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Il Canile di Troia

Pubblicato: domenica, 17 aprile 2011 Commenta questo articolo Leggi il CommentoTorna alla pagina iniziale

Il centro nasce otto anni fa come ricovero provvisorio per ospitare i pochi cani che vagavano per il paese, ma per mancanza di fondi, inadeguatezza dell’infrastruttura e incuria della gente si è trasformato in una discarica. Dal 2007 il canile è gestito dall’Associazione Volontari per la Protezione Animali di Foggia che sta facendo in modo di organizzare una soluzione più dignitosa per i cani e gli utenti che vorranno usufruire dei servizi che già adesso sono attivi. I volontari in questi giorni stanno organizzando una campagna di sensibilizzazione sulla sterilizzazione, per limitare le nascite indesiderate sempre più frequenti. Siamo andati a visitare la struttura e vi mostriamo alcuni scatti della situazione in cui si trovano gli sfortunati animali.

Da sapere

Dei danni provocati da un cane randagio a una persona che transita su una strada comunale risponde, ai sensi dell’art. 2051 c.c., il Comune in qualità di proprietario- custode della rete stradale comunale. L’amministrazione comunale, infatti, oltre a provvedere alla manutenzione delle strade, deve eliminare le situazioni di pericolo che non siano chiaramente evitabili e percepibili dall’utente con l’uso della normale prudenza. Il principio del neminem laedere (ossia di non arrecare danno ad altri), scolpito nell’art. 2043 c.c., impone pertanto all’amministrazione il dovere di tenere le strade in condizioni tali da non costituire per l’utente, che regolarmente confida nello stato apparente di transitabilità, un’insidia o trabocchetto (Trib. Torre Annunziata 11 ottobre 2008, n. 1345). Più di recente, però, la Cassazione (sentenza n. 8137 del 3/4/2009) ha stabilito che deve essere l’Azienda Sanitaria Locale territorialmente competente, non il Comune, a risarcire i danni provocati alle persone da cani randagi, dal momento che la legge regionale affida la lotta al randagismo ai servizi veterinari delle ASL.
Randagismo e condominio Se un condomino attira con cibo uno o più cani o gatti randagi nell’area condominiale, prima d’intraprendere un’azione di contrasto (specialmente se le immissioni provocate dagli animali non sono tali da superare la normale tollerabilità di cui all’art. 844 c.c.), è opportuno accertare cosa dicono in proposito la normativa regionale ed eventualmente quella comunale: l’art. 11 della legge sul randagismo della Regione Lazio, per esempio, vieta di spostare i gatti randagi dal loro habitat.

Pertanto, se si vuole evitare che gli spazi condominiali divengano stabile dimora di questi animali, è opportuno inserire nel regolamento del condominio una clausola che faccia divieto ai condomini di attirarvi con cibo cani e gatti randagi, o, alle prime avvisaglie, allertare l’amministratore affinché si attivi presso l’ASL o un’associazione ambientalista affinché provveda al trasferimento degli animali. Per il Giudice di pace di Oristano (sentenza del 29/6/1999) anche l’abituale permanenza di un cane randagio nel cortile condominiale, tollerata dai condomini quale deterrente contro possibili malintenzionati, integra una situazione di fatto rilevante agli effetti di cui all’art. 2052 c.c. (responsabilità per danno cagionato da animali); di conseguenza, in caso di aggressione dell’animale a terzi, il condominio risponde dei relativi danni.

da Preappennino Oggi

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Un commento per “Il Canile di Troia”

Commento di roberta
Data 3 maggio 2011 ora 3:15 PM

Ho avuto occasione di leggere l’articolo sul randagismo ed il canile di Troia pubblicato sul n. 4 – Aprile, del mensile “Preappennino oggi”, ultimamente per motivi familiari mi capita spesso di recarmi nel bel paese che è Troia, ho visto le foto del canile di cui ignoravo l’esistenza e mi è spiacuto molto vedere in quali condizioni siano tenuti gli animali, chiedo gentilmente se è possibile avere un indirizzo email di qualche volontario e dove si trova il canile, in modo da poter dare una mano quando mi reco in vacanza a Troia, ringrazio e spero in una risposta.

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