Nichi Vendola ha fatto benissimo, non bene, dopo l’arresto del suo ex vice presidente Frisullo e dei 3 dirigenti sanitari leccesi, a dichiarare: “Penso che la politica debba sempre assumere un atteggiamento di assoluto rispetto nei confronti di chi ha il delicato e cruciale compito di accertare e perseguire i reati. Bisogna sempre rispettare il lavoro della magistratura, a Bari come a Trani”.

In verità, è da rispettare solo il lavoro della magistratura non politicizzata. Di tutta la magistratura non è possibile parlare, purtroppo, nel nostro Paese. E’ una distinzione doverosa anche per onorare la stragrande maggioranza di magistrati che, pur svolgendo il proprio lavoro nel tradizionale riserbo della professione, è ingiustamente coinvolta, dalla stampa per prima, nell’impopolarità dell’altra magistratura.

E’ una minoranza che dimostra di meritarla, lasciando sempre più spesso la toga, anche in Puglia, per darsi alla politica. Vendola ha fatto benissimo, non bene, ad aggiungere: “Il mestiere della politica non è quello di inseguire i giudici ma è quello di compiere scelte forti e chiare a presidio della legalità”. Invece, Vendola ha fatto malissimo a portare il caso di Frisullo in campagna elettorale.

E per dire che cosa, poi, al Corriere della Sera? Che non teme nessun danno elettorale da questo arresto, parole sue testuali. Non solo. Ad una precisa domanda della “Stampa” di Torino (“L’arresto di Frisullo influenzerà il voto in Puglia?”), Vendola ha risposto di no, precisando: “No, non penso che possa modificare l’orientamento degli elettori pugliesi, perché io non ho inseguito i miei assessori proteggendoli dalle inchieste”. Questa difesa non richiesta è peggiorata quando Vendola si è attribuito il merito di essersi comportato in modo diverso l’anno scorso:

“Per parte mia - ha detto - credo di aver agito con estrema durezza già a metà dello scorso anno, quando ho azzerato la giunta sia pure in presenza solo di notizie di stampa e di un unico avviso di garanzia”. Come se non bastasse, e continuando infallibilmente a presumere di essere stato già creduto, a scatola chiusa, dagli elettori pugliesi, Vendola ha così proseguito: “Non ho gridato al complotto e non ho messo la testa sotto la sabbia.

Altri governatori invece hanno avuto ben altro stile dinanzi a casi analoghi”. Semmai, è offensivo, nei confronti degli elettori pugliesi, pensare che l’arresto di Frisullo possa essere da loro considerato ininfluente sul voto, come se non si fosse verificato o fosse avvenuto addirittura il contrario. E’ più probabile che gli elettori pugliesi siano stati indotti a far influenzare il loro voto anche (per non dire soprattutto) dalla reazione di Vendola.

E se continuano a dubitare, si lasceranno certamente e definitivamente convincere, pensando a che cosa avrebbe detto, fatto e combinato Vendola, se il suo vice presidente Frisullo fosse stato un politico di centrodestra.

E’ inoltre più probabile pensare che gli elettori pugliesi condividano ciò che ha detto ieri un politico che 5 anni fa ha votato per Vendola. E’ il candidato alle Regionali pugliesi di Alternativa Comunista Michele Rizzi. “Vendola ha capito che non c’è un solo cittadino pugliese che lo consideri al di sopra delle parti come ha detto sinora.

Il suo fallimento politico e gestionale - ha aggiunto Rizzi - è quello che interessa a noi e ai cittadini. Il presidente della Regione in questi 5 anni è stato Vendola. Non può pretendere, ora, di prendere le distanze da una gestione clientelare e opaca che ha contraddistinto tutti i settori della Regione.

Per questo i cittadini pugliesi lo rimanderanno a casa”. Senza dubbio, Rizzi adesso è un antagonista di Vendola. Punta anche a portargli via voti di comunisti delusi, rifondatori e non, di 5 anni fa. Ma il suo commento equivale pur sempre, se lo si considera eccessivamente e ingenerosamente critico, alla frase di Vendola sul “voto che non verrà influenzato” dall’arresto di Frisullo.

Vendola si sarebbe dovuto, insomma, risparmiare questa difesa inopportuna di se stesso, per la giunta azzerata e “rimpastata” l’anno scorso, come se Frisullo non fosse stato suo vice presidente; e, ripetiamo, chissà che cosa avrebbe detto, fatto e combinato, fra l’altro, lui, se Frisullo fosse stato un presidente di centrodestra.

Da un polemista abile e da un politico che negli ultimi 5 anni non ha perduto mai, nel centrosinistra pugliese e nazionale, ci si aspettava solo la prima parte del discorso, quella sul rispetto per il lavoro della magistratura.

Invece ha regalato a Rocco Palese la possibilità di far notare la notevole differenza fra le sue dichiarazioni e quelle di Vendola sull’arresto di Frisullo. Poche parole ma pesantissime e largamente condivise: “Non amiamo le manette. Non vogliamo speculare sulle vicende giudiziarie altrui”.
GIS. da quotidianopuglia.it