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FOGGIA – Halloween, perché festeggiarlo. E le nostre tradizioni

Pubblicato: giovedì, 1 novembre 2012 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

Fin dalla notte dei tempi, il mondo delle tenebre ha affascinato piccoli e grandi. Racconti, fiabe, aneddoti, frutto di quel magnifico mix tra leggende e realtà.
Mentre le dolci mamme prima di addormentarci raccontavano una fiaba fantastica addobbata di colori, fiori e lieti fine, nelle cantine e nelle piazze viandanti fantasticavano su un vissuto dilatato.

Ombre, ululati e sospiri, grida e gemiti avvolti dai suoni della natura diventavano magicamente quei personaggi che la notte del 31 ottobre faceva diventare miti dissacratori e maledetti.

Tanti libri hanno raccontato leggende che oggigiorno sono diventati mostri da set cinematografici, creature orribili e fantastiche, spesso obbrobri della mente umana, con l’intento di affascinare folle di genti curiose del mistico delle tenebre.
Halloween (o più correttamente Hallowe’en etimologicamente All-Hallows-Even), come ben sappiamo (e non dimentichiamolo) è una festa anglosassone, festeggiata negli Stati Uniti d’America.

L’Etimologia del suo nome, fondamentalmente deriva da una variante della lingua scozzese, a significare la notte prima di Ognissanti o della Messa di Tutti Santi, dove la tradizione scozzese e irlandese racconta che intagliare delle rape, poi diventate zucche, serviva per farne delle lanterne per ricordare le anime bloccate nel Purgatorio.

Quest’analogia con il “Limbo Cattolico”, dove le anime in attesa di giudizio, perciò presumibilmente dannate, ha dato vita alle più fantastiche e tenebrose leggende, inducendo la chiesa cristiana a definire questa usanza pagana, occulta, dove e per incompatibilità dottrinale, la celebrazione della notte delle streghe (halloween) è contraria ai principi biblici.
Ma è anche vero che differentemente da come viene festeggiata sia in America, sia in altri parti del mondo, Halloween in Italia racchiude una ricca storia piena di occultismo e leggende, che portano il popolo italiano ad evitare varie forme che spesso suscitano il satanismo.
Ma il fascino di questa festa in Italia è stato talmente forte da indurre grandi e piccini a rinvigorirla al punto da rievocarla, sostituendola popolarmente, purtroppo, con la nostra “Ognissanti” (in latino Festabant Omnium Sanctorum) seguita dalla “Commemorazione dei defunti” (in latino Commemoratio Omnium Fidelium Defunctorum).
E’ così: oggi, tra i giovani, si festeggia e si ricorda di più Halloween che le nostre tradizioni di novembre.

E’ anche vero che le feste del 1° e 2 novembre sono di origine cattolica cristiana e che molti non le sentono poiché lontani dalla fede di Dio, pur rimanendo attaccati al “capezzolo tradizionale” del regalo, del carbone e della calza dei nonni defunti.

Appunto, “capezzolo tradizionale”, ovvero quel riferimento che come quello materno non si dimentica e lo si cerca sempre, spesso quando si è convinti che tutto è dovuto.
La nostra cultura e le nostre tradizioni identificano il 2 novembre come quel giorno dove ogni persona in terra riceve un regalo dai defunti, buona o cattiva che sia stata durante l’anno: dolce per il buono, carbone per il cattivo.

Ed il tutto nella famosa e tanto attesa “calza dei morti”.
Ed allora perché festeggiare Halloween e pretendere la calza dei morti?
Rimaniamo ben saldi alle nostre tradizioni, semmai rafforzandole e tramandandole senza edulcorarne il significato e le modalità.
“Dolcetto o scherzetto”, ovvero il “Trick or treat” ( e non l’italianizzato buonista“Offri o soffri”) lasciamolo agli americani, non ripaga la nostra cultura. A proposito, “Trick or treat” (dolcetto o scherzetto) in realtà significa “sacrificio o maledizione”, dove la parola “scherzetto” è la traduzione dell’inglese “trick”, una sorta di minaccia di fare danni ai padroni di casa o alla loro proprietà se non viene dato alcun dolcetto (“treat”); altro che “soffri”.
Ma se proprio vogliamo dare un tocco di paganesimo culturalmente elevato e “buonista”, tollerato dalla chiesa per la sua valenza storica e culturale, è molto meglio festeggiare il “Fucacost” (fuoco fianco a fianco) di Orsara di Puglia che halloween.

Il “Fucacost” si festeggia tra la notte tra l’1 ed il 2 di novembre dove l’antichissima tradizione vuole che si accendano dei falò (in origine di rami secchi di ginestra) che dovrebbero servire ad illuminare la strada di casa ai nostri cari defunti (in genere alle anime del purgatorio) che in quella notte tornano a trovarci. Sulla brace di questi falò, poi, viene cucinata della carne che tutti insieme si mangia in strada e si offre ai passanti.

Mentre, nella giornata dell’1 novembre, nella piazza principale, si svolge la tradizionale gara delle zucche decorate (definite le “cocce priatorje” – le teste del purgatorio).
Meditiamo…….

Ad Maiora
Nico Baratta
Direttore Responsabile
di

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