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Canti e storie di vita contadina
Bb�lla,
te vu� mbar� a fa l�am�re
di TERESA MARIA RAUZINO


Presentato il 27 dicembre 2004 nell�atrio del palazzo di citt� di Cagnano Varano, con un pubblico nutrito ed interessato, l�ultimo libro di Leonarda Crisetti Grimaldi. Bb�lla, te vu� mbar� a fa l�am�re parla dell�amore con le sue forme poetiche, dei mestieri, dei canti dilavoro, delle storie di vita, della religiosit�, della condizione femminile nella cultura contadina. E� il frutto di interviste raccolte dall�autrice nell�arco di un trentennio, conversando con donne e uomini delluogo di et� compresa dai 60 ai 90 anni. L�opera � corredata di interessanti fonti che documentano com�eravamo: protagonista � il popolo che lavora, che ama e che soffre soprattutto di fronte alla pi� grande tragedia umana: la morte. Un libro dedicato alle nuove generazioni, perch� possano riandare alle proprie radici, comprendere chel�esistenza � stata caratterizzata da sempre dalla problematicit�, ma anche da spazi ludici.Un libro che narra da dove veniamo, invitando i giovani a non abbattersi di fronte alle prime difficolt�,a radicarsi nella cultura dei padri e delle madri, per sentirsi integrati, per migliorare e conferire senso allapropria esistenza - come dichiara l�autrice.La serata ha visto la presenza dei bambini della classe I B Scuola Primaria che, recitando I mesi dell�anno,hanno offerto un�ottima performance. Va detto che la Crisetti riesce a coinvolgere coralmente lapopolazione nella presentazione dei suoi lavori di ricerca; questo � il settimo libro che pubblica, dopo Quarantanni, la pupa impiccata; San Nicola Imbuti; Cagnano Varano; San Michele in Cagnano Varano e il culto del Santo, Grotta e dintorni; Itinerari lungo la laguna; La laguna di Varano. 

Ecco alcune strofe de I mesi dell�anno, declamate dai bambini..

Ji s� jennare, lu cape putat�re
e cc�che l��cchie a ttutte li pecurale
che gast�mene lu m�se de jennare.
Io sono gennaio, il capo potatore,
e acceco tutti i pecorai
che bestemmiano il mio nome.
 

 

Ji s� ggiugne e ccu la mia sferr�cchia
e mm� me l�aj�a f� la sferracchiata.
Pe nnanze me la cumbine na f�mmena v�cchia
e ll�aj�a tagghi� la capa pe la sferr�cchia.
Io sono giugno e con la mia falce
Far� una mietuta
Incontro un campo maturo
E gli taglio la testa con la mia falce.
 

Ji s� sett�mbre e ccu la fica m�scia
v� lu muscat�lle e cce funisce.
Se l�annata mija va de pr�scia
p�rde p�rseche, melune e mm�la l�scia.
Io sono settembre con i fichi mosci
Viene il moscatello e finisce
Se la mia annata � frettolosa
Perdo pesche meloni e melocotogni.
Ji s� nnuv�mbre, lu cape semenat�re
e mm� me l�aj�a f� la semenata.
N�h� sumend� nu p�che pe ll�auc�lle
e nnu p�che pe li d�nne bb�lle.
Io sono novembre, il capo seminatore
Mi far� una seminata
Ne seminer� un po� per gli uccelli
Un po� per le donne belle.
 

Durante la serata di presentazione di Canti e storie di vita contadina sono intervenuti anche i
giovani liceali,recitando canzoni d�amore riportate nel volume della Crisetti.


Av�za (alza) quidd�occhj, giuvinotte galante,
C��i v�de li billizzi di lu tuo visu,
Tu sumigghje a doi viole bianche,
O puram�nte a lu fiore di lu paravisu.
E guarda, b�llu, a chi ti rassumigghi?
A la sp�ra di lu solu, a �nu friscu ggigliu.
E guarda, b�llu, a chi ti � ssumigghiate?
Alla sp�ra di lu solu, quannu j� luvate.


I versi, tramandati di generazione in generazione, trasmettono, tra l�altro, un repertorio linguistico che spesso non � pi� presente nella comunit� dei parlanti garganici, come sottolinea nella prefazione il poeta Francesco Granatiero, esperto di dialettologia. �Il dialetto di Cagnano - continua Granatiero - � capace di arte raffinata, di una lettura stravolta, quasi in falsetto, del classico strambotto. Cos� come il Gargano � capace di poesia tout court. Oggi ne sarebbe convinto anche Pasolini.

Tra i numerosi canti che la Crisetti ha amorevolmente raccolto, valga un solo esempio:

P�vere m�ate ditte, p�vere s�nghe,
ma vuje tanda ricche, ricche che site
��ssi magadzine add�va ce l�avite?
parche e ppuscine add�va li tenite?
li v�ve add�va fanne la carravana?
li vacche add�va t�nne lu muschejature?
li crape add�va fanne lu sauriature?
li p�cure add�va t�nne lu muriature?
li p�rce add�va fanne lu sugghiature?

� il canto di un garganico povero ma dignitoso, in possesso di una cultura pastorale arcaica, di una lingua antica e specifica quanto pregnante e viva, che si dispone nella misura di un verso irregolare s�, ma incisivo ed icastico. Parla di magazzini, parchi e cisterne, buoi, vacche, capre, pecore, porci, di beni materiali, seppure inesistenti (dove sono queste tue ricchezze?), in maniera assai concettosa ed anche ironica, ma lo fa associando questi beni a termini come carravana (carovana), muschejature (luogo polveroso dove le vacche scacciano le mosche), sauriature (luogo ventilato, dal francone saur �secco�), murejature (luogo ombreggiato dove le pecore si abbrancano), sugghiature (luogo dove i maiali si rivoltolano nella motriglia o si accoppiano), per dire alla sua donna che lui � povero come lei � povera, e nello stesso tempo, quasi francescanamente, per invitarla alla gioia di vivere insieme come questi animali, che si appagano tra la polvere, al vento, all�ombra o nella mota, in piena povert�, ma in compagnia�.
 

LEONARDA CRISETTI GRIMALDI, Bb�lla, te vu� mbar� a fa l�am�re. Canti e storie di vita contadina, Centrografico Francescano, Foggia, 2004, pp. 360, ill. � 18,00.

 

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