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BARI – Emergenza ambiente in Puglia Vendola: «Via grandi imprese»

Pubblicato: giovedì, 18 luglio 2013 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

 L’attacco sferrato da Vendola ai giganti dell’energia che operano in Puglia preoccupa il sindacato.

Ma innesca una nuova polemica. Alla Cisl, che pur condividendo il principio lo invita ad «abbassare i toni», il governatore risponde con un rilancio: deve essere il sindacato

- sostiene Vendola – «ad alzare i toni, a rompere quella fin troppo lunga storia italiana di omertà culturale, politica, istituzionale che ha consentito, in tutta Italia, di sottoporre diritti fondamentali dei cittadini e dei lavoratori al primato feroce della logica del profitto».

Il tema di scontro è il regolamento attuativo della legge regionale che impone la valutazione del danno sanitario: Eni, Enipower e Edipower hanno infatti impugnato il provvedimento davanti al Tar del Lazio, ritenendo che la norma pugliese sia «inutile».

Insomma, le grandi centrali insediate tra Brindisi e Taranto tentano di sfuggire alla procedura cui è già stata sottoposta l’Ilva: accertare l’obbligo, a carico di chi inquina, di accollarsi anche l’onere di riparare alle conseguenze sulla salute di cittadini e lavoratori.

La Cisl, con il segretario regionale Giulio Colecchia, sposta però l’obiettivo sulle ricadute occupazionali: «Ci preoccupa che in un momento di estrema difficoltà per il Paese e per la Puglia, questa battaglia diventi una nuova guerra che metta le grandi industrie di fronte a nuove difficoltà invece che accompagnarne le scelte organizzative e produttive verso l’adozione di sistemi di controllo sociale e di bonifica degli inquinanti». Insomma, pur ricordando di aver «condiviso» la legge regionale sul danno sanitario, Colecchia teme che l’iniziativa possa accelerare la fuga delle imprese dal territorio pugliese:

«Per arrivare davvero all’obiettivo», secondo la Cisl bisogna procedere « non con proclami e grida di battaglia ma con l’apertura di confronti con le stesse aziende proprio in considerazione del fatto che ci si rivolge alla media e grande industria».

Una posizione che Vendola respinge, parlando di un «conflitto aperto» e della necessità di non offrire alle grandi imprese «l’alibi della crisi economica per restare prigionieri del passato».

m.s. da La Gazzetta del Mezzogiorno

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