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Fisco più equo: soltanto sulla carta.  – Quando dai bla bla bla ai fatti

Pubblicato: venerdì, 12 novembre 2010 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

L’ha più volte ripetuto il presidente del Consiglio Introna: ”Costruire un sistema tributario equo: una priorità per lo sviluppo, tanto più in vista del federalismo fiscale.

Occorre andare verso un vero ecosistema fiscale”. Diventa irrinunciabile il riequilibrio tra le aree forti e deboli, la perequazione tra le regioni a maggiore e minore gettito.
 E’ il presupposto per garantire a tutti i cittadini di poter ottenere servizi pubblici di qualità, dalle Alpi a Pantelleria. Alcuni esempi: sanità, scuola, trasporti e assistenza sociale.

‘ I contribuenti devono pagare le tasse ed in cambio del prelievo fiscale la comunità deve ricevere servizi pubblici migliori. Il motto: ‘Pagare tutti pagare meno’ è sempre valido, ma per ottenere condotte responsabili dai cittadini e’ indispensabile motivarle.

In campo fiscale e non solo la pubblica amministrazione deve dare segnali di efficienza ed efficacia che il cittadino saprà apprezzare. Fisco fa rima con la quotidianità.
Fatto di code di code agli uffici e di adempimenti per cui fino all’ultimo mancano istruzioni o modelli. ‘ Gli intermediari costituiscono un anello essenziale tra amministrazione e contribuenti.

Anche grazie ai professionisti la macchina fiscale è cambiata in meglio. Il sistema è complesso ma l’Agenzia è impegnata nella semplificazione degli adempimenti.
Anche la Puglia ha messo in campo il cassetto fiscale, che dà ai contribuenti la possibilità di verificare, dal computer di casa, la propria situazione e poi ‘Civis’ il canale telematico di comunicazione tra Entrate e professionisti. Su questi presupposti continuerà il confronto con i commercialisti, anche perché il presidente del Consiglio nazionale Claudio Siciliotti insiste sulla dimensione sociale ed etica della professione:
“Mettiamo a disposizione il nostro sapere tecnico abbiamo come obiettivo il bene comune. ‘ Si torna a parlare di quoziente familiare: tasse in base ai figli così come succede in Francia. Gli esempi si sprecano. I 100 euro il mese di detrazione, voluti dal ministro Bindi, non sono goduti dalle mamme con un lavoro part time.

 I figli nelle detrazioni valgono un coefficiente pari a 0,33 mentre quando è ora di pagare tasse il coefficiente diventa 1 o più. Per non parlare della tariffa sociale che premia oltremisura i single.

Ma è polemica: il sindaco di Bari Emiliano ha precisato (nel convegno sulla famiglia a Roma in polemica col primo cittadino di Roma Alemanno): “La nostra città è in controtendenza”.
‘ Il dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia ha già registrato una calo di circa 4 miliardi delle entrate fiscali nei primi due mesi del 2009 (-6,6% su base annua).

L’Ires, l’imposta sul reddito delle società, è crollata del 64,2%, mentre l’Ire (persone fisiche) è diminuita del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2008. La crisi si è abbattuta su tutte le voci, dall’imposta di fabbricazione sugli oli minerali (-4,5%) all’imposta di consumo sul gas metano (-9,5%), dall’imposta di registro (-14,9%), a quella di bollo (-8,2%).
Delta da quotidianopuglia.it

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