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BARI – Sanità, aziende pugliesi Al Policlinico e a Foggia conti pari con «aiutino»

Pubblicato: mercoledì, 1 agosto 2012 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

La notizia è che dopo anni di perdite il Policlinico di Bari e gli Ospedali Riuniti di Foggia, le due principali aziende ospedaliere della Puglia, hanno chiuso il bilancio 2011 in pareggio. Ma soltanto grazie a un «aiutino» della Regione, che sei giorni prima dell’approvazione dei consuntivi ha erogato un contributo straordinario pari a 100,5 milioni di euro. Cui sommare altri 23 milioni riconosciuti ai due Irccs baresi, Oncologico e De Bellis.

Il finanziamento (formalizzato con le delibere 1032 e 1033 del 25 maggio) è relativo a quelle che si chiamano funzioni non tariffate: sono i fondi che la Regione assegna per tutte le voci che non rientrano nei Drg (il «listino» della sanità). Dalla ricerca alla didattica universitaria, alle malattie rare, alle prestazioni di emergenza-urgenza. Funzioni importantissime e discrezionali, per le quali la giunta regionale ha attinto ai residui di bilancio provenienti dagli incassi dell’Irap: dunque dal bilancio proprio, cioè dai soldi dei cittadini.

«Finalmente – dice il direttore generale del Policlinico, Vitangelo Dattoli – ci è stato riconosciuto ciò che chiedevamo da anni a fronte di prestazioni costosissime e mai remunerate. Ricordo, ad esempio, che occuparsi di malattie rare può voler dire, ad esempio, mantenere una equipe specializzata per uno o due casi l’anno». Ma certo, dal punto di vista finanziario, l’intervento regionale è stato chirurgico. Il preconsuntivo (gennaio 2012) si era chiuso con 84 milioni di euro. Il 24 aprile via Capruzzi ha concesso 60 milioni per le funzioni extra, e si è accollata con il proprio bilancio i rischi di svalutazione crediti per 27,6 milioni. E dunque (considerando anche il consolidamento della mobilità) il bilancio si è chiuso con 200mila euro di utile.

Non molto differente il caso dei «Riuniti», che hanno ottenuto 40,5 milioni per funzioni extra e un abbuono di crediti pari a 3,2 milioni. Risultato: bilancio in pareggio.

Bisogna aggiungere ancora che il mese scorso, in sede di prima ripartizione del Dief per il 2012, la giunta ha erogato a Policlinico e «Riuniti» altri 55 milioni per funzioni extra. In totale (i dettagli sono nella tabella in alto), in tre mesi la giunta ha attinto 184 milioni dalle tasse dei pugliesi per «sistemare» i bilanci delle aziende pubbliche, più altri 6,5 milioni per gli enti ecclesiastici. Un fiume di soldi, speso per motivi cosmetici: il ministero della Salute ha promesso (ma non ancora formalizzato) un contributo extra per le aziende con i conti in regola, e dunque la Regione proverà a prendere due piccioni con una fava.

Fermo restando che la scelta è assolutamente legittima, va detto che il meccanismo delle funzioni non tariffate è esattamente quello per cui a Milano è stato arrestato il faccendiere Pierangelo Daccò: la legge che porta il suo nome serviva ad aumentare l’assegnazione di quei fondi a privati.

In Puglia non ci sono rischi simili. Ma ci sono opportune due considerazioni. La prima l’hanno fatta pochi giorni fa i ricercatori dell’Istituto Bruno Leoni: «Le funzioni non tariffate dovrebbero essere ripensate in modo da evitare un trattamento discriminatorio nei confronti dei privati for profit e ridurre il rischio che le strutture pubbliche e private non profit adottino comportamenti opportunistici nella consapevolezza di poter ottenere fondi extra anche in situazioni di non copertura dei costi». Secondo: sulla Regione pende la spada di Damocle dei risarcimenti agli enti ecclesiastici decisi dai giudici amministrativi, che tra Miulli e Panico potrebbero costare oltre 200 milioni. Fino ad oggi la Regione ha sempre detto di non poter pagare per mancanza di fondi. Come farà adesso – dopo aver trovato in tre mesi 180 milioni che hanno ripianato i conti di altre aziende sanitarie simili – continuare a sostenere questa tesi?
MASSIMILIANO SCAGLIARINI da La Gazzetta del Mezzogiorno

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