«LE infrastrutture ancora non realizzate le definiremo nei prossimi anni. Anni di governo di centrosinistra». E’ la frase che chiude un’intevista mare (più che fiume, in considerazione della vastità, e non quantità, degli argomenti trattati nella stessa) quella sviluppata, ieri, da Stato, con l’assessore alle Opere pubbliche e servizi urbani di Manfredonia, Antonio Prencipe.
Un assessore con deleghe sconfinate: “manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni pubblici, edilizia scolastica e sportiva, gestione dei beni storici e culturali, arredo urbano, verde pubblico e polizia locale”.
Un esponente del Comune che nei mandati (due), della Giunta Campo, ha rivestito un ruolo importante, per la città sipontina; tanto per gli oneri instaurati (strutturalmente), e conseguiti (moralmente), quanto nelle critiche (dirette) dei suoi oppositori. Le criticità in paese sono infatti “palesi”.
Gli obiettivi non raggiunti dall’attuale amministrazione sono, obiettivamente, lapalissiani. Come tuttavia non si possono nascondere i meriti personali, le opere realizzate dalla Giunta Campo («si faccia un giro con me in città e valuti»), il tentativo di forgiare e dare un senso comune all’anima del territorio locale tramite quelli stessi valori (unitari) del Partito Democratico. Un partito simile ad una enclave di ideologia partitica “assestante”.
Un partito simbolo di riconoscimento, identitario, per i suoi elettori. Un partito che non accetta, nella fierezza dei suoi esponenti, di essere relegato, nell’avvenire, a ruolo di mero comprimario.
Un partito che continua a sostenere la valenza di un voto espresso tramite le primarie. Su esempio degli stati nordamericani (fine ‘800, 9/9/1942, Pd Usa in Pennsylvania) il Pd nazionale (e locale) continua infatti ad intessere, per il futuro, le sue trami di catalizzatore (attivo) sociale.
«Personalmente credo che le primarie rappresentino, e abbiano rappresentano, uno strumento di democrazia straordinaria. Avverso a qualsiasi foggia o stile di mero populismo, rispetto invece ad una politica di pura rappresentanza.
Il tentativo dei nostri delegati è stato sempre quello di coinvolgere nell’agorà delle urne nazionali tanto gli iscritti, quanto i simpatizzanti di partito. Anche coloro che fanno vita politica con sacrifici.
Credo che il Pd abbia conseguito questo risultato: prova gli oltre 3 milioni di elettori che hanno affluito le urne italiane, con l’elezione del nuovo segretario nazionale Pierluigi Bersani».
Primarie uno strumento quindi «ottimale», per Prencipe. Nonostante le critiche (un nome sui tutti, l’opinionista del Sole24ore, Miguel Gotor, di chi dubita dell’effettiva valenza (oltre che necessità) di questo «meccanismo elettorale». Soprattutto, dice Gotor, per il rischio palese, per i Democratici, di definire la propria struttura futura di partito sulle scelte di elettori inconsapevolmente “fluttuanti”. Dunque vicini ma solo temporaneamente.
Dunque simpatizzanti ma anche fuggitivi. Lo stesso coordinatore provinciale del Pd, Tino Grisorio, ha parlato infatti delle primarie come di un meccanismo «farraginoso», e dunque da «rivedere».
«E’ giusto che in un Stato nel quale vige la libertà di stampa, come dovrebbe essere quello italiano, ognuno possa esprimere la propria opinione. Tuttavia ho un’altra opinione.
Ripeto: le primarie sono un ottimo strumento di partecipazione democratica. Credo che ogni formazione politica, che sia di centrosinistra o di centrodestra, miri perennemente a conseguire l’approvazione popolare.
Oggi le ideologia di partito, in senso stretto, sono terminate. L’elettore si sposta (quasi) liquidamente da una fazione all’altra. Resta in ogni modo una base di vedute comuni tra i nostri delegati. Ha vinto Bersani. Benissimo.
Ma non di certo per deficienze di Dario Franceschini, ma per aver rappresentato il singolo in cui gli elettori si sono identificati. Diverso il discorso di Sergio Blasi: non ha ottenuto il quorum necessario ma sono state stabilite, in seno al Pd, delle linee di “transazione comune”, sulle quali fondare il futuro. Transazione alla quale hanno aderito entrambi i candidati in minoranza(Michele Emiliano e Guglielmo Minervini)».
Un Emiliano che ha “sposato” (forse su pressione del leader Maximo) la linea del «condividere comune».
Ma un Emiliano che ha parlato anche di «dubbi» sugli esiti delle recenti primarie. Un Emiliano che ha parlato anche di un caso «unico in Provincia» come quello di Manfredonia, per via di un presunto «tesseramento gonfiato» (450 tessere il numero ndR).
«Quando vanno a votare 3 milioni di persone – dice Prencipe -tutto può accadere. Pensiamo alle elezioni pre Obama, negli Stati Uniti d’America. Tuttavia non penso che a Manfredonia si siano verificati dei casi analoghi: «tessere gonfiate» od altro.
Emiliano ha parlato prima delle primarie. In piena tensione politica. Io dico che a Manfredonia ci sono stati quasi 1200 tesserati nel Pd. Nella domenica in cui hanno votato solo gli iscritti abbiamo contato quasi 1000 voti al partito.
Come si fa ancora a parlare di tessere gonfiate. Non penso che siano venuti a votare mille tessere, ma mille persone. Fisiche. Il Pd di Manfredonia non è uin partito inventato. Ma una forza che può contare sulla stima di 4300 elettori».
Un Partito Democratico «radicato,attivo, presente nel territorio». Parola di Campo. Ma non certo non immune a tensioni interne, a tentativi di fuga di propri (storici ) esponenti. Lo stesso sindaco di Manfredonia, riprendendo inconsapevolmente una battuta di Troisi, ha detto: «chi fugge sa cosa lascia, ma non può essere sicuro di trovare altrove la stessa fortuna» .
«Credo sia nella normalità delle cose che qualche esponente possa anche pensare di non condividere ulteriolmente le linee comuni di un partito. Noi, come Democratici, siamo aperti a tutte le istanze politiche. Io personalmente spero che nessuno se ne vada. Nel nostro partito sono valorizzate tanto le maggioranze quanto le parti con minore rilevanza elettorale.
Cosi a livello nazionale, che regionale e locale”.
Per tornare a Manfredonia: «Stasera (ieri 30 ottobre, quando è arrivata la conferma del ritiro del candidato Franco La Torre alle primarie del prossimo 22 novembre, per l’adesione ad un nuovo movimento ndR) ne sapremo qualcosa in più.
Io dico che oggi di ufficiale c’è soltanto la candidatura di Angelo Riccardi . Un candidato che speriamo possa consentirci di riottenere la maggioranza.
Ma ben vengano anche altre candidature. Personalmente credo che sia un errore abbandonare il Pd. Lo stesso dicasi per i giovani simpatizzanti del partito: si può crescere politicamente solo sposando il senso unitario dei nostri valori. Forse chi sta pensando di lasciarci ha ottimizzato di non poter più fornire al partito un valido contributo».
Contributo di minore rilevanza o forse la volontà di liberarsi da un ruolo di eterno secondo. Quindi minore. «In un partito democratico – dice Prencipe – le due istanze posso tranquillamente collimare».
In ogni modo resta una situazione di consenso cittadino meno «rilevante» rispetto al passato. Assessore Prencipe, la maggioranza teme o meno, dopo quindici anni, di perdere la leadership di palace San Domenico ? «In politica mai dire mai. Ma comunque sono sicuro. Sarà il nostro operato passato, a livello provinciale e locale, a rappresentare il principale valore di richiamo per gli elettori»
Anche a livello provinciale, nonostante la sconfitta di Campo con il presidente Antonio Pepe. Una sconfitta che a Emiliano ha «bruciato». Una sconfitta «acida».
La sua opinione: «Anche a me brucia tantissimo. Campo presidente della provincia avrebbe rapppresentato una grandissima opportunità di crescita, sociale, economica, e politica, per la Capitanata.
Ma, come detto, in uno stato democratico, è sempre l’elettore a dover stabilire chi ha i requisiti giusti per guidare un paese. Io dico solo che abbiamo avuto degfli anni straordinari.
Ma non abbiamo ancora terminato. Noi confidiamo in Angelo Riccardi. Saranno poi gli elettori a scegliere. Il 75% del consenso ottenuto in passato ? Sarà difficile.
Credo che ogni fase politica vada contestualizzata al momento storico in cui una comunità è materialmente presente. Nel 2005, con la grande affermazione di Campo in città, i partiti del centrosinistra avevano un altro peso.
Ma ripeto: attraverso Riccardi potremo riesprimere la valenza del nostro progetto politico. Riconquisteremo con certezza la città. Forse non nei termini del passato ma con un consenso in ogni modo rilevante. Del resto Riccardi ha dimostrato di saper centrare i suoi obbiettivi, le sue mire».
Certo bisognerà tenere conto degli avversari: «Nulla vieta che si stabilisca una alleanza comune per esempio con l’Udc di Dicembrino. Ma così anche a livello nazionale con Casini e Lorenzo Cesa, o provinciale con Lanza. Dobbiamo lavorare in questa direzione. L’Udc è una forza di rilevanza straordinaria. Diversamente dal Pdl, da noi differente per i programmi, le linee, le ideologie, praticamente in tutti gli ambiti».
Certo anche per la gestione della sp141. Pecorella ha detto a Stato che il progetto era del centrosinistra, bocciato dall’autorità di Bacino per inadempienze tecniche (allargamento strada e piazzole di sosta). E’ notizia recente di una partenza dei lavori a fine novembre, probabilmente con il carotaggio (tecnica di campionamento adottata durante la ricerca di risorse minerarie nel sottosuolo con perforazione di pozzi o sondaggi, in archeologia, per l’analisi del terreno od altre attività di scavo a scopi di ingegneria civile, e consiste in prelievi di campioni di roccia cilindrici a scopo di analisi chiamati carote. Fonte: Wikipedia)
«Il progetto tecnico presentato al tempo – dice Prencipe – aveva probabilmente dei difetti. Ma io dico: se uno sa amministrare, e bene, ci avrebbe dovuto già pensare. Il Pdl in provincia è al governo non da un mese da quasi da due anni. Dico solo che non hanno ancora cominciato i lavori. Ma quando cominceranno o meno quelle opere di rifacimento dell’arteria stradale, sarà sempre troppo tardi. Dico questo ai lettori di Stato: ditemi una sola proposta fatta dal Pdl in questi anni. Una sola opera compiuta»
Come la sp141, il probleme della criminalità organizzata permane. Campo ha detto di ritenere superflua una seduta monotematica sul caso (suggerita dal consigliere indipendente Antonio Lurdo) per evitare «strumentalizzazioni politiche». Pecorella dixit: «Strumentalizzazioni ? A 8 mesi dalle elezioni». Assessore, allora ?
«Mi chiedo come possa una seduta monotematica risanare un problema come quello della criminalità organizzata. Ricordo che abbiamo fatto dei consigli in provincia con la direzione Antimafia. Questo è un problema che viene da lontano. Io dico: lasciamo spazio agli organi preposti: magistratura, Procura, forze dell’ordine.
Il sindaco non voleva minimamente sottovalutare il problema. Ricordo che abbiamo inviato già al tempo un ordine del giorno sul caso, al ministero dell’Interno.
Poi a livello personale: se qualcuno mi chiede: consa ne pensa dell’ultimo omicidio ? Io dico nulla, ma non perché non abbia elaborato una mia riflessione sul caso, ma perché mi chiedo cosa si potrebbe aggiungere mediaticamente di così importante, rispetto ad opere di investigazioni.
Dico che bisogna pensare anche al problema sicurezza civica: a Manfredonia la droga (Manfredonia città della cocaina fra i giovani, l’allarme lanciato da alcuni residenti a Stato, che hanno infatti denunciato giovanissimi nei bar ad assumere droga ndR), l’alcolismo, la sicurezza stradale. E infine ricordo che la convocazione di una seduta monotematica spetta ai capigruppo consiliari».
In un certo senso ha richiamato l’allarmante stadio attuale del civismo comune. Pecorella ha parlato di «follia civica del centrosinistra». Dicembrino invece di «anarchia civica». A Manfredonia ognuno si alza e fa ciò che vuole. Oltre ad un bilancio della Giunta Campo da dividere in due fasi: una incentrata sulle infrastrutture «di massa». Una seconda sul «rilassamento» verso la cittadinanza (forse per aver razionalizzato di aver conseguito quanto prefissato).
Prencipe: «Sorrido. Penso alle opere terminate. Penso a quelle in essere: Corso Manfredi, che ultimeremo nella primavera 2010.La piscina: i lavori continuano, saranno più lunghi ma vanno avanti (la situazione in ogni modo resta da monitorare: i tempi finora non sarebbero stati rispettati ndR).
Ma penso anche al mercato settimanale (notizia su Stato: alla Mucafer i lavori per via Restituta ndR). Io dico: facciamo oggi un giro per la città, pensiamo alla situazione di 15 anni fa, pre Contratto d’Area .Altro che sicurezza, altro che strade: la gente al tempo viveva in una situazione di profondo disagio sociale».
Già, il Contratto d’Area: «C’è ancora molto da fare e meglio. Ma non ci possono dire di non aver operato con un progetto serio. Siamo consapevoli dei ritardi nella zona industriali, ma va anche considerato che molte di quelle ditte dei lavori sono fallite. Siamo stati costretti a riconsegnare i lavori. Lo stesso Contratto d’Area, come piano, è arrivato in ritardo».
Il candidato Pecorella ha proferito una considerazione rilevante: «il Contratto andava affidato come piano ad un terzo. Ad un manager. Ad un imprenditore: non sicuramente al sindaco».
«Al tempo quando fu istituto era un momento durissimo per la stabiità civica di Manfredonia. Ricordo solo che decidemmo di non lasciare nelle mani di altre istituzioni il contratto, perché la soluzione migliore era quella del sindaco di Manfredonia (fra i primi cittadini di Mattinata e Monte Sant’Angelo).
E inoltre il Contratto d’Area è nato sulla collaborazione di diverse parti sociali (marzo 1998: Regione Puglia; La Provincia di Foggia; Comune di Manfredonia; Comune di Mattinata; Comune di Monte S. Angelo; Prefettura di Foggia;La Sovrintendenza Archeologica della Puglia; l’Azienda Sanitaria Locale FG/2 Cerignola; Il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Foggia; L’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese. Ministero attività produttive – ndR) ognuno con la propria competenza».
Allora, per il futuro: «continueremo con Riccardi la realizzazione delle infrastrutture ancora non terminate. Continueremo con politiche per il verde urbano.
Continueremo con la costruzione razionale degli alloggi, la manutenzione: abbiamo dinnanzi un lavoro durissimo ma siamo già pronti per partire».
Giuseppe de Filippo da
Stato Quotidiano.it