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MONTE SANT’ANGELO – – Giunta e tecnici “sott’assedio”

Pubblicato: giovedì, 7 agosto 2014 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

 NON c’è pace per il sindaco Antonio di Iasio e la sua Giunta, ormai costantemente “sotto il fuoco incrociato” di opposizione e non solo. Una serie di eventi e polemiche d’ogni genere sta mettendo a dura prova la tenuta della maggioranza arrivata oramai al “giro di boa” della seconda esperienza di governo della città. Dalla paventata rottura del consigliere Damiano Totaro, che nell’ultimo consiglio comunale di luglio ha ribadito la sfiducia nei confronti dell’assessore Antonio Mazzamurro, molte cose sono accadute, tante altre no, alcune potrebbero accadere.

Partendo da ciò che non è accaduto, appare evidente che l’assessore in questione è rimasto (saldamente?) in sella, a prescindere dalle consultazioni avviate dal primo cittadino più di due mesi fa. Si materializzano, dunque, i tempi biblici non auspicati in principio, in barba alle rassicurazioni e alle promesse fatte; alla tempistica ed alla trasparenza. Magari Mazzamurro verrà accompagnato cordialmente alla porta, ma sembrerebbe non ora.

Oltre all’aria pesante che si respira in città, si denota un clima da “rompete le righe”, di smobilitazione silenziosa che sa tanto di smania da lidi vacanzieri vicine e lontani. Della serie “tutti al mare!” (avrà pensato saggiamente più di qualcuno), prima che la temperatura si surriscaldi per davvero.

Rimandato tutto a settembre. Tra ciò che dunque potrebbe accadere, la nomina autunnale di un nuovo assessore; magari in “quota” Troiano visto il probabile mini-domino che potrebbe interessare anche le dimissioni del consigliere Raffaele Cotugno (ormai da mesi fuori sede per motivi personali) e che lascerebbe campo al primo dei non eletti Mario Troiano, fratello del più noto Donato ex sindaco, ex city manager, ex dirigente ASL

. È accaduto che il sindaco non è stato in grado di sgombrare il campo dai tanti equivoci; di dissipare i nuvoloni che nel frattempo divenivano sempre più minacciosi, di dare spiegazioni inequivocabili su “casi” che continuano ad esplodergli in faccia come bombe ad orologeria. Lo scarica barile di competenze e responsabilità pare non reggere più ed i laconici “di queste faccende non so nulla” finiscono per avere un unico e generalizzato effetto urticante per chi continua ad ascoltarli increduli.

Si continua a non far chiarezza sulle assunzioni ARIF, per le quali è finito sotto accusa l’assessore e consigliere Vincenzo Totaro, già pluridelegato, direttore dell’Ente Parco nazionale e componente del GAL. Nel frattempo comitati cittadini chiedono invano spiegazioni pubbliche, oltre a denunciare un’amministrazione che li avrebbe dapprima “usati strumentalmente” per poi scaricarli ad obbiettivo raggiunto.

Poca chiarezza anche sull’ultimo eclatante caso di aggressione al capo settore Gianpiero Bisceglia da parte di un esasperato ambulante al quale sarebbe stata prima concessa la licenza e successivamente revocata. Le condivisibili parole di condanna del gesto da parte del sindaco, denotano tuttavia ancora una volta l’impressione che lo stesso potrebbe non conoscere totalmente quanto accade degli uffici del municipio che amministra e di cui è responsabile. La licenza era stata concessa oppure no? I requisiti c’erano o mancavano?

Quali i problemi reali legati all’attività dell’ambulante (che nel frattempo riceveva una salatissima multa di circa 6.000 euro da parte della Polizia Municipale)? Per permessi edilizi e connesse varianti in corso d’opera il quadro non muta di molto, con amministratori accusati da tempo di favoritismi e piccoli abusi privati. Sullo sfondo, automobili di politici che continuano a bruciare, atti vandalici, intimidazioni d’ogni genere, aggressioni fisiche, attentati al patrimonio, arresti ed ancora omicidi. Ed ancora, l’abusivismo selvaggio di Macchia e il relativo sequestro del mese scorso, di cui pare che nessuno avesse mai avuto sentore pur trattandosi di una cinquantina tra case, villette e baracche ad un passo dal mare.

La nebbia che avvolge il tanto evocato ma ancora solo immaginato Consorzio forestale, la nascente isola ecologica, le strutture socio-residenziali spuntate fuori con tanto di convenzione ASL (alla faccia dei presidi sanitari pubblici ormai in dismissione); oltre alla bomba “Galluccio” pronta ad esplodere da un momento all’altro e per la quale si ipotizza addirittura una commissione d’inchiesta

. Alte polemiche riguardano i locali ed il personale che sarebbe stato già individuato per la prossima apertura dell’Ufficio UNESCO, i corsi a tema organizzati per pochi e all’insaputa dei più (leggi: “trame longobarde” ecc, ecc.). Per concludere, perplessità anche sui fondi europei reperiti per il patrimonio storico-culturale (circa 5 mln di euro) e che sarebbero stati indirizzati verso studi tecnici “amici”, vicini alla persona del sindaco.

Concessioni in comodato d’uso gratuito a dir poco discutibili e tanto altro. L’ultimo eclatante grido d’accusa proviene dal salotto culturale ‘Le nuvole’ che con un documento molto forte irrompe in questo clima teso e surreale. Si descrive “Una città che non riesce più neppure a provare indignazione”.

Si accusa la giunta di ampliare sistematicamente gli equivoci col solo scopo di consolidare le proprie posizioni privilegiate. Connessioni amicali, intese elettorali, arroganza politica: tutti fattori che generano conflitto sociale, paura indifferenza ed apatia nei cittadini.

“Condanniamo la mafiosità in ogni luogo essa si manifesti, perché l’ingiustizia alimenta la disperazione che a sua volta sfocia in violenza”, conclude il documento. Ma cosa sta davvero accadendo a Monte Sant’Angelo? In mezzo a tutto ciò, un’amministrazione che in più di due anni alla voce “opere pubbliche” annovera cifre ed interventi molto vicini allo “0”, barricata dietro ai soliti specchietti per allodole come patto di stabilità, mancanza di fondi e impotenza da amministratori condominiali. Un’amministrazione che non è in grado nemmeno di coordinare il lavoro dei LSU (che dovrebbero tagliare l’erba degli spazi verdi) con quello degli operatori ecologici (che dovrebbero raccoglierla assieme ai risultanti rifiuti rinvenuti).

Che non è stata in grado neppure di completare il rifacimento dell’ultimo tratto di colonnine in cemento a bordo circonvallazione “panoramica”, lavori iniziati più di quattro anni fa. Che sbandiera fiera i risultati lusinghieri del “porta a porta” (lodevole iniziativa), senza accorgersi che nel frattempo il paese è diventato più sporco ed più inospitale. Intere zone abbandonate al proprio destino, in preda al degrado più becero ed inaccettabile.

Appare ormai davvero poco opportuno continuare parlare di mere strumentalizzazioni politiche degli oppositori. Quanti indizi ci vogliono per uno straccio di prova che sancisca il fallimento politico di una giunta troppo auto-referenziale e dimostratasi incapace di essere vicina alle istanze dei cittadini, troppo impegnata ad occupare spazi, a spartirsi incarichi e veicolare risorse a proprio piacimento?

In seguito all’aggressione del capo settore Bisceglia il sindaco di Iasio ha tempestivamente dichiarato di volersi costituire (come giunta) parte civile nella spiacevole vicenda, in nome di legalità e buon esempio. Un commento di un cittadino particolarmente deluso esorta ironicamente (ma neppure tanto) la cittadinanza a costituirsi (essa si) parte civile ma contro questi politici e tecnici! Ironie.

Resta il fatto che negli ultimi vent’anni qualsiasi giunta (anche quella in carica) avrebbe avuto più di un’occasione per spezzare lance a favore di legalità e rispetto delle regole. Magari costituendosi parte civile contro i clan rivali che hanno insanguinato le strade della città dell’Arcangelo per anni.

Magari in uno dei due maxi processi resisi necessari per appurare e debellare la mafia garganica, tra depistaggi, connivenze, strane decorrenze dei termini e scarsissime testimonianze. Si avrebbe favorito il lavoro dei giudici, si sarebbe evitato altro sangue, si avrebbe guadagnato tempo. Si avrebbe compiuto un gesto alto e coraggioso che la città meritava dopo tanto fango. Si sarebbe dato un buon esempio.

(A cura di Antonio Gabriele – [email protected])

da Stato Quotidiano

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