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FOGGIA – Oltre la profanazione c’è l’abuso al Parco dell’Iconavetere

Pubblicato: martedì, 30 ottobre 2012 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

Non bastava l’incuria, il degrado, l’abbandono, il sacrilegio a “violentare” nuovamente il Parco dell’Iconavetere. Ora ci si mette anche l’abuso e il disfacimento. Proprio così.
Venerdì 26 ottobre son stato allertato da alcuni residenti di via Ciano, a Foggia, comunicandomi che nel Parco dell’Iconavetere si sta costruendo una baracca il legno.
Recatomi immediatamente e fatto un sopralluogo, ho constatato che la baracca c’era realmente, costruita per metà. A dir la verità, credevo che la segnalazione era frutto della oramai spazientita sopportazione dei residenti nel vedere quell’area degradata, dove qualche tavola di legno era diventata baracca. Invece ho visto che quella baracca c’era, ed era anche ben sistemata.
Difatti la baracca è stata collocata sul terreno a ridosso del vecchio muro che un tempo era parte del convento dei cappuccini, ora distrutto. Come pavimentazione i sedicenti incivili hanno utilizzato i manufatti che costituiscono la pavimentazione del parco, sradicando dal terreno i mattoncini a forma di arco con base ellittica, recando, così, un doppio danno alla struttura.
Ma i particolari che mi son balzati agli occhi sono stati il puntellamento nel terreno delle tavole di legno che costituiscono parte del recinto della semi baracca, e l’ubicazione della futura baracca mimetizzata tra i colori della vegetazione e del vecchio muro anzidetto.
Secondo una mia stima, senza aver sentito alcun testimone poiché le denunce sono anonime e quando si chiede a qualche residente informazioni la reticenza prende il sopravvento, per costruire la futura baracca in così poco tempo, ci son voluti almeno 3, forse 4, persone che non saprei definire se fossero adulti o ragazzi aiutati da adulti. Forse per gioco (mah…), forse per necessità, ma la baracca, ancora in fase di costruzione, è li nel parco.
Qualche residente, sempre in forma “molto” anonima (e questa la dice lunga sulla volontà di cambiar lo stato delle cose), mi ha anche detto che venerdì mattina, 26 ottobre, alcuni agenti della Polizia Municipale sono intervenuti per prendere atto dello scempio compiuto all’interno del Parco dell’Iconavetere. E questo è rilevante sia da parte di chi ha allertato la Polizia Municipale, sia della stessa Polizia che subito è intervenuta.
Con ciò sono più che sicuro che la Polizia Municipale, nelle vesti del suo nuovo capo istituzionale, l’Ass. Franco Arcuri, intervenga al più presto per smantellare la fatiscente e indecorosa semi costruzione all’interno del parco e che avvii indagini per risalire ai responsabili. Non possiamo permettere che aree protette, recintate, storiche, di rilevanza culturale e religiosa vengano “violentate” in nome della prepotenza di alcuni soggetti che si autoproclamano proprietari del bene pubblico, approfittando della quasi deriva di un’amministrazione comunale che sta cercando di virare su rotte migliori per la città.
L’augurio che oltre a eliminare la semi baracca, si ripristini la pavimentazione smantellata e che l’Ass. Arcuri dia il “La” all’Amministrazione Comunale per ridare dignità e decoro al Parco dell’Iconavetere, giacché la funzionalità e sicurezza del parco , a quanto pare, è dovuta alla Curia arcivescovile foggiana con delega a un’altra istituzione religiosa. Difatti la gestione e controllo dell’area in oggetto è stata data in gestione alla parrocchia foggiana di S. Anna, curata dall’ Ordine Francescano Frati Minori Cappuccini, che finora ha latitato sul mandato.
E se proprio volete che esprima un mio parere, io son dell’idea di riconvertire il Parco dell’Iconavetere da chiesa all’aperto a area ludica per ragazzi, mantenendo sempre le vecchie mura dell’ex convento ed eliminando la chiesetta e la platea di seggiolini (arrugginiti); o al massimo riconvertire la chiesetta in teatro all’aperto e dandolo in gestione ad alcune associazioni volenterose. Tanto chi doveva far funzionare la chiesetta con sante messe non ha cura del patrimonio concesso in nome del loro operato.

Ad Maiora
Nico Baratta
Direttore Responsabile
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