QUESTA mattina nella sala consiliare del Comune il
“Consorzio Ippocampo”, presieduto da
Francesco Zoccano, (fra l’altro dirigente comunale) ha incontrato gli amministratori dei condomini di Ippocampo, per discutere della gestione del Consorzio, ma anche delle prospettive future.
Sono intervenuti il sindaco di Manfredonia,
Paolo Campo, e il liquidatore dell’ITI srl (Immobiliare Turistica Ippocampo),
Franco Manfredi. Attualmente il Consorzio Ippocampo annovera 140 consorziati che rappresentano quasi il 12% della volumetria totale della zona.
La costituzione del Consorzio è stata redatta in base all’Accordo transattivo preliminare, del 26 febbraio 2008, tra Comune e liquidatore della Immobiliare. Il gruppo è convalidato ad agire purché vi aderiscano
“proprietari rappresentanti almeno il 60% (sessanta per cento) della volumetria dell’intero Villaggio Ippocampo”.Nell’attuale situazione appare tuttavia “arduo” raggiungere il 60% di partecipazione minima prevista.
La Pegaso srl sembra che abbia confermato l’intenzione di cessare i suoi servizi il prossimo 31 dicembre del 2009. Gli scenari che si apriranno dal prossimo mese di gennaio (2010) non saranno pertanto “facili da prevedere”.
La municipalità di Manfredonia, da un punto di vista politico ed amministrativo, non potrebbe (e dovrebbe) consentire la chiusura dell’area residenziale Ippocampo. Il Comune dovrebbe infatti assumere direttamente l’onere di gestire il villaggio, come d’altronde richiesto dalla Curatela Fallimentare della società immobiliare (in merito pende un giudizio davanti al Consiglio di Stato).
Il presidente del Consorzio, il sindaco Campo e liquidatore dell’ ITI hanno cercato, in diverse forme, di rendere noti i motivi alla base della costituzione del Consorzio. Motivi che, a detta degli imprenditori, non sono tuttavia “chiari”.
La questione sembra complessa, e difficile, da risolvere “nel breve” poichè nasce da situazioni precedenti “ingarbugliate”.
Nel 1969, da un’idea di un illuminato imprenditore di Barletta,
Picardi, coadiuvato dai figli
Vincenzo Dario e Pasquale, nasce la I.T.I . Immobiliare Turistica Ippocampo srl, con due miliardi (di vecchie lire) di capitale versato. Il progetto, all’epoca avveniristico, si fondò sulla realizzazione di un mega villaggio turistico di grande livello, per la fruizione del turismo (per investitori e non).
Nell’oggetto sociale dell’impresa erano previste diverse attività. Dalla costruzione degli edifici alla gestione di alberghi, bar, ristoranti, pensioni, camping, spiagge e tendopoli. Al temp, la Iti acquistò i terreni, cominciando succesivamente la costruzione del villaggio. La società ottenne alcuni finanziamenti dalle banche (SanPaolo, Banca Nazionale del Lavoro, Banca Popolare dell’Irpinia).
Nel 1975 venne stipulata una convenzione urbanistica con il Comune di Manfredonia; questo per l’attuazione del piano generale di lottizzazione del terreno di circa 1.159.213 metri quadrati, dove la società costruttrice si impegnava, tra l’altro, ad eseguire opere di urbanizzazione (illuminazione, strade, fogna, etc).
Ovviamente, per esigenze economiche iniziarono subito le vendite di villette, di bilocali e di appartamenti a schiera, in fase di ultimazione lavori e di accatastamento. Nel frattempo non furono rispettate, dalla società, le opere di urbanizzazione richieste dal Comune. Nel 1986 la situazione economica, per la ditta, divenne “preoccupante.
Le banche non vennero pagate in tempo e, di conseguenza, la situazione commerciale ed economica della Iti peggiorò fino alla procedura del concordato preventivo aperto nel 1996, e ammesso con decreto del 2007 dal Tribunale di Foggia.
La massa dei creditori ottenne la sentenza, bloccando gli immobili della società (immobili numerosi e non ancora venduti). Venne nominato curatore e liquidatore dei beni della Iti, il commercialista
Franco Manfredi, che oltre alla massa dei creditori partecipanti al passivo della società, si occupò anche delle opere non ancora realizzate verso chi aveva acquistato “in tempi non sospetti”, in attesa pertanto delle opere di urbanizzazione.
La soluzione scelta, “per salvare il salvabile”, è stata quella di costituire un Consorzio. Costituzione avvenuta con atto del notaio
Rizzo Corallo Filippo in data sette maggio 2009, con 32 partecipanti (pochi se si considera che il villaggio ospita oltre settemila persone).
Lo ha chiarito stamane, nell’esposizione del programma dei lavori, l’Amministratore Zoccano, e di seguito lo ha ribadito anche lo stesso sindaco Campo: con la partecipazione di tutti i proprietari il Comune potrà ancora giocare un ruolo principale nella risoluzione del problema.
Diversamente, gli stessi proprietari rischierebbero, nel tempo, di perdere tutto. «Io posso anche andare via – ha detto Campo – può anche arrivare un altro sindaco, ma se non si trova una soluzione in tempo, i vostri beni rischiano di andare in malora».
Infatti con l’accordo transattivo preliminare, redatto dallo stesso notaio Rizzo Corallo nel 2008, in presenza del liquidatore Iti Franco Manfredi, e di Domenico Curci per il Comune di Manfredonia, il Comune, pur non essendo in dovere di farlo, preso atto della revoca del fallimento Iti e del concordato preventivo con cessione di beni, e nell’interesse pubblico, ha assunto i provvedimenti sul problema Ippocampo, proponendo la costituzione del Consorzio, questo per completare le opere “non realizzate” di urbanizzazione.
Pertanto, ora il Consorzio esiste ma non si conoscono ancora i dettagli delle spese da affrontare. La domanda di un proprietario indeciso, rivolta al sindaco Campo, a Manfredi e allo stesso Zoccano, una domanda che non ha ricevuto una risposta concreta, è stata infatti «quanto ci costeranno individualmente le opere di urbanizzazione ?».
Girolamo Romussi da
Stato Quotidiano.it
La santità è conoscenza dell’essere ‘figlio di Dio’ - Commemorazione di Santi e defunti (1/11/2009)
I Santi non sono dei campioni inimitabili, soltanto da ammirare o da considerare eroi fuori della nostra portata. Il Beato Luigi Monza ha detto: “La santità non consiste nel fare cose straordinarie, ma nel fare straordinariamente bene le cose ordinarie”.
Vista così la santità è una possibilità offerta a tutti e non riservata ad alcune creature privilegiate. Dal momento che siamo nati, che siamo stati battezzati, che ci chiamiamo cristiani, siamo chiamati ad essere “santi”. Leon Bloy, romanziere francese scrisse: “Al mondo c’è una sola tristezza: quella di non essere santi”.
Basta sforzarsi di vivere con coerenza e con costanza il programma delle Beatitudini tracciate nel Vangelo, basta non accontentarsi delle vie di mezzo, delle proposte modeste, delle mezze misure! La solennità di tutti i Santi ci ricorda che l’eroismo è possibile, che la santità è possibile, che “la misura alta” della vita cristiana è alla portata di tutti.
Pirandello ripeteva spesso: “E’ molto più facile essere un eroe, che un galantuomo. Eroi si può essere una volta tanto, galantuomini si deve essere sempre”. Ecco, da noi cristiani non si richiede il gesto eroico, ma la fedeltà quotidiana al nostro dovere, ai nostri impegni,a fare bene il bene.
Ricordiamoci che “la storia della Chiesa è innanzitutto quella dei Santi noti e di quelli ignoti” (Von Baltasar). Siamo impegnati a condurre la nostra vita in un cammino di santità, per rendere migliore la Chiesa e la società. La santità è conoscenza effettiva di essere figli di Dio.
La santità cristiana è quell’atteggiamento di apertura e di donazione che ha come simbolo la fiducia del bambino (Salmo 131). Bernanos scriveva: “Ho perso l’infanzia e non la potrò riacquistare che attraverso la santità”. La santità è una filiazione che, come dice Giovanni, dobbiamo far crescere sempre più attraverso la purificazione interiore perché raggiunga la meta della piena conformazione a Dio allorché “lo vedremo così come Egli è”.
La santità è pluralità: ognuno attraverso il suo dono, la sua nazione, la sua razza, la sua lingua, il suo cuore, le sue gioie e le sue lacrime deve giungere all’Agnello. Importante è non perdere la meta. La santità è beatitudine, lode, pace. Mentre oggi siamo chiamati a riflettere sulla santità, domani la chiesa, con la commemorazione di tutti i fedeli defunti, ci propone una riflessione su una grande realtà: la morte!
All’ingresso di un Cimitero monumentale è scritto: “Quel che sarete voi, noi siamo adesso. Chi si scorda di noi, scorda se stesso”. Oggi, pensiamo ai morti, ai nostri defunti. E una memoria doverosa: tutto ciò che siamo e abbiamo, si può dire, ci viene da loro. E’ una memoria benefica che ci rende buoni, saggi e pii.
Ci riempie di ricordi che non finiscono in una desolata nostalgia del passato, ma ci aiuta a vivere bene, a sperare, a pregare. Sant’Agostino diceva: “I morti non sono degli assenti, sono degli invisibili. Tengono i loro occhi pieni di luce fissi sui nostri pieni di lacrime”. Il ricordo dei defunti riempie l’animo di immagini di persone che la morte rende più venerabili e care.
La loro scomparsa ci fa sentire la precarietà della nostra vita presente e la nostra intima solitudine. Viene la notte quando nessuno può più operare (Giovanni 9,4). Che cosa rimane del nostro essere attuale? Solo una memoria nei sopravissuti che poi svanisce con loro. E che cosa è la morte?
Un vuoto, un nulla? La nostra coscienza di immortalità è sicura o è una illusione? La Parola di Gesù è chiara: “Chi crede in me non morrà in eterno” (Giovanni 11,26). “Niente di bello è separabile dalla vita e la vita è ciò che muore” (Paul Valery). “Chi capisce veramente la morte e la onora, al tempo stesso esalta la vita” (Rainez Maria Rilke).
Dai morti noi abbiamo ereditato la vita. La loro memoria è molto saggia, ci è maestra di vita e di storia. Ci dice che la vita presente non solo non è svalutata dalla morte, ma essa diventa estremamente preziosa, se buona, se cristiana. La morte fa paura soltanto se si sbaglia la vita!
“Non temere la morte, ma soltanto l’inutilità della vita” (Giovanni Papini). La morte ci ricorda che la vita è un dono prezioso, che dobbiamo fare i conti col tempo, prima che sia lui a fare i conti con noi! Questa memoria dei defunti così, più che generare tristezza, ci rende umili, buoni, laboriosi, vigilanti.
Oggi dobbiamo celebrare la speranza e la sua vittoria sul gorgo dell’assurdo e della disperazione. Dobbiamo tornare ad avere fiducia sulla Parola efficace del Cristo e della sua Pasqua liberatrice. Dobbiamo celebrare la comunione di amore che ci lega a Dio e che ci deve legare soprattutto a tutti i sofferenti per la perdita di una persona cara.
Questa comunione in Cristo ci lega a tutti i fratelli che ci hanno preceduto nel segno della fede e dormono nel sonno della pace. Dobbiamo celebrare “l’inizio dell’eterno” già qui e ora nell’impegno quotidiano per i poveri, nell’amore, nella lotta per la nuova Gerusalemme, nella giustizia, nella mitezza, nella costanza.
Franco Camaggio da quotidianopuglia.it
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ROMA - Centri di oncologia promossi a pieni voti dal 77 per cento delle donne meridionali - Bene anche l’informazione e le capacità relazionali del personale (1/11/2009)
Donne soddisfatte in ben il 92% dei casi delle cure cliniche ricevute nei reparti di oncologia medica italiani. Bene anche l’informazione e le capacita’ relazionali del personale (93,2% di soddisfazione) che dimostrano come siano stati compiuti passi da gigante rispetto a quasi 40 anni fa, quando ammalarsi di tumore era una vergogna e un tabu’ parlarne.
Sono questi i dati dell’indagine presentata al Ministero della Salute, che apre il progetto triennale ‘’Oncologia a Misura di Donna’’ a cura di Onda (Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna) per valutare le realta’ clinico assistenziali nell’oncologia femminile in Italia. Il progetto, patrocinato dall’Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e dal Goim (Gruppo Oncologico Italia Meridionale) e’ sostenuto da Fondazione Pfizer. Dati estremamente positivi.
Ma ancora qualcosa manca per raggiungere la perfezione. Il sostegno psicologico e’ l’aspetto piu’ deficitario. Nonostante, anche in questo caso, la soddisfazione sia elevata (l’81%), l’aspettativa ora e’ talmente alta da rendere necessari interventi strutturati e adeguati.
Di fronte ad una diagnosi di tumore, infatti, le donne confidano in un sostegno, a partire dal proprio medico di famiglia, determinante nel 60% dei casi. Un altro punto importante si evidenzia dallo studio: alla luce di una sanita’ in linea generale percepita come sempre piu’ frammentata a livello regionale, in questo caso le differenze tendono a ridursi notevolmente: le donne del Nordest sono le piu’ soddisfatte (100%) delle cure e trattamenti ricevuti.
Le isolane le meno contente (‘’solo’’ l’80% puo’ definirsi soddisfatta tra le donne con esperienza diretta). Ma e’ sempre il sostegno psicologico a fare da termometro: il Nordest riceve ancora la medaglia d’oro con il 91% di soddisfazione contro il 50% delle isole e il 77% del Sud.
I tumori femminili rappresentano un importante problema di sanita’ pubblica ed interessano la comunita’ medico-scientifica per la ricerca di sempre piu’ efficaci tecniche diagnostiche e terapeutiche, ma anche per la necessita’ di sostegni per il risvolto emotivo della malattia, che puo’ minare l’identita’ femminile. Importante in questo frangente la testimonianza della campionessa italiana di tennis Lea Pericoli.
‘’Le donne - spiega Merzagora, presidente di Onda - rappresentano l’utenza maggiore dei servizi sanitari e si deve prestare attenzione alle loro esigenze. Ancora di piu’ in un settore come quello oncologico che le mette a dura prova dal punto di vista fisico e psicologico.
Si pensi a tumori come quello della mammella, della cervice uterina o delle ovaie. Una donna puo’ sentirsi privata della sua identita’ femminile e, per questo, lei stessa confida in un sostegno psicologico.
da quotidianopuglia.it
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Cure palliative oltre la compassione (1/11/2009)
La Puglia è la prima regione del Sud per offerta di cure palliative. La Regione sta investendo per creare una rete di hospice che contribuisca a sviluppare la cultura della terapia del dolore. Il presidente della Regione Vendola ha spiegato: “E’ nostra intenzione reagire a un certo tipo di cultura salutista e giovanilistica che guarda con sospetto alla fragilità, alla malattia e alla parte finale della vita come tempi ‘morti’.
Invece, anche l’ultimo attimo di vita di ogni persona, anche l’ultimo respiro hanno la stessa dignità del primo vagito”. Per i 250 mila malati che in Italia hanno bisogno di cure palliative è quasi pronta la nuova legge, già approvata dalla Camera e in discussione al Senato.
Per essere davvero efficace la nuova legge dovrà essere il punto di partenza per ulteriori passi concreti. Secondo il dl le cure palliative dovranno essere assicurate in ogni Regione, con criteri uniformi, sostenute da un finanziamento proprio. In tutto 150 milioni presi in parte dal Fondo sanitario nazionale (100), il resto dal decreto anti crisi.
Semplificate le procedure per i farmaci antidolorifici. Quella delle cure palliative è una medicina che prevede tra i suoi punti fondanti un approccio globale alla persona inguaribile, ma per la quale molto si può ancora fare a livello di cura. Una medicina che in Puglia ha compiuto negli ultimi anni grandi passi avanti.
Con l’Osservatorio sulle cure palliative è stata istituita una vera e propria cabina per governare il territorio e che consente di superare una logica di frammentazione di interventi, anche perché in Puglia c’è ancora una situazione a macchia di leopardo. Secondo le ultime rilevazioni della Società italiana di cure palliative, la Regione dal 2006 al 2009 ha triplicato da 2 a 6 le strutture hospice attivate e da 20 a 96 i posti letto disponibili, grazie soprattutto al forte impulso delle organizzazioni religiose che operano sul territorio.
Infatti 3 dei 6 hospice attivati sono gestiti da enti religiosi, uno è a gestione mista pubblico-religiosa e 2 sono totalmente pubblici. L’offerta regionale di posti letto residenziali in cure palliative è di 0,24 posti letto per 10mila abitanti. Dunque ancora di poco inferiore alla media nazionale (0,31 posti letto ogni 10mila abitanti).
Ypsilon da quotidianopuglia.it
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FOGGIA - crisi agricola La Cisl: si intervenga - Sostegno alla mobilitazione (1/11/2009)
La Cisl di Capitanata sostiene la mobilitazione del mondo agricolo contro i gravi effetti della crisi economica e finanziaria, che stanno mettendo in ginocchio numerose aziende e mettendo a rischio la già debole tenuta occupazionale del sistema produttivo provinciale e regionale.
Per il segretario generale, Emilio Di Conza, “contro la pesantissima crisi del settore, sul quale è incardinato gran parte del modello di sviluppo provinciale, è sicuramente auspicabile la più ampia azione unitaria da parte di tutte le organizzazioni sociali e produttive che rappresentano il grande comparto agro-alimentare di Capitanata, il quale deve mobilitarsi in maniera univoca se vuole davvero scuotere la classe politica, locale, regionale e nazionale, ed ottenere – sottolinea il segretario provinciale - gli auspicati risultati concreti a favore di lavoratori ed imprese, ormai allo stremo”.
Secondo la Cisl, “dal problema delle acque, alla questione irrisolta dell’Authority alimentare a Foggia, fino alle problematiche del credito d’impresa, bisogna superare gli ostacoli, che sono soprattutto di ordine politico, e liberare finalmente le risorse economiche necessarie a sostenere sia i lavoratori che le aziende agricole.
Ciò è indispensabile – aggiunge Di Conza - per ristabilire le condizioni essenziali per il rilancio dell’agricoltura provinciale”. il Mediterraneo. Per lo sviluppo del Mezzogiorno nessuno ha la bacchetta magica e le risorse sono limitatissime.
E allora perché non stabilire che le Finanziarie, per i prossimi 8-10 anni, abbiano un costante incremento, pur nella limitatezza delle risorse, da destinare alle eccellenze tecnologico-scientifiche del Sud.
E’ importante individuare nel nostro Sud una piattaforma geografica sulla quale concentrare buona parte delle nostre risorse per favorire le eccellenze. Ecco perché serve un’azione di rilancio del processo di integrazione del Mediterraneo.
MARCEGAGLIA - Non ci può essere riscatto per il Mezzogiorno se non si ripristinano legalità e sovranità dello Stato. Ma non può esserci riscatto se non c’è una mobilitazione della società civile del Sud.
La prima cosa da fare è chiedere politiche ordinarie, fatte con intelligenza e serietà. Serve una classe politica che non sia interessata al malaffare ma ai cittadini e alle imprese.
I Fas sono gli ultimi grandi fondi che arriveranno nel Mezzogiorno. Bisogna fare attenzione a non disperderli in mille rivoli e concentrarli su pochi progetti: infrastrutture, scuola, ricerca e innovazione.
L‘Italia deve scegliere se continuare a crescere meno di Francia e Germania o se riprendere la strada dello sviluppo. E’ il momento di riparlare di riforme, anche se impopolari.
Siamo in un momento in cui le scelte della politica e delle imprese faranno la differenza nei prossimi anni. La mancata crescita o la poca crescita è una tassa occulta e il Paese si sta impoverendo.
da quotidianopuglia.it
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FOGGIA - Le eccellenze agro-alimentari della Capitanata per 6 giorni in California - Il Consorzio Tavoliere parteciperà al forum internazionale negli Usa (1/11/2009)
Dal 9 al 14 novembre, il Consorzio Tavoliere prenderà parte alla missione imprenditoriale in California dello Sportello Regionale per l’Internazionalizzazione. La missione si svolgerà in concomitanza con l’evento “12th Worlds of Flavor International Conference & Festival”, organizzato dal prestigioso Culinary Institute of America che rappresenta il forum più importante degli Stati Uniti sulle tendenze culinarie e sulla cucina internazionale che avrà luogo a Napa Valley dal 12 al 14 novembre 2009.
La sponsorizzazione della Regione e dell’assessorato all’Agricoltura di Dario Stefàno a tale prestigioso evento internazionale, è il risultato delle complesse relazioni internazionali intessute per la prima volta proprio dalle istituzioni della provincia di Foggia e di un lavoro di squadra interistituzionale che ha permesso alla Puglia, insieme con la Regione Sicilia,di rappresentare l’Italia a uno degli appuntamenti più importanti del settore food negli Usa.
L’evento si rivolge ai professionisti dell’industria “ho.re.ca.” (hotels – restaurants –catering), provenienti da tutti gli Stati americani, con l’obiettivo di presentare e far conoscere loro la cucina e le produzioni agroalimentari di qualità del mondo in un settore che negli Stati Uniti sviluppa un giro d’affari di circa 400 miliardi di dollari annui.
L’edizione 2008, ha visto l’arrivo di circa 700 professionisti ed operatori del settore della ristorazione del nord America e l’adesione anche di Spagna, Francia, Grecia, Turchia, Tunisia, Marocco e Libano e anche quest’anno permetterà di promuovere al meglio le eccellenze agro alimentari locali, anche attraverso una mostra-mercato (“marketplace”) dedicata alla presentazione, promozione e degustazione dei prodotti e piatti tipici dei Paesi partecipanti, presso il “Barrel Room”, l’antica cantina dello storico palazzo di Greystone che oggi ospita il Culinary Institute of America. Oltre alla partecipazione alla dodicesima edizione della conferenza internazionale della Cia, la missione prevede incontri commerciali con i buyers – la cui selezione è assicurata dalla Camera di Commercio.
da quotidianopuglia.it
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La Regione e la ripubblicizzazione dell’Aqp: per il Prc ‘è un primo e significativo passo in avanti’ - “La gestione privata del bene acqua non porterebbe risparmi per le famiglie” (1/11/2009)
Da Tonia Guerra della Segreteria Regionale della Puglia di Rifondazione Comunista riceviamo: L’approvazione della delibera del 20 ottobre scorso, con la quale la Giunta Regionale Vendola fa proprio il principio dell’ acqua come “bene comune” non assoggettabile alle leggi del mercato e della concorrenza, è senz’ altro da valutare positivamente, per numerosi motivi: perché si pone in contrasto con i processi di privatizzazione dei servizi idrici a vantaggio delle multinazionali e dei poteri forti;
perché prende atto del fallimento della teoria secondo cui la gestione privata porterebbe un risparmio per le famiglie (è invece vero il contrario, come dimostrato dappertutto e in ultimo proprio nella nostra regione con il recente aumento delle tariffe);
perchè si pone in sintonia con gli orientamenti espressi dalle risoluzioni del Parlamento Europeo; perché esprime una posizione chiara (e si auspica definitiva) del Governo Regionale su un tema delicato e molto controverso.
Lo consideriamo il risultato della mobilitazione di un movimento plurale, che, sulla base di un contenuto radicale e privo di ambiguità, ha accomunato soggetti diversi, dal Comitato Pugliese per l’ Acqua Bene Comune al Forum Nazionale dei Movimenti per l’ Acqua, dal Coordinamento Pugliese degli Enti locali ad alcune realtà partitiche, associative, cattoliche insieme con i tanti/e cittadini/e che hanno firmato e sostenuto la Legge di iniziativa popolare per la Ripubblicizzazione dei Servizi Idrici. Rifondazione Comunista è parte attiva di questo percorso, nel movimento e nelle istituzioni.
Ora ci aspettiamo che il processo appena avviato dalla Regione Puglia prosegua con celerità e con atti concreti sul piano legislativo e giuridico, trasformando l’Aqp S.p.a. in soggetto di diritto pubblico e impugnando, come hanno fatto altre regioni italiane, gli atti del Governo Nazionale in contrasto con la normativa europea. Per quanto ci riguarda, non faremo mancare il nostro apporto perché dai principi si possa passare ai fatti.
Tonia Guerra da quotidianopuglia.it
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Questa paura insieme alle altre (1/11/2009)
Non prendete impegni per il 21 dicembre 2012. Niente shopping natalizio in centro, visite mediche specialistiche prenotate in questi giorni, viaggi in paradisi esotici sperduti, pupi di terracotta per il presepe. Il calendario Maya ha infatti previsto per quella data la fine del mondo.
Messa giù così non può che far paura. E siccome la modernità è fatta di paure d’ogni genere, come si dice, questa insieme alle altre. Va premesso che queste leggende metropolitane millenaristiche non sono uova fresche di giornata. I Testimoni di Geova hanno previsto il “the end” più volte ma, non essendo arrivato, a domanda non rispondono più.
I predicatori medievali lo aspettavano nell’anno Mille.Varie sette sparse per il mondo terrorizzano gli adepti con minacce di questa risma (spesso per farsi intestare immobili, pacchetti azionari e stock-option). Ma se siamo ancora qua, noi a scrivere e voi a leggere, è segno che l’uomo, quando non è fregnacciaro è almeno fallace.
Sarebbe lungo spiegare come i Maya arrivarono a questa profezia. Lungo e inutile: il 2012 è diventato, da tempo, un business. A novembre è prevista l’uscita di un film di Roland Emmerich, “2012” e a marzo “Day One” in onda sulla Nbc (sulla ricostruzione dopo lo stop-and-go).
In arrivo per l’anno che verrà “Il libro di Eli” dei fratelli Hughes e “La strada”, film tratto dall’omonimo romanzo di Corman McCarthy. Su Internet si dibatte su “come” la civiltà che ci siamo dati, fatta di cannibalismo e orrori senza fine, entrerà nel tunnel della distruzione: tsunami, uragani, locuste, peste, terremoti?
Lo scontro delle scuole di pensiero apocalittico è al calor bianco. Altre opzioni: uno sbarco di creature da altri mondi, un asteroide che centra in pieno la Terra sfigata, malattie contagiose contro cui manco Topo Gigio può nulla, il Sole che fa crescere tempeste geomagnetiche.
Altre ne sapremo appena i profeti di sventure, quelli che li vedi e ricorri all’amuleto più vicino, annuseranno il trend. Se però si naviga per i siti si scopre che sarebbe ingenuo sbarazzarsi delle carte di credito, della tessera del tifoso e delle tratte in scadenza: il 21 dicembre la fine coinciderà con l’inizio perché, nonostante tutto, dovrebbero verificarsi le condizioni iniziali del Big Bang e quindi tutto ripartirà con Andreotti, il “Grande Fratello”, le linguacce di Mourinho e altre amenità.
Tranquilli: potrebbe essere una fine metaforica. Wall Street crolla, l’Inter perde lo scudetto, Berlusconi non mazzola i giudici. Il 22 dicembre quindi sarà un giorno come tutti gli altri.
Francesco Greco da quotidianopuglia.it
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CAPRI – Tremonti: Sud questione nazionale e Fas con dentro i crediti d’imposta - ‘L’Italia è in debito col Meridione’. Fini: ‘Sia polo nel Mediterraneo’ (1/11/2009)
Importanti notizie per il Sud dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti. A Capri è intervenuto al convegno dei giovani imprenditori, dove c’erano anche il presidente della Camera Gianfranco Fini e di Confindustria Emma Marcegaglia.
“Se fossi un imprenditore – ha detto Tremonti – chiederei per il Sud un unico Fas Meridionale con dentro i crediti d’imposta perché lo Stato deve fare lo Stato e il privato deve fare il privato”.
Nel suo intervento ha definito il Mezzogiorno “una questione nazionale e non regionale” (concetto ribadito anche da Fini) e ha parlato anche di fiscalità ridotta per il sostegno allo sviluppo del Meridione.
Di seguito una sintesi delle dichiarazioni.
TREMONTI – Il pubblico non può prendere il posto del privato e il privato non può cannibalizzare il pubblico. Bisogna anticipare l’introduzione della fiscalità ridotta a sostegno del Mezzogiorno. C’è un disegno del Governo che prevede al Sud una aliquota fiscale del 5% rispetto al 12,5%.
Se diventasse un emendamento alla Finanziaria sarebbe di grande beneficio anche per tutto il Paese. Quello tra Nord è Sud è un divario che non può continuare.
Non possiamo accettare che il Paese si divida per una crescente dualità. L’Italia è in debito con il Sud ed è arrivato il momento di rifletterci seriamente non con gli ascari politici che del meridionalismo fanno una professione distruttiva.
FINI – Facciamo del Sud il polo dell’eccellenza per il Mediterraneo. Per lo sviluppo del Mezzogiorno nessuno ha la bacchetta magica e le risorse sono limitatissime.
E allora perché non stabilire che le Finanziarie, per i prossimi 8-10 anni, abbiano un costante incremento, pur nella limitatezza delle risorse, da destinare alle eccellenze tecnologico-scientifiche del Sud.
E’ importante individuare nel nostro Sud una piattaforma geografica sulla quale concentrare buona parte delle nostre risorse per favorire le eccellenze. Ecco perché serve un’azione di rilancio del processo di integrazione del Mediterraneo.
MARCEGAGLIA - Non ci può essere riscatto per il Mezzogiorno se non si ripristinano legalità e sovranità dello Stato. Ma non può esserci riscatto se non c’è una mobilitazione della società civile del Sud. La prima cosa da fare è chiedere politiche ordinarie, fatte con intelligenza e serietà.
Serve una classe politica che non sia interessata al malaffare ma ai cittadini e alle imprese. I Fas sono gli ultimi grandi fondi che arriveranno nel Mezzogiorno. Bisogna fare attenzione a non disperderli in mille rivoli e concentrarli su pochi progetti: infrastrutture, scuola, ricerca e innovazione.
L‘Italia deve scegliere se continuare a crescere meno di Francia e Germania o se riprendere la strada dello sviluppo. E’ il momento di riparlare di riforme, anche se impopolari.
Siamo in un momento in cui le scelte della politica e delle imprese faranno la differenza nei prossimi anni. La mancata crescita o la poca crescita è una tassa occulta e il Paese si sta impoverendo.
Maria Losole da quotidianopuglia.it
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