GROTTAGLIE - I sindaci pugliesi a confronto per recuperare presto i centri storici (29/05/2008)
“Riqualificare i centri storici: opportunità e sviluppo locale”. Questo è il tema della Conferenza Regionale che si terrà il 31 maggio a Lizzano. Intento degli organizzatori è quello di creare l’occasione per fare il punto della situazione sul tema della valorizzazione dei centri storici e per illustrare le possibilità finanziarie della nuova programmazione strutturale 2007-2013. La conferenza, dopo il saluto degli amministratori locali, metterà a confronto le diverse esperienze con gli interventi dei Sindaci, amministratori e tecnici di Mola di Bari, Montemesola, Grottaglie, Cisternino, Canosa di Puglia e Lecce. Ma sono previsti anche gli interventi dei rappresentanti dell’Associazione Nazionale Centri Storici Artistici (Ancsa) e del dott. Giuseppe Andreassi, Soprintendente per i Beni Archeologici della Puglia, mentre le conclusioni saranno affidate ad Angela Barbanente, Assessore all’Assetto del Territorio della Regione Puglia. Il Comune di Grottaglie sarà presente con una relazione dell’Assessore all’Urbanistica, il Vicesindaco Francesco Donatelli. “In più occasioni” ha dichiarato il Vicesindaco Francesco Donatelli, “abbiamo affermato che il recupero del Centro Storico non è solo la redazione di uno piano urbanistico, ma è uno strumento che è carico di una valenza culturale, sociale ed economico. Ecco perché è importante che vi siano incontri di questo tipo, di confronto e di scambio di esperienze con le altre realtà, affinché diventino momento di crescita per tutto il territorio. In questo periodo poi il confronto assume un significato ancora più importante in quanto nella provincia di Taranto, amministratori, partnerariato, tecnici e cittadini si stanno cimentando nel costruire dal basso il Piano Strategico di Area Vasta di Taranto che rappresenta” conclude il Vicesindaco Francesco Donatelli, “non solo la costruzione di una strategia di sviluppo condivisa, ma anche l’occasione più importante per accedere ai finanziamenti previsti dai fondi strutturali europei 2007/2013 del
Piano Operativo della Regione Puglia.” intervento del ministro del lavoro Maurizio Sacconi Questi i principali capitoli dell’indagine a livello nazionale. PIL – E’ stato per l’Italia l’anno del rallentamento economico e la ripresa deve necessariamente passare per «interventi energici» su consumi e investimenti. Ma per il futuro c’è «prudente ottimismo», fa sapere il presidente dell’Istat, Luigi Biggeri.

REDDITI E FAMIGLIE - In sei anni il reddito per abitante degli italiani è crollato di 13 punti rispetto alla media europea: se nel 2000 era di 4 punti più alto della media dell’Unione, nel 2006 è crollato a oltre 8 punti sotto la media. In base ai dati forniti dall’Istituto di statistica, il 14,6% delle famiglie italiane arriva «con molta difficoltà alla fine del mese», il 28,4% non riesce a far fronte a una spesa imprevista di circa 600 euro e il 66,1% dichiara di non riuscire a mettere da parte risparmi. Nel Rapporto sono evidenziati anche altri segnali di «disagio» e «deprivazione »: la metà dei nuclei ha guadagnato meno di 1.900 euro al mese, il 6,2% ritiene di non potersi permettere un’alimentazione adeguata, il 10,4% un sufficiente riscaldamento per l’abitazione e il 38,7% una settimana di vacanza all’anno.
MUTUI - Sui bilanci delle famiglie italiane pesano sempre di più le rate per i mutui sulla casa. Nel 2006 il 13% ha sostenuto gli oneri di un mutuo per l’abitazione di proprietà (erano il 12% nel 2004) e ha pagato una rata (comprensiva degli interessi e della quota di rimborso del capitale) di 559 euro al mese. Nel 2004 la rata media era di 469 euro al mese con un’incidenza sul reddito salita dal 16,5% al 19,2%.

IMMIGRATI - L’Italia si conferma meta di stranieri. Gli immigrati nel nostro Paese sono 3,5 milioni (il 5,8% del totale dei residenti), secondo le stime riferite al primo gennaio 2008.

OCCUPAZIONE - Riguardo alla disoccupazione, prosegue il calo iniziato nel 1999. Ma sono sempre di più gli “inattivi”, ossia coloro che non cercano più un lavoro perché sono scoraggiati, sanno di non trovarlo: nel 2007, sono arrivati a quota 1,2 milioni. A questi però vanno aggiunti coloro che non cercano lavoro, anche se però sarebbero disponibili a lavorare (1,3 milioni) e anche coloro che cercano lavoro ma non sono disponibili immediatamente a lavorare (che sono 323mila) per un totale di circa 2,8 milioni di persone scoraggiate. Nel 2007, in Italia, i disoccupati erano invece poco più di un milione e mezzo, vale a dire circa un milione in meno rispetto  a dieci anni prima.
da quotidianopuglia.it