullo
Leggi tutto su: http://www.rimbamband.it/rimbamband.html
Copyright © Rimbamband
Quando mi chiedono cos’è la Rimbamband sono sempre un po’ in difficoltà, credetemi! È davvero difficile dare un’etichetta ad uno spettacolo che ti frulla in testa durante le notti insonni quando, in realtà, non vorresti far altro che dormire, porca miseria! Nonostante tutto, ci ho provato più volte e alla domanda “cos’è la Rimba?” o “cosa fate con la Rimba?”, in passato, ho risposto in svariati modi: “La Rimbamband usa il linguaggio della musica a supporto di un contenuto comico”; poi
“È la musica che si dilata e che ti fa guardare, oltre che ascoltare”; e ancora “La Rimbamband racconta la musica nel suo aspetto più folle e surreale”. Tutto vero e condivisibile, ok! Ma mancava qualcosa! Mi rendevo conto che davanti a queste definizioni la gente rimaneva sempre un po’ interdetta e con stampata in volto la tipica espressione da “non ci ho capito una mazza!” Già, poi ho capito… mancava un’anima… l’anima cacchio! Ecco cosa mancava… eh sì, l’anima…
Quella che di giorno non riesce a far sentire la sua voce perchè messa a tacere da tutto ciò che è normale, ma che di notte si ribella e timidamente comincia a cantare, impedendoti di dormire.
Canta lo swing quell’anima, perchè è swing, quell’anima. Poi incalza, vince la timidezza e balla, balla il tip tap, quell’anima; ed è fuori di testa perchè è un’anima e la testa non ce l’ha! Ha semplicemente una gran voglia di giocare! Gio-ca-re! Giocare alla vita e raccontarla giocando.
Il problema, ed anche la magia, è che non puoi giocare da solo, hai bisogno di amici, quelli giusti, quelli che come te hanno un’anima swing che scalpita perchè vuole raccontarsi e gridare al mondo “Io esistooooo!” Questi amici, questi compagni di gioco, questi straordinari compagni di avventura, io li ho trovati. Francesco Pagliarulo: anima delicata, fragile e onesta, con il ragtime nelle vene.
Vigoroso il suo stride, tenera la sua umanità . Vittorio Bruno: anima swing come poche, stralunato a volte, osservatore raffinatissimo altre. Affamato di musica e di vita, riesce a far sorridere delicatamente anche le sue toniche… e me… lo amo! Nicolò Pantaleo: anima talentuosa, gentile, matematica, quadrata.
Ragionevolmente irrazionale: vulcano! E poi Renato Ciardo: anima eclettica e musicale dalle infinite corde. Prezioso come l’acqua! Questa è la Rimbamband: cinque anime incantate innamorate della vita.
Cinque bambini scalmanati con una gran voglia di giocare. Ma nel cortile della loro esistenza, il pallone non c’è, no. Ci sono, però, un pianoforte, un contrabbasso, un sassofono, un rullante ed un megafono.
Ed ecco come lo sguardo incantato del fanciullo riesce a vedere ciò che un adulto non avrebbe mai visto e cioè che un contrabbasso, a guardarlo bene, un pò assomiglia ad un cavallo o ad una campana e che un piatto di batteria può diventare un vecchio vinile, o il volante di una macchina o chissà quante altre cose… Fantasia fanciullesca e voglia di giocare: è ciò che manca agli adulti! …
“Se fossi riuscita a vedere il cane solo come un cane e il gatto solo come un gatto, forse la cosa sarebbe stata molto più semplice. Se ai miei occhi le strade fossero state strade, il cielo un cielo, gli alberi degli alberi,
la bistecca una fettina di mucca morta… se quando avessi rotto il mio piatto preferito fossi stata capace di pensare che bastava ricomprarlo… tutto sarebbe stato molto più semplice… così, però, il mondo avrebbe perso i suoi aspetti misteriosi ed interessanti e io non avrei più potuto godere della gioia dell’osservazione, dell’emozione per le scoperte inattese, del piacere del lavoro, della consapevolezza di essere viva”. Banana Yoshimoto Raffaello Tullo
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