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PESCHICI E DINTORNI

LA VIA SACRA LANGOBARDORUM di Teresa  M. Rauzino

 

Parlare nel Medioevo di viaggiatori, equivale a parlare soprattutto del fenomeno del pellegrinaggio, da tutti  considerato "il cammino verso la salvezza".

Con gli occhi bruciati dal  vento e dal sole ogni cristiano era in continuo viaggio, in cerca di un senso da dare alla propria vita. Fra i pellegrini vi erano ricchi e poveri, sani e infermi, santi e peccatori. Tutti accomunati da uno stesso sentimento: riacquistare la fede perduta e con essa la salvezza eterna.

I grandi itinerari della fede si snodavano lungo le rotte dei mari o i sentieri d'Oriente per raggiungere la Terrasanta, verso le strade per Roma, e lungo il "cammino di Santiago" de Compostela.

Itinerari fondamentali per l'organizzazione viaria e marittima, per la fondazione di chiese, monasteri e mercati, ma soprattutto  per la  creazione di una comune cultura europea.

Che cosa hanno rappresentato simbolicamente queste mete per il mondo cristiano?

Secondo Franco Cardini, La Terra Santa fu considerata la forma pi� alta e completa del pellegrinaggio cristiano, soprattutto in quei  momenti in cui il rischio di raggiungerla era pi� forte: rappresentava la terra promessa, meta ultima del  lungo pellegrinare dell’esistenza umana.

Roma, era  la "citt� santa" dei martiri e degli apostoli, sede del successore di Pietro. Per giungervi i pellegrini provenienti dall'Europa settentrionale seguivano la strada del passo del Brennero, oppure la via Francigena.

A Santiago de Compostela, i cristiani del Medioevo pensavano fosse se�polto l'apostolo San Giacomo, ma questo santuario divenne ben presto un simbolo: della "riconquista cristiana" della Spagna con�tro i Musulmani.

A questi tre vie sacre se ne  aggiunse ben presto una quarta. E' la Via Sacra Langobardorum.

La denominazione � legata alla presenza dei Longobardi sul Gargano, che fecero del santuario dell’Arcangelo il loro santuario nazionale e ne diffusero il culto  in tutta Europa.

Paolo Diacono, in un epitaffio, ricorda il fervore devozionale della regina Ansa, moglie di Desiderio, e la sua febbrile attivit� nel costruire, lungo la Via Sacra, xenodochi e ospizi per i pellegrini ammalati e stanchi, in viaggio verso la venerabile grotta angelica.

Questa strada univa direttamente Benevento a Monte Sant'Angelo, ma ben presto colleg� l'Europa occidentale con la Terra Santa, tramite i porti di Brindisi e di Otranto.

Il Gargano divenne cos� uno dei centri della spiritualit� medievale cristiana. Rappresent� un "punto focale" nel processo di cristianizzazione e civilizzazione, un traguardo ambito da parte di tutti coloro che avevano ambizioni di predominio nell’Italia centro-meridionale (A. Petrucci). Lungo le sue vie si riversarono migliaia e migliaia di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo.

Il santuario di S. Michele, soprattutto durante il periodo delle Crociate, divenne una delle tappe obbligate per il passaggio in Terra Santa, sostegno ideale nella crociata contro i Turchi.

Lungo la Via Sacra dei Longobardi  sorsero, come abbiamo accennato prima, monasteri, chiese e ricoveri per i pellegrini. 

Vediamo ora di analizzare qualche curiosit� sui pellegrinaggi  medievali, alcune impensabili per la mentalit� di oggi, altre presenti ancora nella tradizione, riportate nell'interessante testo di Giuseppe Piemontese " San Michele e il suo santuario. Via Sacra Langobardorum".

Il pellegrino si prepara�va al viaggio con delle pratiche devozionali  di purificazione: prima di tutto si riappacificava con i suoi ne�mici, pagava i creditori, faceva testamento, non dimenticandosi di elargire donazioni alla  Chiesa per il bene della sua anima. Ma senza una since�ra confessione, il viaggio poteva considerarsi assolu�tamente inutile.

L’abito, che nel XIII secolo divent� una vera e propria uniforme di riconoscimento, era costituito dalla schiavina (una cappa con cappuccio), con i seguenti indispensabili accessori:  il bordone (nel caso di Monte Sant’Angelo un bastone crociato ornato con ciuffi di pino d’Aleppo), la bisaccia, e un grande cappello a larghe tese. Il bordone e la bisaccia avevano una funzione pratica ma, come sottolinea Giuseppe Piemontese, erano degli oggetti altamente sim�bolici. La bisaccia alludeva alla povert� e alla carit�; il bastone, in quanto terza "gamba" del pellegrino e strumento di difesa contro serpi e lupi, rappresentava la lotta della Trinit� contro il Male, simboleggiato appunto dai lupi e dalle serpi.

Prima della partenza, il pellegrino riceveva la benedizione per s� e per l’abito che aveva deciso di indossare. La cerimonia rievocava la partenza del cavaliere  per la prima crociata.

A differenza di oggi, era usanza, nel Medioevo, destinare nei testamenti delle somme per pellegrinaggi. Il pellegrinaggio doveva svolgersi, in nome del defunto, ad uno dei santuari pi� famosi della cristianit�. 

Colpisce il fatto, documentato dal Sensi, che nel Medioevo recarsi al santuario di Monte�santangelo fosse la massima aspirazione non dei garganici, ma degli abitanti dell'Umbria, specie le classi povere  di Spoleto e di Foligno. Scopo dichiarato: il suffragio per le anime dei defunti; San Michele era conosciuto infatti come colui che intercedeva per i morti.

Per chi, vecchio e malato non poteva permettersi di affrontare il viaggio per queste mete cos� lontane  era possibile mandarvi un sostituto. Era il cosiddetto "pellegrinaggio per procura". Le strade e le rotte marine, a questo punto, si popolarono di pellegri�ni professionisti;  molti erano anche i falsi pellegrini. Per evitare che il pellegrinaggio venisse effettuato da persone disoneste e indegne che lo facevano solo per mestiere, il com�mittente dispose fra le clausole del testamento che a effettuarlo dovessero essere persone di provata onest� oppure i propri familiari. Per costoro il pellegrinaggio divent� la condizione imprescindibile  per entrare  in possesso dell'eredit�.

Anche le donne si avventurava�no in lunghi viaggi , spesso pericolosi. Il loro numero aument� specie nel tardo Medioevo, suscitando i soliti  commenti . Durante i periodi di affollamento dei pellegrini ai maggiori santuari, le vittime designate dei pestaggi e degli spintoni erano proprio loro, tanto che in vari san�tuari fu proibito far entrare le donne incinte.

Questo fenomeno di religiosit� popolare che ha coinvolto nei secoli migliaia di pellegrini famosi ed anonimi, si esprime, oggi come  ieri, tramite le "compagnie" di fedeli diretti ai vari santuari della cristianit�, e che numerosi raggiungono ancora le pendici del Monte Gargano. Il Tancredi nel 1938 le descrive cos�:

"Nel mese di maggio la citt� sacra dell'Arcangelo assume un nuovo carat�teristico aspetto ... Chi vuol avere la sensazione della vera fede, venga quass� ed osservi le stra�de carrozzabili, gli impervi sentieri, le coste dei monti dove gio�vani e vecchi, uomini e donne con grossi involti sul capo, con le scarpe e le uose in mano, sgranando il rosario, salgono in lun�ghe file serpeggianti, oppure dispersi per le diverse scorciatoie come branchi di pecore pascenti, cantando interminabili lita�nie" .

Drammatica  la cronaca dell'arrivo dei pellegrini, raccontata da Saverio La Sorsa nel 1930 :

" Quando sono giunti dinanzi alle belle porte di bronzo della Basilica, s'inginocchiano, ne battono gli anelli, come invasati dalla follia, ne baciano le immagini, e perpetuando i riti dei secoli di maggiore fanatismo, traversano la sacra spelonca, strisciando a sangue la lingua per terra fino all'altare..." .

Il saggio � stato pubblicato da "Il Gargano Nuovo" nel 1998

 

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