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FOGGIA – «F35», all’Alenia di Foggia commesse per 20 anni

Pubblicato: venerdì, 5 luglio 2013 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

A volerci scerazare su il caccia F35 di quinta generazione sarà un aereo dalla filiera corta: componenti significative del velivolo, i pannelli alari in fibra di carbonio e il piano di copertura del motore, sono già in fabbricazione all'Alenia Aermacchi di Foggia.

A trenta chilometri dalla fabbrica ci sarà invece il primo volo italiano del caccia americano prodotto dalla Lockheed-Martin, nel 32mo Stormo dell'aeroporto militare di Amendola, forse nel 2016.

Di sicuro la base foggiana sarà l'unico reparto dell'Aeronautica al quale verrà assegnato lo «stealth» di nuova generazione, invisibile ai radar e in grado di sviluppare il potenziale di 2-3 cacciabombardieri attuali.

Il velivolo che fa tanto discutere per i suoi alti costi (150 milioni di dollari ad aereo) è stato prenotato dall'Italia in 90 esemplari, riconversione dovuta alla spending review che ha depennato la spesa dei 131 aerei previsti inizialmente.

Ma tutti gli otto partner del dispendioso progetto, che all'Italia dovrebbe costare dai 13 ai 17 miliardi, avrebbero già fatto un passo indietro e anche il Regno Unito starebbe ripensando la sua partecipazione al programma.

In Italia è scontro aperto fra governo e parlamento, dopo l'intervento del presidente della Repubblica che ha chiarito come sulla difesa della nazione non possano esserci ingerenze sulle scelte del governo. Ma gli F35 sono davvero solo una scelta militare?

I militari dicono di no, il programma assicura anche una ricaduta industriale di tutto rispetto. Vediamo perché. L'Alenia Aermacchi, secondo contractor , ha infilato in portafoglio una serie di ordini che varrebbero il costo (onerosissimo) che il nostro paese si ritroverà a dover affrontare in piena crisi economica.

Nel centro di eccellenza nazionale sulla fibra di carbonio dell'Alenia di Foggia, tanto per cominciare, il «combattente» assicurerà lavoro e commesse per un tempo medio di vent'anni anche se il vero centro propulsore degli F35 sarà il Faco (final assembly and ckeck-out) di Cameri (Novara) dove avviene l'assemblaggio del cassone alare per gli aerei destinati all'Italia e forse ai Paesi bassi.

Il Faco è destinato a trasformarsi nel «concessionario» di tutti gli F35 che circoleranno nei cieli europei per la manutenzione, i pezzi di ricambio e l'assistenza ai velivoli per i quali si stima una vita media di quarant'anni.

Anche la piccola e media industria è direttamente coinvolta in questo programma che assegna all'Italia la costruzione di 900 componenti del velivolo destinati all'export nei centri di assemblaggio extraueuropei.

da MASSIMO LEVANTACI La Gazzetta del Mezzogiorno

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