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Lega Pro I Divisione B

Arezzo - Foggia domenica 29 Marzo 2009 ore 15.00 Stadio "Comunale" di Arezzo

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Lega Pro I Divisione B

Foggia-R.Marcianise 2 - 1 domenica 22 Marzo 2009 ore 14.30 Stadio "Pino Zaccheria" di Foggia

Risultati 26 Giornata 22/03/2009)

Foligno-Arezzo 3-1
Ternana-Crotone 0-0
Potenza-Juve Stabia 1-0
Lanciano-Paganese 0-0
Taranto-Perugia 2-0
Gallipoli-Pescara 4-1
Benevento-Pistoiese 2-0
Foggia-Real Marcianise 2-1
Cavese-Sorrento 0-1

Classifica

Gallipoli 51
Crotone 49
Benevento 48
Arezzo 44
Cavese 44
Foggia 41
Perugia 33
Real Marcianise 33
Sorrento 32
Taranto 32
Ternana 32
Paganese 31
Foligno 31
Virtus Lanciano 31
Pescara 27
Potenza 22
Juve Stabia 22
Pistoiese 19

Prossimo Turno 29/03/2009 Lega Pro I Divisione B

Real Marcianise-Benevento
Arezzo-Foggia
Pescara-Foligno
Cavese-Gallipoli
Pistoiese-Juve Stabia
Perugia-Paganese
Sorrento-Potenza
Crotone-Taranto
Ternana-Lanciano

Statistiche

AREZZO: una squadra che ha smarrito l´identità (24/03/2009)
Dopo la sconfitta di Foligno, sul tavolo ci sono tre questioni aperte per una squadra, l´Arezzo che sembra non all´altezza ora di Cavese e Foggia.
La prima, andando in ordine crescente d´importanza, riguarda il caso Terra. Cosa è successo si sa ma è bene ricordarlo. Venerdì il giocatore chiede un permesso per motivi familiari, permesso che non gli viene accordato da Ugolotti. Terra non si presenta al Minerva, sede del ritiro, e il giorno dopo viene escluso dalla lista dei convocati per Foligno. La richiesta di Terra, con un minimo di buonsenso, avrebbe potuto essere accolta e tutto sarebbe finito lì. Ma se il buonsenso non c´è da una parte, bisogna ci sia dall´altra. Non presentandosi in ritiro, Terra si è messo dalla parte del torto. E la decisione di Ugolotti di lasciarlo fuori è stata legittima.
Cari, per uno screzio con Conte, adottò lo stesso metro a dicembre. Il fatto che Terra sia un giocatore in questo momento quasi indispensabile non sposta i termini del discorso. Per gestire un gruppo non si possono fare figli e figliastri, altrimenti è la fine. Terra è uguale a Baclet che è uguale a Longoni che è uguale a Lancini. L´importante è che ora, da persone assennate, i diretti interessati si chiariscano. Perché l´esclusione di Foligno ci sta, ma perseverare sarebbe assurdo e arriveremmo alla riedizione della vecchia storia secondo la quale il marito, per fare dispetto alla moglie, si tagliò i cosiddetti. Da noi il masochismo è di casa da anni, ma a tutto c´è un limite. La seconda questione, strettamente connessa alla prima, riguarda la condizione psicologica di una squadra che, si vede a occhio nudo, è praticamente devastata da una lunga serie di eventi che hanno segnato le recenti settimane.
Il caso Terra nasce a causa del fatto che l´Arezzo ha dovuto trascorrere il tardo pomeriggio e la nottata di venerdì dentro un albergo. Ora, se è vero che il ritiro in certi casi produce effetti corroboranti, è altrettanto vero che abusarne può rivelarsi un boomerang. Francamente risulta difficile capire quale vantaggio avrebbe potuto arrecare il bivacco nella hall del Minerva prima della trasferta di Foligno. Una società non può concedersi il lusso di ragionare come una curva da stadio. Il sillogismo secondo cui i calciatori sono strapagati e viziati e quindi possono essere fatti allenare sei volte al giorno, costretti al digiuno e sottratti alla normale vita familiare, va bene per un tifoso. Non per una dirigenza che, si presume, ha tutto l´interesse a mettere i giocatori nelle migliori condizioni per vincere. Se venerdì al Minerva ci fosse andata solo il ministro Carfagna a presentare il suo libro, oggi il caso Terra, con tutte le sue spine, non esisterebbe.
Ambrogioni e Chianese si scontranoLa terza questione sul tavolo, più complessa e preoccupante delle altre, riguarda la gestione tecnica della squadra. I giocatori che compongono quest´organico li conosciamo nei loro pregi e nei loro difetti, sono più o meno gli stessi da tre anni e ci hanno già mostrato i loro punti deboli. L´Arezzo, per chiarire, è vittima dei suoi alti e bassi, dei suoi sbalzi di rendimento.
La pecca maggiore è sempre stata la continuità, la cui mancanza dipende per lo più da una cronica carenza di temperamento, di personalità, di leadership. La prestazione vuota e molle di Foligno ne è l´ennesima dimostrazione e va ad aggiungersi alla lunga serie di domeniche irritanti che abbiamo vissuto in passato, specialmente l´anno scorso. I giocatori hanno la loro bella fetta di responsabilità, senza dubbio. Avergli sottratto l´allenatore nel momento topico della stagione, non ha prodotto la scossa tanto invocata ma, al contrario, è stato come staccargli la spina. Effetto prevedibile ma colpevolmente sottovalutato, col risultato che oggi Grillo deve giocare col freno a mano tirato, che Bondi è tornato inquietantemente simile a quello di un anno fa, che la squadra non fa la partita ma aspetta per poi (non) ripartire e che per la prima volta in stagione l´Arezzo ha perso con due gol di scarto.
Quando si sottolinea che Cari aveva dato un´identità tattica alla squadra, non si dice nulla più della verità. Il gruppo senz´anima si era rigenerato seguendo una filosofia magari rischiosa ma precisa e produttiva: giocare a calcio, attaccare, creare occasioni, a costo di subire qualche gol di troppo. Erano arrivate due strisce da otto risultati utili di fila, inframezzate da cinque partite novembrine sotto tono. Invece di guardare il tanto di positivo che c´era, si è voluto evidenziare il poco di negativo venuto a galla. Di qui l´esonero di Cari e l´arrivo di Ugolotti, scelto anche nel ricordo di una partita (Samb-Arezzo 3-3 del 2008) in cui Ugolotti, udite udite, in panchina però non c´era.
Il nuovo allenatore ha diritto di fare le sue scelte, ci mancherebbe, ma mentre a Gallipoli, Crotone, Benevento, Cava e Foggia stanno raccogliendo quanto seminato, noi siamo ai lavori in corso, agli esperimenti, al rilancio improvviso di Vigna, al tentativo di giocare con Bricca e Matute in mediana, alla volontà di rivoltare l´Arezzo come un calzino, abiurando l´idea di calcio costruita in otto mesi per mettere in piedi una sorta di rivoluzione tattica. Non è colpa di Ugolotti, che cerca di fare il suo. Il guaio vero è che mancano otto giornate alla fine e ogni errore può costare carissimo. Nel momento in cui serviva calma, si è usata l´accetta e ora di certezze ne sono rimaste poche. Altro che scossa...
da amarantomagazine.it
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