Argomento : Stranieri
da Jerry ( 13 maggio 2010)
ExtracomunitariIn tema di stranieri mi preme chiarire una cosa prima di esporre l'argomento, per evitare equivoci.
Sono persone come noi, con sentimenti, pregi, difetti.. Ce ne sono di bravi, malvagi, di colti e meno colti, di delinquenti e brava gente. Nè più e nè meno degli italiani, anche se spesso la differente cultura gioca un ruolo importante anche in queste caratteristiche...
Il colore della pelle è una vigliaccata che, spero, appartenga ad un passato ormai remoto e a gentaglia che lo usava come meschino pretesto per fare violenza su altri esseri umani e conseguire un tornaconto personale. Premesso questo, vengo al sodo.
La retorica va bene fino ad un certo punto, ma bisogna sempre specificare i perchè delle cose, come ad esempio il servizio bus per i soli extracomunitari.
Chi legge senza sapere come sono andate realmente le cose può avere una visione distorta della realtà, perchè non sa che per lungo tempo molti extracomunitari hanno creato problemi di sicurezza sugli autobus, come ad esempio quello che porta a Borgo Segezia.
Evidentemente non tutti sanno (compreso il ragazzo di 15 anni) che molti di loro non pagavano il biglietto, litigavano sull' autobus e creavano molti problemi a controllori e autisti. Infatti più volte venne richiesta la presenza fissa delle forze dell' ordine su quei mezzi.
Ora potremmo stare qui a fare tanti discorsi sull' accoglienza, sul loro stato di bisogno e bla bla bla, ma rimane un fatto incontestabile: se io entro in casa tua DEVO rispettare le TUE regole; se TU entri nella MIA, DEVI rispettare le MIE!
La responsabilità principale è di chi gli permette di venire qui da noi senza avere nessuna garanzia nè dignità - che mancano già a noi combinati come siamo - prendendoci anche in giro con parole vuote che non significano nulla.
Cosa significa, ad esempio, che sono "una risorsa"?
CHI sono delle "risorse", quei disperati che stazionano all' Iper sopra e sotto ai parcheggi?
Alle migliaia di semafori delle innumerevoli città italiane a chiedere l' elemosina?
Oppure lo sono coloro che delinquono con le rapine in villa, gli stupri, i furti e gli altri reati che si sommano a quelli già perpetrati da noi italiani?
Oppure coloro che lavorano in nero sotto i caporali?
Certo, non sarei onesto se non dicessi che ce ne sono altri ben impiantati qui in Italia e anche a FG, quelli che si occupano di vendite ambulanti e altri lavori ma statisticamente sono una minoranza così piccola da essere soffocata dai grandi e inevitabili numeri di quelli che le risorse ce le tolgono anzichè portarcele!
Paragonando l' Italia ad un condominio, è come se IO facessi entrare nel nostro palazzo gente di altri condomini e VOI doveste provvedere a mantenerli in casa VOSTRA - a vostre spese! - col vitto e alloggio (stiratura e ammiratura, direbbe ironicamente qualcuno). Non mi pare una cosa logica nè condivisibile.
La Svizzera, la Germania, la Danimarca e altri Paesi, Australia compresa, hanno accettato lavoratori stranieri finchè hanno potuto, ma sempre e solo con contratti di lavoro stipulati prima di entrarci.
Provate ad andare in Svizzera a cercare gente per strada che stà senza far niente, a chiedere elemosina o a lasciare lo schifo che vediamo, ad esempio, nella zona della stazione ferroviaria di FG, composto da cartacce, bottiglie, urina e feci per terra.
Provate a trovare qualcuno che si tuffa dentro ai cassonetti della spazzatura o che va a prendere i vestiti negli appositi contenitori differenziati, lasciando poi per terra montagne di vestiti sparsi quà e là...se parliamo in TV, intervistati, dietro a una telecamera o davanti a tanta gente siamo tutti, o quasi, ipocritamente filantropi e cosmopoliti; ma ne avessi visto almeno uno, soltanto uno di questi "benefattori" acchiappare per strada il primo extracomunitario che capita per portarlo in casa sua e farlo rimanere lì a mangiare, dormire e vivere dignitosamente: come mai?
Con le parole siamo tutti bravi, ma i fatti sono ben altra cosa, perciò meglio essere coerenti con la realtà e sinceri e non farci prendere in giro nemmeno da parole come "globalizzazione" o, addirittura, "integrazione".
In italiano (non m' invento nulla) "integrare" significa semplicemente aggiungere ciò che manca.
Questo verbo, se riferito agli extracomunitari, cosa vuol dire?
Che prima nei parcheggi dell' Iper e ai semafori mancava qualcuno che elemòsina e quindi i nostri politici c' hanno fatto il piacere di aggiungerli?
Che la delinquenza italiana è poca e bisogna aggiungerne altra?
Che nelle campagne non ci sono lavoratori in nero e bisogna aggiungerli?
Che nelle carceri ci sono pochi detenuti e bisogna aggiungerne altri?
Come al solito si usano parole che rimangono tali: solo suoni afoni che non significano niente. Si dice spesso la cavolata che svolgono lavori che gli italiani non vogliono fare, inventata ad hoc per giustificare il loro ingresso e presenza qui da noi.
La realtà è un' altra: il costo del lavoro ad opera delle enormi pressioni fiscali è così alto da scoraggiare sia i datori di lavoro, che spesso non possono permettersi di mettere in regola i lavoratori, che i lavoratori stessi, per cui lo straniero che lavora in nero diventa quasi una necessità.
Su questo punto ne potremmo riparlare dopo un ipotetico quanto utopistico abbassamento del costo del lavoro a livelli ragionevoli, perchè in questo caso state certi che le campagne sarebbero piene di italiani pronti a raccogliere pomodori, cetrioli, zucchine e arance se i guadagni fossero adeguati al costo della vita, invogliando molti di noi...
In ultimo vorrei fare una riflessione.
A scuola insegnano ai nostri figli l' uguaglianza, i princìpi morali, etici. Sono d' accordo, perchè insegnare certi valori va più che bene, anche se la scuola a volte non funziona come dovrebbe, ma questa è un' altra storia...
Però bisogna anche insegnare che il rispetto dobbiamo certamente darlo a tutti e anche agli stranieri, ma dobbiamo anche riceverlo da loro, altrimenti si creerebbero soltanto studenti istituzionalizzati, cioè che ragionano coi canoni degli insegnamenti del Regime in vigore in quel momento, senza capacità di osservazione della realtà e giudizio oggettivo, non so se mi spiego.
Jerry.