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La sfida degli Ospedali Riuniti nuovi reparti e trapianto del rene

Pubblicato: mercoledì, 7 ottobre 2015 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

ospedaliNefrologia, gastroenterologie e ambulatori. Comincia il nuovo corso del "palazzo dell'Onu" degli Ospedali Riuniti, la struttura a vetri realizzata ormai da diversi anni e inaugurata soltanto oggi. Proprio nel giorno dell'importante annuncio sui trapianti di rene: "Abbiamo uomini e strutture, manca solo l'okay della Regione Puglia". La previsione è che entro dicembre si potrà cominciare ad operare, offrendo così una opportunità ai circa 200 foggiani (sul totale di 600 in Puglia) che sono in lista d'attesa. Il policlinico di Capitanata sarà il secondo centro, assieme a Bari, ad avere un centro trapianti capace di attrarre pazienti dal Molise (adesso la destinazione è l'Aquila) e dalla Basilicata (per lo più diretti a Roma). "Abbiamo un progetto per l'emodialisi teleassistita – ha spiegato il direttore della struttura, Giuseppe Grandaliano -, l'obiettivo è quello di poter arrivare ad alcuni pazienti – soprattutto alle persone anziane nelle aree svantaggiate, a cominciare da Monti Dauni – ad accompagnare i pazienti a distanza, anche con l'attivazione della dialisi peritoneale a domicilio. Sul fronte ospedaliero, invece, già trattiamo più di 110 pazienti al centro dialisi (con 20 persone che si sottopongono al servizio di notte), facciamo quasi 4mila visite esterne all'anno e circa 150 pazienti sono in trattamento sostitutivo".

Adesso che i plessi sono funzionali, bisognerà intervenire sul personale, in particolare infermieristico. "Stiamo lavorando per l'assunzione di infermieri a tempo determinato – ha spiegato il direttore generale Antonio Pedota -, anche perché finora abbiamo accreditato ben 7 strutture e la seconda Pma (centro di procreazione assistita) che ha già 250 coppie in lista d'attesa e rappresenta la risposta pubblica alla legge 40. Per di più, abbiamo già definito il percorso della Breast Unit. Per il momento, daremo più servizi con il personale che abbiamo, in attesa di capire come potrà muoversi la Regione sulle assunzioni". Per il direttore sanitario, Laura Moffa, "lo spostamento delle strutture e l'accorpamento del personale" possono essere la migliore risposta nel breve periodo, mentre si lavora sull'accreditamento del centro hub di Reumatologia e per il centro trasfusionale. Il raccordo tra l'"anima" ospedaliera e quella territoriale della sanità foggiana continua ad essere un problema. "Il 60 per cento delle prestazioni diagnostiche viene fatto all'esterno – precisa il direttore amministrativo, Michele Ametta -, questo comporta disfunzioni nell'attività più strettamente ospedaliera. Anche se il ricavo per le prestazioni ambulatoriali, nel 2014, è stato di 24 milioni di euro, bisognerà intervenire allocare al meglio le risorse disponibili per potenziare l'attività ospedaliera, riducendo progressivamente quella territoriale (che dovrà essere sostenuta dall'Asl di Foggia, NdR)". Un altro risultato raggiunto è quello del trasferimento della Gastro. "Avevamo una inadeguatezza strutturale importante – ha spiegato il direttore Francesco Vinelli -, non c'erano nemmeno i bagni ed i servizi per i disabili. Eppure, abbiamo una produzione importante, con più di 800 ricoveri ordinari nel 2014, oltre all'attività ambulatoriale che si snoda tra il centro per la celiaca e le prestazioni in day hospital". Anche in questo caso, circa il 50 per cento delle endoscopie (3mila nel 2014) e delle colonscopie (2500) sono state fatte all'esterno. "Lavoriamo su quattro livelli di complessità – conclude Vinelli -, ed è evidente che se i livelli più bassi assorbono gran parte della nostra attività non possiamo concentrarci su quella che dovrebbe essere la vocazione dell'ospedale, quella di aumentare la complessità delle prestazioni". Per questo, Pedota sta ragionando con il direttore generale dell'Asl di Foggia, Vito Piazzolla, per spostare i laboratori, gli ambulatori e le radiologie al Colonnello D'Avanzo, per creare un polo di integrazione territoriale e snellire così il peso delle attività verso l'esterno in via Luigi Pinto.

da L'immediato

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