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Notizie del 18 maggio 2014

ROCCHETTA SANT’ANTONIO – ritrovato l’agricoltore

Pubblicato : domenica, 18 maggio 2014

Sta bene, non è in pericolo di vita. Secondo prime indiscrezioni, che sarebbe stato aggredito da alcuni sconosciuti e avrebbe trovato dimora in un campo di fave, ma ora spetta agli inquirenti indagare sull'accaduto È stato ritrovato vivo Paolo

La Salvia 46 enne di Rocchetta Sant'Antonio di cui si erano perse le tracce da sabato mattina. L'uomo è stato ritrovato in un campo coltivato nei pressi dell'azienda dove lavora. Non è in pericolo di vita ma ha lesioni su tutto il corpo. Infatti gli uomini della protezione civile lo stanno riportando in paese per le medicazioni del caso. Ora spetta agli inquirenti ricostruire le ultime 24 ore dell'agricoltore. 

da Il Mattino di Foggia e Provincia

SAN SEVERO – Incidente stradale: muore una bimba di due anni

Pubblicato : domenica, 18 maggio 2014

 Il sinistro è avvenuto lungo la provinciale 13 nei pressi di San Severo Ha solo due anni e mezzo la piccolissima vittima rumena dell'incidente stradale mortale avvenuto oggi pomeriggio nelle campagne di San Severo, lungo la provinciale 13.

La bimba si chiamava Denisa Susana, deceduta a seguito del violentissimo impatto dell'auto, una Opel Astra station wagon, contro un albero. Leggermente feriti il compagno della madre della piccola -alla guida della station wagon – e un altro giovane rumeno. 

da Il Mattino di Foggiae Provincia

FOGGIA- “le cose cambiano, perchè sei omofobo?” (Ftgallery)

Pubblicato : domenica, 18 maggio 2014

 “Le cose cambiano è smettere di pensare ‘perché sono omosessuale?’ e iniziare a pensare ‘perché sei omofobo?’. Le cose cambiano è smettere di pensare ‘perché è omosessuale?’ e iniziare a pensare ‘perché sono omofobo?’. Le cose cambiano è sconfiggere il bullismo con la resilienza. Le cose cambiano è il canto del cigno dell’omofobia interiorizzata. Le cose cambiano è scoprire che la persona omosessuale non è un «tipo psicologico», ma una o uno come tanti.

Le cose cambiano è l’inizio della cittadinanza. Le cose cambiano è capire che chi odia i gay di solito odia anche le donne. Le cose cambiano è la politica del disgusto che cede il passo alla politica dell’umanità.” Inizia così la Giornata Internazionale contro l’omo/transfobia in ricorrenza del 17 maggio del 1990 quando l’omosessualità venne eliminata dalla scaletta delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dalla World Health Organisation, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Da allora cominciò il cammino contro ogni forma di discriminazione sociale e di pregiudizio scientifico nei confronti di lesbiche e gay. Un report che nessuno vuole aprire in quanto tuttora vigono una miriade di atti trans fobici visibili nella violenza fisica e psicologica (aggressioni, offese, atti di bullismo, suicidi di persone di orientamento sessuale differente). A fare sentire la loro voce le varie associazioni che da tempo lottano per il rispetto dei diritti di ogni uomo perché “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, come recita l’articolo 3 della Costituzione Italiana. Presenti la Presidentessa dell’Agedo Maria Rosaria Di Spirito che “accoglie parenti, amici e genitori di omosessuali per non farli sentire soli, ma parte integrante della società in quanto non esistono categorie bensì persone con una dignità.

Fautori anche di un progetto chiamato ‘arricchiamoci delle nostre differenze’ consistente nel girare per le scuole per far maturare la consapevolezza nei ragazzi che l’omosessualità non è una malattia, ma una ricchezza per le proprie esperienze imparando ad avere un atteggiamento meno ostile nei confronti delle persone”, e la psicoterapeuta Tiziana Carella che ha dimostrato come “sia difficile dare una definizione precisa di omofobia e di trans fobia in quanto si manifestano in svariate forme come i pregiudizi e gli stereotipi così come il negare loro di avere dei figli è omofobo poiché le ricerche hanno provato che i bambini crescono bene anche in una famiglia con genitori dello stesso sesso.

La forma più pericolosa di omofobia è il bullismo: i ragazzi si sentono isolati e, talvolta, la famiglia non interviene temendo di essere considerati a loro volta omosessuali”; ed è proprio l’educazione primaria a fare la differenza “dando ai minori quegli strumenti utili che adoperiamo nella comunicazione per comprendere meglio il mondo che li circonda perché non ci devono essere cose che non si possono dire ai bambini”, affermano Francesca Capacchione e Rossella Caso di Utopicamente.

“Il principale strumento che usiamo è il libro poiché siamo convinte che esso crei modelli alternativi agli stereotipi coi quali cresciamo: non devono sviluppare occhi deformanti del pregiudizio”.

Questione confermata dalla Presidentessa dell’ “Arcigay” Le Bigotte, Simona Parisi: “Una realtà foggiana possibile da cambiare se modifichiamo il modo di pensare e di agire perché i diritti, se non sono di tutti, diventano privilegi. La nostra associazione non è solo Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e trans), ma accoglie tutti e si preoccupa di far valere i diritti a 360°. Le persone non si valutano nel loro letto, ma per quello che sono”.

Una lotta all’omofobia anche da parte di Libera ed Emergency, di Amnesty contro qualsiasi governo repressivo e di Link e Uds Foggia a favore di studenti delle superiori e dell’università attraverso un Sindacato Studentesco. Un’omofobia raccontata con la presentazione del libro “Ho dormito con te tutta la notte” di Cristiana Licata, una delle poche scrittrici italiane che si è dichiarata lesbica vivendo una serie di discriminazioni a partire dall’infanzia.

Una bambina che scopre dentro di sé la diversità e non ha parole per esprimerlo. Una bambina che, nonostante tutto, ha sempre saputo difendersi. Un romanzo di formazione e di viaggi, presentato al salone di Torino in anteprima nazionale che narra “la storia di una persona omosessuale, ma non è un romanzo gay: è solo un dettaglio così come il primo incontro sessuale della protagonista a Berlino è solo citato.

La storia di un omosessuale il cui amore è universale in una generazione degli anni ’80 dove manca la solidarietà e ognuno vive una guerra dentro di sé paragonabile a un dolore individuale non condivisibile. Il racconto dell’indipendenza di una ragazza che fugge da casa per trasferirsi dai nonni legata anche alla schizofrenia di una mamma che brucia le favole timorosa che possano allontanare dall’ideologia cattolica”.

E in vista delle amministrative non poteva mancare la presenza di alcuni candidati sindaci come Augusto Marasco, Vincenzo Rizzi, Lucia Lambresa, Leonardo Di Gioia, Giuseppe Martorana e Gianfranco Piemontese ai quali sono state rivolte tre domande: qual è la visione che il vostro partito ha su tali tematiche?

Che cosa farete concretamente anche per quanto riguarda il registro unioni civili? E la richiesta di spazi sociali (scarseggianti nel territorio provinciale) per la diverse associazioni. Tutti accomunati dall’idea che “vige il pregiudizio tanto che gli italiani hanno la nominata di ‘razzisti’ e la necessità di promuovere iniziative inerenti tali problematiche da non prendere sottogamba tramite anche campagne di sensibilizzazione” e per quanto concerne il registro unioni e i luoghi sociali: “è già stata fatta una delibera regionale e bisogna censire tutte le strutture per vagliare le condizioni in cui si trovano per constatare la loro fruibilità e disponibilità, per poi procedere all’emissione dei bandi per la loro ristrutturazione”.

Nel framezzo della giornata la partenza per le vie della città delle biciclette arcobaleno di “FIAB” e “Lanterne Borgo Incoronata”, banchetti informativi, fiabe e giochi per i più piccoli, balli popolari di Israele, della Bulgaria, della Romania e dell’Italia con l’associazione “Musica è” per concludersi con un concerto in cui si sono esibiti adolescenti e non.

da Stato Quotidiano 

 

 
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MANFREDONIA – Porto, autovettura cade in mare, salvi giovani

Pubblicato : domenica, 18 maggio 2014

 CADE autovettura in mare, salvi prima dell’intervento delle forze dell’ordine.

E’ avvenuto stamani a Manfredonia. I FATTI. ALL’ALBA di stamani, domenica 18 maggio 2014, la Sala Operativa della Capitaneria di Porto di Manfredonia è stata allertata dai Carabinieri che hanno segnalato la caduta in mare nei pressi del molo di ponente nel porto di Manfredonia di un’autovettura modello “Suzuki Swift”.

Immediatamente sul posto la motovedetta della Capitaneria di Porto “CP717” e l’autopattuglia del “Nucleo Operativo Impiego Portuale” della Guardia Costiera per recuperare i malcapitati. Gli stessi sono riusciti a mettersi in salvo ed a raggiungere la banchina nell’immediatezza, senza riportare danni fisici. L’incidente è avvenuto in un tratto del molo vicino al cantiere che interessa il Porto, appaltati dall’Autorità Portuale di Manfredonia e, che rientrano nei più ampi lavori di rifacimento del porto commerciale.

Del caso è stata interessata l’Autorità Portuale, Ente gestore e responsabile per gli interventi per la sicurezza del porto. Il proprietario già si è attivato per il recupero dell’automezzo. “I malcapitati hanno subito un forte shock ma hanno dichiarato di essere in buone condizioni di salute; sono in corso ulteriori accertamenti da parte della Guardia Costiera di Manfredonia e dei Carabinieri, al riguardo, stante la particolarità del sito connesso alla destinazione delle banchine portuali, si ribadisce che l’accesso in porto è consentito solo a persone e veicoli autorizzati, la cui violazione comporta una sanzione amministrativa da euro 51,00 a euro 309,00″, comunica la Capitaneria di Porto di Manfredonia

Oltre il danno dunque la beffa: ai giovani la cui autovettura è caduta in mare è stato elevato un verbale amministrativo di contestazione. (Immagine d’archivio, non riferita ai fatti)

da Stato Quotidiano

LUCERA –PUG Lucera, Scioscia: nulla è stato fatto per il Centro storico

Pubblicato : domenica, 18 maggio 2014

 DICHIARAZIONE del consigliere Pietro Scioscia sui lavori consiliari di adozione del PUG

«Gent.mo Direttore,

Le chiedo di accogliere ed eventualmente pubblicare questa mia nota di commento allo svolgimento dell’ultimo Consiglio Comunale di Lucera tenutosi in data 15/05/2014. Lo faccio solo ed esclusivamente per manifestare le mie impressioni su quanto accaduto senza aver letto ed ascoltato volutamente altri interventi e commenti e per dare l’esatta sensazione, senza condizionamenti, dello stato d’animo in cui mi sono trovato con gli altri colleghi della minoranza, quella minoranza vera ed effettiva ed in cui ancora oggi mi trovo.

Il Consiglio Comunale è stato condizionato da un pubblico partigiano e facinoroso che sin dalle prime battute ci ha apostrofati, senza averne motivi, con titoli offensivi quali “Vergogna!”,

“Andate via!” ed altri che non appartengono né a me né agli altri colleghi della minoranza in Consiglio Comunale. Vergognarmi di cosa? Di aver chiesto il rispetto della legge e di aver preteso il voto su ogni accapo circa l’urgenza e l’improrogabilità dell’argomento, così come è previsto dalla legge?

Questo rientrava e rientra nella funzioni proprie del Consigliere Comunale alle quali non mi sono sottratto e che invece avrei tradito nel caso contrario. Tra l’altro questa richiesta, accolta dalla Presidenza (sulla quale restano seri dubbi circa la conduzione delle seduta), ha dato ancor più valore di legittimità alle delibere assunte che in caso contrario sarebbero state ulteriormente suscettibili di censura

. Il pubblico presente, egregiamente preparato ad arte alla contestazione fine a se stessa, non l’ha capito, e questo ci può stare, ma quel/quei “pierino/i urlatore/i” prima di dire a me come agli altri colleghi di vergognarsi dovrebbe/dovrebbero prima guardarsi allo specchio 10…100… 1000 volte al giorno, farsi un esame attento di coscienza e chiedersi se LUI/LORO

SÌ ha/hanno fatto nella propria vita qualcosa di cui vergognarsi, così come coloro che hanno gridato “Vergogna” forse solo perché interessati da fatti ed aspettative personali.

Sono stato presente alla riunione del Consiglio Comunale – come gli altri colleghi di minoranza – non sotto una presunta pressione ricevuta dalla convocazione effettuata inizialment in piazza Duomo (le riunioni sono sempre pubbliche e chiunque vi può partecipare), ma evidentemente queste condizioni sono state poste in essere e rivolte, per ragion del vero, a quei consiglieri comunali cosiddetti di maggioranza che da qualche tempo hanno stretto in una morsa l’amministrazione costringendola a votare gli argomenti in seconda convocazione laddove è sufficiente la presenza di soli undici consiglieri.

A questi è stata rivolta “una pistola alla tempia” – metaforicamente –, considerato il particolare periodo elettorale, per sconfessarli ed additarli, costringendoli a votare un PUG che tutti nello loro dichiarazioni hanno criticato, cosa di non poco conto, confermando la necessità di emendarlo velocemente, facendo venire meno anche l’unica cosa buona che si potesse ritenere tale e cioè di aver comunque dato inizio ad una procedura, indicata come la prima pietra che sicuramente ed inesorabilmente non è pietra angolare.

Lo spostamento della riunione nel teatro Garibaldi, così come richiesto dal Prefetto e dal Questore di Foggia, dove gli episodi di escandescenza si sono comunque puntualmente verificati (segno che quasi a nulla è valso vietare l’evento in pubblica piazza), hanno confermato le ragioni e le preoccupazioni sull’ordine pubblico, che noi consiglieri di minoranza abbiamo cercato di contrastare per consentire il regolare svolgimento dei lavori.

É palese, comunque, che ancora non siamo culturalmente pronti ad affrontare con serenità questo modo di fare politica attiva con la partecipazione democratica, così come chi la invoca a spada tratta lo fa solo a fini politico-elettorali.

Per me resta il rammarico che, pur avendolo richiesto e previsto nel mio Programma Elettorale del 2009, nulla è stato fatto per il nostro Centro Storico, unico e vero interesse urgente di un intervento che potrebbe dare slancio alla nostra economia reale fatta di piccoli artigiani e commercianti allo sbando socio-economico e finanziario, per i quali solo a parole qualcuno pare abbia mostrato.

Così come nessun risultato ha ottenuto “la Pagnotta” che, già al termine della riunione, ha lamentato il mancato accordo sulla riduzione delle cubature a favore di quelle per interventi nel centro storico, confermandosi solo ed esclusivamente la stampella dell’attuale amministrazione (nemmeno sugli emendamenti richiesti è stato comunque accontentato), che con questo atto otterrà un arretramento elettorale personale, vero suicidio politico, a vantaggio del suo compagno di viaggio Pasquale Dotoli. Se ne sarà reso conto?»

(Lucera, 18 maggio 2014; Pietro Scioscia, Consigliere Comunale Democratici Autonomi – Lucera)

FOGGIA – molestò una bambina: pena ridotta al viceparroco

Pubblicato : domenica, 18 maggio 2014

 Pena ridotta ad un anno e mezzo, riconoscimento dell’attenuante del fatto di lieve entità, ma colpevolezza confermata anche in appello per l’ex vice parroco della chiesa del «Sacro cuore» al rione Candelaro, condannato per le presunte molestie ai una bambina, che sarebbero avvenute nel confessionale nell’estate 2006. Don Nicolangelo Rossi, 83 anni, originario di Pesco Sannita (Benevento), sin dal 2006 lasciò Foggia: per questa vicenda fu anche arrestato nel maggio 2007 e posto ai domiciliari per alcuni mesi.

Ha inviato una lettera ai giudici della corte d’appello di Bari per ribadire la sua innocenza, cui i magistrati non hanno creduto condannandolo a 18 mesi con l’attenuante del fatto di lieve entità. In primo grado, sentenza del gup del Tribunale di Foggia del 13 maggio 2011, a don Rossi furono inflitti 2 anni, 2 mesi e 10 giorni per una delle 4 imputazioni contestate dalla Procura, mentre fu assolto perchè il fatto non sussiste dall’accusa di aver molestato altre tre bambine che si confessavano da lui. Il pg chiedeva 2 anni; l’avvocato Michele Vaira, legale di parte civile per i genitori della bambina, si è accodato alla richiesta di condanna e commenta soddisfatto la sentenza: «interessa poco l’entità della pena, quello che premeva era la conferma della colpevolezza del sacerdote ribadita anche in appello

. Ribadisco che ho avviato una causa civile per quanto successo, citando come responsabili civili l’istituto salesiano e la parrocchia del Sacro cuore».

L’avvocato Franco Ventarola, difensore dell’imputato, aveva fatto recapitare ai giudici un certificato medico per attestare il suo legittimo impedimento a partecipare all’udienza chiedendone il rinvio, che non c’è stato. Cala così il secondo sigillo giudiziario su una vicenda che destò clamore per il coinvolgimento di un sacerdote, pure arrestato dalla squadra mobile nel maggio 2007 e posto ai domiciliari su ordinanza del gip.

I fatti contestati risalgono all’estate del 2006 quando la parrocchia del «Sacro cuore» organizzò i giochi estivi. Nell’ambito di queste manifestazioni, c’erano anche attività di catechesi e spirituali. Una bambina che si confessò con don Nicolangelo tornò a casa turbata, si confidò con i genitori, raccontò d’essere stata toccata durante la confessione. I genitori prima si recarono in chiesa per chieder conto, poi in Procura.

da La Gazzetta del Mezzogiorno