Home Page | Chi siamo | CONOSCI DAVVERO IL GARGANO? SCOPRILO CON NOI.. | IL CONVENTO DELLO SPIRITO SANTO DI RODI RACCONTA UNA STORIA ANTICA ... | Chiesa e religiosita' popolare a Peschici | Oasi archeologica La Salata di Vieste | �Il figlio dell�uomo�, un film su Ges� girato a Peschici | Grotta di Manaccora |Insoliti itinerari turistici nel Gargano Nord | Il Gargano tra natura e cultura |Annuario degli Esercizi Ricettivi di Foggia e Provincia |Carpino Folk Festival | Peschici a misura di Paz | Comunit� peschiciani a Roma | Diomede : un soldato bronzeo del Gargano | Bortoluzzi : La Bauhaus sul Gargano | Canti e storie di vita contadina | Alla riscoperta della musica popolare del Gargano | Il sentiero dell'Arcangelo | 3�Simposio Internazionale di arte e cultura | Ischitella e il Varano | Quando i turisti erano eroi in diligenza | Scolpire la pietra | L'abbazia di C�lena | Il Gargano del 1943 in un filmato dell�Istituto LUCE | Quando sbarcarono i Micenei | Andar per campane | Telai e panni del Gargano | La Dimensione del Sacro | La grotta di Celestino V :l'avventura di un povero cristiano | La via sacra dei Longobardi | I Sammichelari | "La dimensione del sacro in Peschici dei ricordi" | Pasqua com'era: riti della Settimana Santa | Il pianto della Madonna | Natale com'era | Il Natale. Tradizioni pugliesi degli anni Cinquanta | Turismo? Non solo mare | Peschici set cinema | Luogo dell'anima | Antichi aedi del Gargano | I suonatori e i cantatori di Carpino | Varano... specchio di antiche lune | Peschici, paese slavo | Segni micaelici | La Madonna di Loreto | Storie del perduto amore | A passeggio tra gli agrumeti | L' Oasi agrumaria | A tavola con le arance | Un'icona a Rodi | Jurassik Park ovvero Gargano | Terra di frontiera | Il respiro del borgo antico | Peschici jazz | Fotogrammi ... dall'oasi di Rodi |
Il Natale
Tradizioni pugliesi degli anni Cinquanta
di Teresa Maria Rauzino
La seconda canzoncina faceva rivivere una scena di vita quotidiana della "sacra
famigliola": "Maria lavava e Giuseppe spandeva/ Suo figlio piangeva/ piangeva
cos�./ Sta zitto mio figlio / che ora ti piglio/ le fasce e le bende/ le ho
messe a scaldar./". Il neonato, piangendo, reclamava con insistenza il cambio
dei pannolini, che tardava ad essere effettuato. In pieno inverno, Maria e
Giuseppe non riuscivano in tempi brevi a lavare, spandere, asciugare i
"pannicelli", e spesso erano costretti a stemperarne l'umidit� al calore del
camino sempre acceso.
Non esistevano allora i pratici pannolini usa e getta, tipo Lines o Pampers, che
rendono tutto pi� facile alle mamme moderne. Una particolarit� interessante � il
ruolo familiare collaborativo di san Giuseppe: la scena rievoca momenti
realmente vissuti dalle giovani coppie di Peschici in cui il padre, pur
impegnato nel faticoso lavoro, trovava il tempo per aiutare la madre dei suoi
figli che, da sola, in assenza delle comodit� odierne, non avrebbe avuto la
forza di attendere ai vari lavori domestici. Questi, non bisogna mai
dimenticarlo, si aggiungevano ai lavori contadini cui quasi tutte le donne
attendevano, per contribuire all'economia familiare di sussistenza.
"San Giuseppe j� jute all'ort'/ j� jute � coggh' li ch'nforte/ li facev' a mazz'tell'
/ e li purtav' � bamm'nell " (San Giuseppe � andato all'orto/ E' andato a
cogliere generi di conforto,/ li faceva a mazzettini/ e li portava al
Bambinello) � un'altra filastrocca che metteva in risalto l'attento e sollecito
amore paterno con cui San Giuseppe cresceva Ges�.
Una canzoncina cantata da mia nonna, originaria di Vico del Gargano, recitava: "M�
vene Natale/ m� vene Natale/ e vene a' fest' di quatr�re/ e n� pett'l e n�
ranoncke/ mamma li stenne e tate l'acconcke". (Ora viene Natale, ora viene
Natale, e viene la festa dei bambini/ e una pettola e una ranocchia/ mamma le
stende e pap� d� loro forma). La "ranoncke", come ci documenta Giovanni Tancredi
in "Folklore garganico", era un piccolo pane spruzzato di mandorle tritate,
confezionato apposta per i bambini in occasione della festa di Natale.
Il conto alla rovescia dell'attesa della festa principale si esprimeva con i
seguenti versetti: " Joggie j� sante Nicole/ e Natale diciannoue./ Joggie j� �
Cuncette/ e Natale dicissette./ Joggie j� Santa Lucia/ e Natale dudicine." (Oggi
� San Nicola/ e mancano 19 giorni a Natale./ Oggi � la Concetta/ e mancano 17
giorni a Natale./ Oggi � Santa Lucia/ e mancano dodici giorni a Natale).
Intanto nelle pinete e nei boschi che circondavano Peschici, il capofamiglia
andava in cerca dell'albero di Natale. Il pi� adatto era un alberello pungente
di colore grigiastro (u' smuri'cke). Le sue decorazioni dovevano dare l'idea
dell'inverno. Per "imbiancarlo", le donne utilizzavano i fiori delle piante di
cotone, che allora era coltivato nel nostro territorio. I batuffoletti venivano
"aperti" sui rami dell'albero, coprendoli magicamente di fiocchi lucenti di
neve. Caramelle, cioccolatini, biscottini fatti a mano, e piccoli mandarini,
tutti appesi ai rami con fili di cotone, arricchivano con semplicit� l'albero.
Il presepe veniva tappezzato, letteralmente, di zolle di terra ricoperte di una
brillante erbetta vellutata (i' lippe).
Iniziavano le funzioni religiose e tutta la popolazione di Peschici vi
partecipava con trasporto, affollando la chiesa madre di Sant'Elia profeta. Chi
non poteva permettersi di pagare l'affitto di una sedia al sagrestano, ovviava
portandosela da casa. Gli inginocchiatoi strettamente riservati alle poche
famiglie nobili o ricche, portavano incisi i loro nominativi. La novena era
integrale, ed era suonata e cantata. Echeggiavano le melodie di "Astro del ciel"
e della "pastorella": "Tu scendi dalle stelle". Non � documentata la
rappresentazione della "Santa Allegrezza", vita e la passione di Ges�, che
certamente era proposta, come in tutti gli altri centri garganici, dai pochi
zampognari che dagli Abruzzi raggiungevano anche il nostro paesello, anticamente
compreso nell'itinerario del tratturo del Candelaro.
Intanto, nelle ampie cucine fervevano i lavori. Si preparavano i dolci tipici
degli altri paesi del Gargano (crustle, cav�ciune, struffle), ma la specialit�
peschiciana erano le "pettole". Le massaie erano abilissime nello stendere la
massa lievitata di questo dolce, al massimo. Queste frittelle raggiungevano
lunghezze considerevoli , e Saverio La Sorsa in "Usi, Tradizioni e costumi del
popolo pugliese" ce lo documenta:"A Peschici le donne fanno pettole lungo mezzo
braccio". Tutte seguivano l'invito di un proverbio a non saltare questo rito
natalizio per eccellenza: " I pett'le che nun cj fanne � Natale/ nun ce fanne
manch' � Cap'danne" (Le �pettole� che non si fanno a Natale, non si faranno per
tutto il resto dell'anno). Queste frittelle erano friabili e gustose, intinte
calde calde nel mostocotto di fichi. Un'altra specialit� , la "scarola" , frappa
con un filo di costoso miele e una spruzzatina di cannella , era il dolce dei
ricchi.
Anche a Peschici, come a Vico del Gargano, la sera della Vigilia si gustavano
tredici specialit� di magro, a base di pesce e verdure: cavolfiore (a� vroccle)
con baccal�, anguille e capitoni arrostiti o fritti, alicette, grugnaletti
fritti, baccal� in pastella di farina, uovo e prezzemolo fritto, zucca rossa
fritta, cavolfiore lesso condito con olio e limone, patate "arracanate"
(gratinate senza carne, con pane raffermo sbriciolato, pecorino, aglio,
prezzemolo e un filo d'olio). Venivano cotte in una tortiera (u� rot'), su una
fornacetta o nel camino, �con fuoco sopra (carboni roventi sul coperchio e sotto
il piccolo treppiedi (u� trapp�telle)�.
Il pranzo di Natale era a base di maccheroni con il ferro (i' maccarune) con
rag� di pancetta e polpette di pane, formaggio e uova, precedentemente fritte.
Il secondo era costituito da bistecche di maiale alla griglia (i' tacche).
Finocchi, carote e sedano dei floridi orti peschiciani; pere, sorbe, mele
cotogne, uva �mennavacca� (conservate per l'inverno e appese a coppie alle travi
del tetto) completavano il pasto insieme ai dolci.
A Santo Stefano trionfava il bollito di "Cape e pede" testa e piedi di maiale,
che comprendeva anche le orecchie e la coda, con verdure varie (cicoria,
scarola, verze, sedano, finocchi, lessate e insaporite con olio e formaggio
pecorino). La carne di maiale bollita si disossava. Con le verdure, era aggiunta
al brodo, leggermente sgrassato, che condiva il pane raffermo (u� pane m�puss),
posto nei grandi piatti di creta di quel tempo. Questi bastavano per tutta la
famiglia.
A Capodanno tutti i bambini, sulla falsariga della strofetta "Cap'danne i� cap'
d' mese/, rape a' vorscie/ che te mette u' tornese./" (Capodanno � capo del
mese,/ apri la tasca, /che ti metto un soldo), giravano per le case di parenti,
zii e compari per ricevere la buona strenna (a' bona strenne). Era l'unico
giorno dell'anno in cui il regalo era elargito in danaro.
Tutte le sere di vigilia (Immacolata, Natale, Capodanno, Epifania), grandi fal�
(i� fanoie) illuminavano i vari quartieri del paese. Una tradizione rimasta viva
solo in occasione della vigilia di sant�Antonio del 12 giugno, quando davanti
alla chiesa si accende un enorme fal�.
Per i viandanti, che osservavano da Montepucci il costone di roccia riverberante
di fiamme, Peschici assumeva la suggestiva immagine di un vero presepe.
Home Page | Chi siamo | CONOSCI DAVVERO IL GARGANO? SCOPRILO CON NOI.. | IL CONVENTO DELLO SPIRITO SANTO DI RODI RACCONTA UNA STORIA ANTICA ... | Chiesa e religiosita' popolare a Peschici | Oasi archeologica La Salata di Vieste | �Il figlio dell�uomo�, un film su Ges� girato a Peschici | Grotta di Manaccora |Insoliti itinerari turistici nel Gargano Nord | Il Gargano tra natura e cultura |Annuario degli Esercizi Ricettivi di Foggia e Provincia |Carpino Folk Festival | Peschici a misura di Paz | Comunit� peschiciani a Roma | Diomede : un soldato bronzeo del Gargano | Bortoluzzi : La Bauhaus sul Gargano | Canti e storie di vita contadina | Alla riscoperta della musica popolare del Gargano | Il sentiero dell'Arcangelo | 3�Simposio Internazionale di arte e cultura | Ischitella e il Varano | Quando i turisti erano eroi in diligenza | Scolpire la pietra | L'abbazia di C�lena | Il Gargano del 1943 in un filmato dell�Istituto LUCE | Quando sbarcarono i Micenei | Andar per campane | Telai e panni del Gargano | La Dimensione del Sacro | La grotta di Celestino V :l'avventura di un povero cristiano | La via sacra dei Longobardi | I Sammichelari | "La dimensione del sacro in Peschici dei ricordi" | Pasqua com'era: riti della Settimana Santa | Il pianto della Madonna | Natale com'era | Il Natale. Tradizioni pugliesi degli anni Cinquanta | Turismo? Non solo mare | Peschici set cinema | Luogo dell'anima | Antichi aedi del Gargano | I suonatori e i cantatori di Carpino | Varano... specchio di antiche lune | Peschici, paese slavo | Segni micaelici | La Madonna di Loreto | Storie del perduto amore | A passeggio tra gli agrumeti | L' Oasi agrumaria | A tavola con le arance | Un'icona a Rodi | Jurassik Park ovvero Gargano | Terra di frontiera | Il respiro del borgo antico | Peschici jazz | Fotogrammi ... dall'oasi di Rodi |