Continuiamo a vivere i nostri anni, ma soprattutto, vi prego, sorridete di più - La lettera di Ida Sorrentino/Pronti, sin dal mattino, come soldati al fronte per cercare di non deludere, di essere all’altezza (7/03/2010)
Caro direttore, è diventato proprio difficile, per ognuno di noi abitanti della terra, poterci rinchiudere in un solo attimo di serenità. Vaghiamo da ogni parte come formiche al sole, in cerca di risolvere non uno e neppure due o tre, ma mille problemi che, quotidianamente, richiedono priorità l’uno sull’altro ed eccoci pronti sin dal mattino, come soldati al fronte a cercare di non deludere, di esserne all’altezza, di essere degni di vivere questa vita che, nonostante tutto, è il più grande regalo che ci sia mai stato donato.
E, poiché le forze fisiche diminuiscono giorno dopo giorno (si abbia il coraggio di ammetterlo), è necessario curare se stessi per essere in grado di presentarci al prossimo in maniera tale di non angustiare maggiormente coloro che ci restano vicini, quei pochi che non ci abbandonano con i quali possiamo ancora colloquiare e rilassarci, nei ritagli di tempo pur sempre preziosi, ritrovando “i tempi che furono”.
Non mi dite, amici cari, che sono una “piagnona”, non mi accusate di aver perduto, attraverso gli anni, gli entusiasmi di allora. Tutt’altro! Gli entusiasmi non appartengono ad una “età precisa”: si esplicano in maniera diversa, è logico, è naturale, ma… quelle sensazioni restano in tutta la loro forza perché fanno parte di un certo Dna che non tutti posseggono.
Quindi, cari coetanei, continuiamo a vivere i nostri anni finché il Signore ce lo permetterà ma, soprattutto, vi prego, sorridete di più. Sere fa, accanto a me, signore che nonostante un trucco che considererei piuttosto pesantuccio, ascoltando l’orchestra di Paolo Lepore, in un circolo cittadino fra i più belli della nostra città, in un vortice di musica, di professionalità, di note che avrebbero fatto rimbalzare anche i “non udenti”, ebbene, restavano lì, mute, con espressioni assenti quanto annoiate forse perché (pensai) erano state distolte dalla vera vocazione del momento: il burraco!
Grazie a te, Paolo Lepore, ad Armando De Cillis e tutti gli altri che li attorniano, veri maestri della buona musica, grazie per quelle ore meravigliose durante le quali io ritrovo la musica della mia vita, quando qualcuno mi disse: “Ida, se non conosci il jazz, non puoi considerarti una musicista”.
E poiché, tra mille difetti nascondo qualche virtù, ascoltai quell’insegnamento che mi ha completata in ciò che di più bello esista al mondo: la musica. “Senza la musica, la vita sarebbe un errore” Nietzsche. “Colui che non può contare su nessuna musica dentro di sé e non si lascia intenerire dall’armonia concorde di suoni dolcemente modulati, è pronto al tradimento, agli inganni e alla rapina: i moti dell’animo suo sono oscuri come la notte e i suoi affetti tenebrosi come l’Erebo. Nessuno fidi mai in un uomo simile” Shakespeare.
E passo ad altro argomento anche se, la precedente considerazione sulla ricerca del bisogno insito in ognuno di noi di ricercare un attimo di serenità, non era altro che la conseguenza di stupore, di incredulità quasi difronte ad una notizia che circola da tempo lo so, ma che, oggi, ha ricevuto da me più attenzione provocandomi una ulteriore tristezza interiore che mi prende ogniqualvolta io riceva, dall’esterno, quasi un tradimento e, per farvi sorridere, vi citerò ancora il grande Shakespeare che, rivolgendosi al Cristo, ebbe a dire:
“Lui, fra dodici, scoperse il tradimento in uno solo; io, in dodicimila, l’ho scoperto in tutti!”. Lontana da simili pretese, io umilmente mi rivolgo ad un personaggio della mia terra, un uomo che avevo sempre apprezzato, uno che consideri amico, un punto di riferimento e orgoglio del mio sud quando, la scorsa estate in quel di Forte dei Marmi, alla “Versiliana”, si esibì in un duo “salvando” categoricamente una Catherine Deneuve che, senza del suo interlocutore a nome Michele Placido, sarebbe stata affossata ancor di più non solo dalla critica italiana ma soprattutto da quella francese.
Nonostante i suoi capelli bianchi, Placido, il buon ragazzo della “porta accanto”, salvò letteralmente la scena, frenando un pubblico tra i più scelti ed esigenti, riuscendo a rabbonirli, a farli sorridere, a farli applaudire persino educatamente. Stamane, leggo, durante una sua intervista: “Tutto il rispetto per i parenti delle vittime.
Ma certo, non possiamo solo fare film su Padre Pio”. E così, caro Michelino Placido, anche tu scendi da quel piedistallo sul quale ti avevo posto. Te ne freghi di me? Ne hai tutto il diritto così come ho anch’io il diritto di dire la mia: “Cambio canale quando sullo schermo televisivo appaiono personaggi pubblici quali Santoro, Travaglio, Di Pietro ecc. ecc. Ora, farai parte anche tu della mia scelta e ricordati che ‘perdere un amico, è perdere un tesoro’.
Tieniti pure il tuo bel René, ma abbi almeno il coraggio, quello che attribuisco ad alcuni uomini della mia vita, di mostrarti per ciò che tu sei e, soprattutto non rilasciare (riferendoti a Vallanzasca) dichiarazioni quali: ‘non lo assolvo, indago sul lato oscuro’”. Per quanto riguarda me, ti auguro che, Padre Pio, assolva te.
Ida Sorrentino da quotidianopuglia.it
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ROMA – Vendola: ‘Con il dl una grande truffa. E’ un pezzo di fascismo’ - Il presidente della giunta regionale: “Inaccettabile” (7/03/2010)
“Il decreto salvaliste è come un pezzo di fascismo”. Parola di Nichi Vendola, all’indomani della firma del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha innescato un acceso dibattito politico. Di seguito una sintesi degli interventi di alcuni esponenti dei 2 schieramenti.
SINISTRA, ECOLOGIA E LIBERTÀ – Il Partito del presidente uscente della Regione Puglia e ricandidato del centrosinistra, Nichi Vendola, adedirà alla manifestazione in programma sabato prossimo a Roma per protestare contro il decreto salvaliste.
Lo ha annunciato lo stesso Vendola nel corso di una telefonata con il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani. Vendola ha anche reso noto che la protesta riguarderà anche la nuova norma che permette di aggirare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
ANTONIO LEONE, vicepresidente della Camera (Pdl) – In Italia c’è ormai un’emergenza democratica e questa è certamente rappresentata da Antonio Di Pietro.
Lo conferma la sua ultima dissennata minaccia di impeachment contro il Capo dello Stato, che ancora una volta ha invece dimostrato equilibrio e saggezza riconoscendo la legittimità costituzionale di un decreto interpretativo che restituisce al corpo elettorale il suo pieno diritto di voto in 2 Regioni importanti del Paese. GAETANO
QUAGLIARIELLO, vicecapogruppo Pdl al Senato – Il decreto è frutto di una leale collaborazione tra istituzioni dello Stato, permette di coniugare in modo più razionale forma e sostanza, ribadisce il rispetto delle regole, ma ricorda anche che la sostanza della democrazia è il confronto fra posizioni differenti.
NICOLA LATORRE, vicecapogruppo Pd al Senato – La posizione di Di Pietro sull’impeachment al Capo dello Stato è assolutamente inaccetabile. Napolitano continua ad operare con grande equilibrio e garanzia per tutto il Paese. FRANCESCO
PIONATI, Alleanza di Centro – Berlusconi, con una scelta coraggiosa, dimostra di essere uno statista liberale: per lui la democrazia viene prima della democrazia.
da quotidianopuglia.it
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VENEZIA – D’Alema: ‘E’ un atto di arroganza. S’interviene per cambiare il gioco’ - Opposizione polemica sul dl (7/03/2010)
“Il decreto salva-liste approvato venerdì sera è un atto di arroganza che non ha precedenti e interviene per cambiare le regole del gioco. E’ un insulto a tutti i cittadini italiani”. Così Massimo D’Alema (nella foto), esponente del Pd e presidente del Copasir, commenta da Venezia il via libera del Consiglio dei ministri.
“Così – aggiunge - si crea una ferita difficile da sanare nei rapporti politici. Non siamo in una Repubblica presidenziale e al presidente della Repubblica spetta un vaglio formale. Napolitano, non poteva esimersi dal firmare il decreto del Governo per le elezioni regionali. Poteva opporre un problema di costituzionalità per una norma sostanziale, mentre questo non poteva avvenire per una forma interpretativa. La responsabilità politica è del governo.
C’è una casta pasticciona che si autoassolve, siamo di fronte a un atto d’arroganza. Il decreto è una delle cose più gravi fatte da questo esecutivo, che pure ne ha fatte tante. Credo – spiega D’Alema - che questo decreto sia un atto senza precedenti, volto a intervenire sul procedimento elettorale cambiando le regole del gioco.
Il centrodestra non ha potuto intervenire in forma sostanziale perché ha trovato un muro nel Presidente della Repubblica, e ha ripiegato su questa forma interpretativa che non si sa se funzionerà. C’è una doppia regola perchè i partiti di governo non vogliono che a loro si applichino le regole democratiche e sono pronti a sovvertirle attraverso trucchi, e questo è inaccettabile.
L’opposizione e noi conclude D’Alema -, che siamo il maggior partito di opposizione, dobbiamo reagire all’altezza di quanto è accaduto, anche sul piano legale e giuridico perché, naturalmente, bisognerà misurare gli effetti di questo decreto, valutarne la costituzionalità”. Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario del Pd, Pierluigi Bersani: “Lasciamo fuori Napolitano”.
da quotidianopuglia.it
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BARI - ‘Con Palese vinceremo’ (7/03/2010)
“Con Palese e Berlusconi vinceremo”. Lo ha detto il ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, parlando delle Regionali. “ La campagna elettorale inizia adesso, entra nel vivo con una squadra forte intorno a Rocco Palese con il presidente Berlusconi che ha preannunciato la sua presenza in Puglia: siamo partiti con convinzione per andare a vincere queste elezioni”.
E sui sondaggi ha aggiunto: “ Non è un caso che negli ultimi venti giorni si sia passati da meno quindici a quasi un livello analogo dei numeri”.
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BARI - Decreto salva-liste, Fitto: ‘Non ci sono polemiche. Restituito il diritto di voto’ - Il ministro a Bari: “Da Di Pietro solo dichiarazioni farneticanti” (7/03/2010)
Il decreto del governo sulle norme elettorali “sana alcuni aspetti interpretativi, ma non interviene in alcun modo se non per consentire a 15 milioni di italiani di poter votare”. Lo dice Raffaele Fitto, ministro per gli Affari regionali, a Bari. Fitto considera “singolare una polemica su questo da parte delle opposizioni: evidentemente qualcuno credeva veramente di poter fare le elezioni senza avversari in due tra le più importanti regioni d’Italia.
Il governo si è mosso in modo lineare e il capo dello Stato ha controfirmato il decreto, quindi siamo sulla strada giusta”. E poi aggiunge: “‘’Credo che la posizione dell’onorevole Di Pietro sia sopra le righe e fuori da qualsiasi idea e logica del rispetto democratico perche’ l’attacco al capo dello Stato non puo’ essere in alcun modo tollerato’’.
Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto interpretativo per risolvere il «nodo» delle liste rimaste escluse in vista delle prossime elezioni regionali. Il via libera è arrivato attorno alle 21,40, circa due ore dopo rispetto l’ora fissata per l’inizio della seduta: un intervallo che è stato reso necessario per affinare il testo e renderlo compatibile con una valutazione positiva da parte del capo dello Stato. Il presidente della Repubblica aveva infatti detto chiaramente di non essere disposto ad avallare un intervento d’urgenza di tipo innovativo.
Ma secondo quanto annunciato in serata, si sarebbe reso disponibile ad esaminare un testo diverso. I tempi lunghi di inizio del Cdm sono dunque stati legati alla necessità di un confronto preventivo tra gli staff di Palazzo Chigi e della presidenza della Repubblica. In tarda serata, comunque il Colle ha dato il benestare al decreto così come formulato pocanzi dal Consiglio dei ministri.
Il tutto è avvenuto al termine di una giornata di fibrillazione in cui hanno tenuto banco la posizione intransigente dell’opposizione rispetto a possibili scorciatoie legislative e, la posizione che sulla vicenda potrebbe assumere il presidente della Repubblica, Napolitano.
Il Quirinale aveva fatto sapere al premier di non essere propenso ad avallare provvedimenti d’urgenza che modifichino la legislazione. E per questo l’esecutivo ha optato per un decreto interpretativo che dovrebbe consentire di far rientrare nell’alveo della regolarità anche le liste rimaste escluse pur senza introdurre nuove norme. Interviene anche il ministro degli Interni Maroni: “Il nostro provvedimento è assolutamente nell’ambito della Costituzione, se non fosse così voi pensate che il presidente Napolitano avrebbe firmato il decreto?”.
da quotidianopuglia.it
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BARI - Biologico: cosa cambia con le nuove regole per i produttori Gli agricoltori devono adeguarsi alle norme di certificazione ed etichettatura - In Puglia sono oltre 130mila gli ettari di superficie agricola coltivata col bio (7/03/2010)
Ci sono nuovi obblighi e opportunità per i produttori biologici pugliesi, più di 5mila operatori che coltivano con questo metodo oltre 130mila ettari di superficie agricola. Impegnati a competere sui mercati internazionali con prodotti affidabili e di grande qualità devono adeguarsi ai nuovi regolamenti CE 834/07 e 889/08 (recepiti dal DM 18354 del 27 novembre 2009 pubblicato sulla Gu due settimane fa) che introducono novità sulle regole di certificazione ed etichettatura.
Se ne è discusso alla Camera di Commercio di Bari, in un affollato seminario, “L’agricoltura biologica tra nuovi adempimenti normativi e opportunità di mercato”, il primo di un ciclo di sei, organizzati nell’ambito della settimana Bio in Puglia, promossa da Unioncamere Puglia e dal Consorzio Bridg€conomies, partner della rete Enterprise Europe Network, in collaborazione con Cibi - Consorzio Italiano per il Biologico – e l’ente camerale barese.
L’adeguamen-to a norme e convenzioni globali (Wto, Iso 65, Codex), riconoscimenti e accreditamenti sui mercati di destinazione (Usa Giappo-ne, India e Cina), affidabilità e riconoscibilità dei marchi di certificazione italiani sono i maggiori problemi del sistema di controllo italiano nel contesto internazionale.
La nuova normativa amplia il campo di applicazione dei controlli e della certificazione, ha spiegato Gaetano Paparella, presidente Icea (Istituto di certificazione etica-ambientale): si aggiungono i prodotti dell’acquacoltura, le alghe marine, i lieviti utilizzati come alimenti e mangimi e saranno definite le norme tecniche per il vino.
Agli organismi di controllo, inoltre, è richiesto l’accreditamento En 45011. Le ispezioni devono essere programmate sulla base di un’analisi dei rischi, garantendo comunque una verifica completa annuale. Il regolamento comunitario si applica ad ogni operatore che eserciterà l’attività in qualsiasi fase della produzione.
Infine sono definite le sanzioni, dal richiamo scritto alla diffida, alla soppressione dell’indicazione metodo biologico, alla sospensione sino al ritiro del certificato di conformità. Ma cambiano anche le regole di etichettatura biologica, ha spiegato, Nicola Panaro, coordinatore del Ci.Bi: entra in vigore il nuovo logo comunitario, un rombo di stelle su uno sfondo verde, sul quale scompare il nome dell’organismo di controllo ed è obbligatorio solo il codice numerico ministeriale.
“La normativa europea comporta per le imprese vincoli ma anche opportunità - ha concluso Paparella - e noi oggi siamo qui per fare il punto sulla situazione del biologico in Puglia e in Italia con i protagonisti del settore delle imprese. Considerata la crisi nazionale e internazionale possiamo dire che i risultati conseguiti sono buoni, ma rischiamo di precipitare se tutti insieme, imprese e istituzioni non facciamo sistema”.
E qui ha rivolto un appello all’Ente Regione Puglia a proseguire il percorso di sostegno ala comparto biologico anche nella programmazione del fondi comunitari 2007-2013. L’agricoltura biologica ha raggiunto in Puglia un elevato livello di diffusione con oltre 130mila ettari di superficie agricola utilizzata e più di 5mila operatori agricoli e agroalimentari impegnati a competere sui mercati internazionali con prodotti affidabili e di grande qualità. Prossimi appuntamenti: domani alle 15.30 nella sala Resta della Cittadella delle Imprese di Taranto; martedì sempre alle 15.30 ma nella sala conferenze della Camera di Commercio di Lecce.
da quotidianopuglia.it
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BARI – Lettera ai rettori pugliesi: un patto sui giovani tra Regione e Università - Palese: progetti mirati per fare ‘un salto di qualità’ (7/03/2010)
“Un patto per i giovani” con la duplice firma “Regione e Università”. Così Palese candidato del centrodestra alla Regione in una lettera ai rettori pugliesi. Propone di finanziare progetti mirati a combattere dispersione e abbandono degli studi: “E’ necessario – spiega - rimodulare l’offerta formativa con standard di qualità e settori più vicini alle esigenze del mercato del lavoro: “L’Università – scrive – è la fucina dei migliori talenti della nostra regione.
Purtroppo il tasso di impiego di laureati nelle nostre imprese è ancora troppo basso: serve una rete di centri per l’orientamento”. Per questo occorrono tirocini con tesi di laurea in aziende: “Sono solo alcune delle nostre ipotesi di utile collaborazione tra Regione e Università – sostiene – sulle quali mi duole non essere riuscito a portare il mio contributo nei giorni scorsi all’Università di Foggia.
Lo faccio con questa lettera confidando nella disponibilità dimostrata dal mondo accademico ad aprirsi al confronto con una platea più ampia di enti e soggetti portatori di interesse e nella speranza di poter costruire insieme un futuro migliore per la Puglia”. “Nel 2004 - ricorda infine Palese - firmammo il primo Accordo di Programma Quadro con il sistema universitario pugliese, oltre 180 milioni di euro, finanziando interventi importanti: dall’edilizia al diritto allo studio, dai servizi per gli studenti al finanziamento dei progetti di ricerca.
Credo sia giunto il momento per un salto di qualità nella collaborazione tra Università e amministrazione regionale. Il passaggio cioè dalla logica della lista della spesa ad un programma condiviso di sviluppo. Penso inoltre ad un gruppo di lavoro interateneo che con la Regione, definisca un piano di federalismo demaniale universitario”. Questo significa immobili e aree da destinare a formazione universitaria, ricerca e servizi per gli studenti.
Cinzia Stramaglia da quotidianopuglia.it
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C’è speranza di liberarsi del razzismo? (7/03/2010)
Quel “tarlo” sciocco e vischioso che si insinua negli interstizi del reale con effetti dirompenti e che si chiama razzismo. Ha molte facce, una più inquietante e brutta dell’altra. Si presenta in varie forme: palesi e carsiche, sottintese. C’è quello della ragazza nera che prende l’autobus e deve ascoltare battute tipo: “Sporca negra”, “Buuuu”, “Torna nella foresta” e cose di questo tenore escatologico.
Se ha i nervi saldi riesce a scendere alla sua fermata senza rispondere alle provocazioni ma con l’acidità di stomaco. I mittenti sono quasi sempre persone disturbate, che hanno un rapporto paranoico con la realtà. Bisognose di un buon analista. Poi c’è il razzismo insulso dei cori allo stadio per il giocatore nato in Italia da genitori neri. In un mondo multietnico e multirazziale, ancora sopravvivono tali sentimenti deteriori.
Altra gente vigliacca che nasconde nella folla della curva la sua faccia ripugnante e che dovrebbe andare alla Asl del quartiere e farsi rimuovere tare psicologiche pericolose. A uno a uno si spaventano con uno schiocco delle dita. Per un po’ lo sopporti, poi annoia, angoscia, rompe.
E viene alla mente Einstein: “La stupidità umana è più profonda dell’oceano”. Poi c ‘è il razzismo inaspettato e perciò ancora più deplorevole. Una ragazza rumena giunge in un ospedale siciliano, ha le doglie, la fanno sedere su una sedia, poi se la “dimenticano”.
Lì, in quella posizione, mette al mondo la sua creatura, da sola, ignorata da medici e infermieri indaffarati. Quando qualcuno se ne ricorda, le porge una forbice mezzo arrugginita per tagliare il cordone ombelicale. E infatti la bimba muore per un’ infezione: setticemia.
Per i rumeni non ci sono letti all’ ospedale: ha giocato contro il luogo comune: sono tutti brutti, sporchi e cattivi. Sono degli untori, portatori di valori negativi, violenti e inaffidabili. Così ce li descrivono i media e certa malapolitica. E, si sa, i media creano e distruggono a loro piacimento e capriccio. C’è speranza di liberarsi di questi sentimenti deteriori, di queste sentine, nel prossimo decennio?
Francesco Greco da quotidianopuglia.it
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E se non c’erano Confidi e CdC di Bari? (7/03/2010)
E’ il grande mistero (si fa per dire) di questa campagna elettorale. Nessun candidato parla, neppure per sbaglio, delle banche, locali per prime. Invece di aiutare famiglie ed imprese, come esse stesse dicono ogni giorno di voler fare, le rovinano. Pur essendo elezioni regionali, provinciali, comunali, non nazionali - dunque, le più importanti per il territorio e quindi per imprese e famiglie - il massacro del credito continua ad essere ignorato, anche da chi si candida per la prima volta. Eppure è il primo problema, non l’ultimo della nostra comunità.
E’ grave che la politica, vecchia e nuova, nel suo insieme, senza eccezioni, si preoccupi di non disturbare i manovratori del credito, a cominciare dal cosiddetto sistema bancario locale. Pur essendo stato inventato dalla clientela pugliese e lucana, che gli ha consentito anche impensabili sviluppi in altre regioni, si comporta peggio del sistema bancario d’importazione o di occupazione, in anni ormai da dopoguerra.
Agisce come se la situazione fosse normale, non da crisi nella crisi. La richiesta di rientro nei fidi è diventata ormai più asfissiante del negare credito alle imprese che in questi anni, per la più elementare delle logiche (anche bancarie), hanno urgenza di essere “sostenute”. Ci sono casi di banche che negano affidamenti a chi ha proprietà immobiliari che valgono, per le perizie giurate, tre volte più del passivo aziendale.
Sempre per lo stesso motivo: l’impresa è “in sofferenza bancaria”. Come se questa “sofferenza” fosse reale e, comunque, più pericolosa di quella per l’imprenditore e chi lavora con lui, rischiando molto di più della banca. E quale azienda, piccola o grande, può non essere “in sofferenza” in questi anni e ovviamente nei prossimi? Ne occorreranno molti, per recuperare la normalità.
Ovviamente, in questi periodi solo le banche non sono in sofferenza, anche per i tassi più elevati sul “massimo scoperto” di cui chiedono il rientro. E lo chiedono perché glielo impone la Banca d’Italia. Sempre, però, nella matematica certezza che il cliente non sarà in grado di ridurlo e tanto meno di eliminarlo.
Essere inevitabilmente “in sofferenza bancaria”, per la cosiddetta “centrale rischi” di Bankitalia, sta massacrando le imprese e le famiglie degli imprenditori (e dei lavoratori, al 99% con stipendi non pagati da mesi) più dei sequestri e pignoramenti di Equitalia.
Anzi, il massacro di Equitalia qui è fortunatamente e lodevolmente in flessione dopo le critiche della Gazzetta e nostre. Anche per questo invitiamo i nostri lettori e telespettatori di “Rtg Puglia” a segnalarci le loro “odissee” bancarie per poterle segnalare, ogni giorno se necessario, a Bankitalia. Il suo governatore, Mario Draghi, di sicuro, non imiterà i politici pugliesi e lucani di centrodestra e centrosinistra.
Vivendo solo sulla loro luna, i candidati sottovalutano anche l’importanza di sostituire questi problemi popolarissimi alle molte sciocchezze di cui straparlano ogni giorno. Ma è sempre più evidente la loro preoccupazione, in ogni tornata elettorale, di non disturbare i manovratori del credito, contribuendo indiscutibilmente alle difficoltà delle imprese e delle famiglie. S’intende, quelle non gradite o protette dal sistema bancario.
C’è, inoltre, da ricordare che la situazione del credito sarebbe ben più grave nelle nostre regioni se la Camera di Commercio di Bari e il Cofidi (per indicare i soli due esempi a conoscenza dei giornali) non avessero offerto le proprie garanzie alle imprese non in grado di fornirle, perché “in sofferenza” per il sistema bancario.
Senza questi interventi e senza quelli della Regione Puglia (in una quota, purtroppo, notevolmente inferiore alle sue possibilità e ai suoi doveri, oltre che con criteri di assegnazione complessi e inadeguati all’urgenza dei sostegni) la situazione sarebbe peggiore. Le imprese fallite ogni giorno in Puglia non sarebbero venti, ma a dir poco il triplo.
E’ un discredito anche per il sistema bancario pugliese far constatare che famiglie e imprese sono sostenute, anzi salvate, più da iniziative come quelle di Cofidi, Camera di Commercio di Bari e altre organizzazioni di categoria che dalle banche regionali. Ed è più anomalo ricordare lo sviluppo che imprenditori e famiglie pugliesi e lucane per primi hanno, di fatto, consentito alle banche del territorio, Popolari per prime, nell’acquisizione di centinaia di sportelli in altre regioni.
Il loro è stato uno sviluppo di evidente e lodevole successo, per la nostra intraprendenza. Ma a maggior ragione è diventato negativo, proprio quando avrebbe dovuto produrre il massimo sforzo, a vantaggio della comunità, non solo dei suoi bilanci sempre in attivo.
Invece di premiare, almeno in anni difficili, la clientela per così dire di origine che lo ha consentito, il sistema bancario non l’ha ricambiato con pari gratitudine. Al contrario, meglio ripeterlo, senza le garanzie della Camera di Commercio di Bari, del Cofidi, eccetera, questa crisi sarebbe già stata catastrofica.
GIS. da quotidianopuglia.it
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BARI – Ma D’Alema: ‘Un’arroganza inaudita’ per Vendola invece è ‘un pezzo di fascismo’ - Contrari anche Poli Bortone e Udc (7/03/2010)
Per il ministro pugliese Fitto il decreto salva-liste “sana aspetti interpretativi, non interviene in alcun modo se non per consentire a 15 milioni di italiani di poter votare”. Non ci stanno nè Vendola, “è un atto di gravità inaudita, un pezzo di fascismo”, nè D’Alema: “Arroganza senza precedenti.
S’interviene per cambiare le regole del gioco”. Contrari anche Udc (“giornata oscura per la democrazia”) e la P. Bortone: “Di indecente c’è solo questa proposta”.
da quotidianopuglia.it
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BARI – Schifani da Bari: per il decreto salvaliste precedenti autorevoli - Napolitano: “Mancano evidenti vizi di incostituzionalità’ (7/03/2010)
“Ritengo vi fossero precedenti autorevoli nella giurisprudenza amministrativa su questi punti, per cui il governo, con l’appoggio del Presidente della Repubblica, ha ritenuto di intervenire per confermare l’orientamento della magistratura amministrativa”.
Così il presidente del Senato, Renato Schifani (ieri a Casamassima per inaugurare l’anno accademico dell’Università Jean Monnet e poi a Bari per visitare il rinato Petruzzelli), interviene sull’approvazione del decreto ‘salva-liste’ e aggiunge: “Non spetta a me valutarne la bontà o meno, ma al Parlamento che sarà chiamato liberamente a pronunciarsi”.
Rispondendo alle lettere di due cittadini, una a favore e l’altra contraria al decreto, sul sito del Quirinale Napolitano scrive: “Il problema da risolvere era garantire che si andasse ovunque alle Regionali con la piena partecipazione degli schieramenti politici. Il decreto non ha presentato evidenti vizi di incostituzionalità.
Non c’era più tempo per garantire quella ‘piena partecipazione’ e l’unica soluzione politica era il decreto. Poi l’intesa tra gli schieramenti politici avrebbe pur sempre dovuto tradursi in un provvedimento legislativo. E i tempi – conclude Napolitano - si erano a tal punto ristretti che quel provvedimento non poteva che essere un decreto legge”. Di seguito una sintesi, per argomenti, delle dichiarazioni di Schifani.
REGIONALI – Nessuna campagna elettorale può legittimare un attacco al Capo dello Stato la cui autorevolezza e il cui prestigio sono noti a tutti i cittadini italiani come garante della Costituzione e del senso alto delle Istituzioni. Mi auguro che questi toni di abbassino: non ce n’è affatto bisogno.
Casini dice che col decreto salva-liste il messaggio che passa è che le regole valgono solo per i deboli, mai per i forti? Mi auguro che non sia così, e che a pagare siano tutti i cittadini posti sullo stesso piano. La giustizia deve essere ed è uguale per tutti e in questo dobbiamo crederci.
Non sono momenti di impeachment per nessuno, figuriamoci per il Capo dello Stato che gode della fiducia di tutti gli italiani. Naturalmente le opposizioni hanno il sacrosanto diritto di esprimere elementi di critica, starà poi al Parlamento recepirli e pronunciarsi.
ISTITUZIONI – Il valore di una classe dirigente si realizza con la selezione su meritocrazia e professionalità, impartendo anche le vere regole etiche che devono guidare ogni comportamento e che passano dal rispetto per le Istituzioni. E’ necessario che le Istituzioni siano credibili: per questo bisogna pretendere efficienza, trasparenza, rispetto dei ruoli, limiti e competenze secondo il principio della separazione dei poteri cardine della nostra Costituzione.
CORRUZIONE – Contro la corruzione non bastano indagini di magistrati e forze dell’ordine che intervengono in fase repressiva, occorre recuperare il senso dell’etica che significa trasparenza. La corruzione è come un tumore. Lo sono anche i reati più odiosi che dilagano nel Sud, quelli di criminalità organizzata. Ma esiste una corruzione più insidiosa che scardina dalle fondamenta lo Stato e la sua stabilità: quella basata sull’abuso del diritto. Alla forza dell’abuso si deve rispondere con la forza della legge.
La trasparenza deve guidare l’attività di amministratori, imprenditori, lavoratori e comuni cittadini e significa avere la forza e la capacità di allontanare chi tenta di inquinare regole e leggi del vivere civile. PDL – Sconta un periodo di rodaggio e quindi può presentare al proprio interno diversificazioni di opinioni, l’importante è guardare avanti e credere nel processo di semplificazione della politica.
PETRUZZELLI – Grande entusiasmo e grande soddisfazione. Esprimo gioia per il recupero di un patrimonio artistico del quale possiamo essere fieri non solo in Italia ma anche nel mondo: riusciamo, quando vogliamo, e spero che questo avvenga spesso, a recuperare patrimoni come questo. In questo l’Italia dimostra di essere un grande Paese.
Maria Losole da quotidianopuglia.it
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