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SAN GIOVANNI ROTONDO – Da San Giovanni Rotondo la molecole che batte l’epatite C

Pubblicato: martedì, 30 aprile 2013 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

 Si chiama Sofosbuvir ed è la nuova speranza per i malati di epatite C. Il farmaco è il frutto di una sperimentazione condotta dalla dottoressa Alessandra Mangia e dal suo gruppo nell’ospedale ‘Casa Sollievo della Sofferenza’ di San Giovanni Rotondo.

L’Epatologia della città di Padre Pio ha partecipato come unico centro italiano in Europa ad uno studio iniziato lo scorso anno e durato 6 mesi: un lungo periodo di ricerche che ha poi condotto al Sofosbuvir.

La molecola del farmaco, denominata GS-7977, è un inibitore della polimerasi, un enzima dell’HCV essenziale per l’espansione del virus. La sperimentazione è stata effettuata su un campione di 500 pazienti ‘naive’, cioè mai trattati in precedenza con altri farmaci, con infezione da genotipi 2 e 3 del virus dell’epatite C, reclutati negli Stati Uniti, in Australia e in Europa.

Alla metà dei pazienti il nuovo farmaco è stato somministrato in aggiunta alla sola Ribavirina per 12 settimane, gli altri 250 pazienti hanno ricevuto i medicinali finora usati per l’epatite C: l’Interferone e la Ribavirina.

I risultati hanno dimostrato l’equivalenza nell’efficacia della terapia con GS-7977 insieme alla ribavirina per solo uso orale, rispetto alla combinazione tra l’interferone peghilato e la ribavirina.

L’esito della ricerca è stato presentato ieri, 23 aprile, da Padre Pio Tv, in contemporanea con la rivista scientifica internazionale New England Journal of Medicine.

Il farmaco è destinato a sostituire l’interferone per la sua efficacia terapeutica e per gli effetti collaterali molto più blandi, dovrà essere registrato all’ente regolatorio americano,

Fda e a quello europeo, Ema.

Si tratta di un’eccellente e rivoluzionaria scoperta che, nell’arco di 5 anni porterà alla completa eliminazione del virus nella maggior parte dei pazienti affetti e, nel giro di 10 anni, anche a un calo progressivo di cirrosi, cancro del fegato e numero di pazienti che effettuano un trapianto con conseguente riduzione della morbilità e della mortalità correlate al virus dell’epatite C.

Doriana Davenia da Foggiailquotidianoitaliano

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