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FOGGIA – Pepe ci ripensa: non mi dimetto più

Pubblicato: martedì, 30 aprile 2013 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

Il presidente: non accetterei di essere il commissario in Provincia. «Aderisco a sollecitazioni trasversali»

 

 Il presidente della Provincia, Antonio Pepe, ha ritirato le sue dimissioni ma al tempo stesso ha ribadito che non accetterà l’incarico di commissario a Palazzo Dogana dal 2 maggio in poi.

L’ente, come è noto, non fa parte delle Province soppresse ma cambierà pelle e nella fase di transizione il ministero sta provvedendo a nominare dei commissari.

Ovunque sono i presidenti uscenti ad accettare l’incarico, ma per Pepe la stagione di impegno politico-amministrativo pare essersi conclusa. Il condizionale è d’obbligo alla luce del fatto che solo una settimana fa il presidente uscente aveva affermato che «le dimissioni sono irrevocabili»; invece ieri ha cambiato opinione.

Dunque c’è chi a Palazzo Dogana spera ora che anche sulla questione commissariale ci siano margini per garantire all’ente un commissario «politico» anziché un commissario prefettizio. E che sia Pepe ad incarnare il ruolo.

«Ho deciso di ritirare le dimissioni in ragione delle numerose e trasversali sollecitazioni che mi sono state rivolte e per il profondo rispetto dell’assemblea consiliare e delle forze politiche – ha dichiarato in apertura di seduta del consiglio provinciale – ma non rivestirò il ruolo di commissario».

Il gruppo consiliare del Pdl, insieme al presidente del Consiglio, Enrico Santaniello, erano pronti ad avvio di seduta a consegnare le proprie dimissioni che sommate a quelle già protocollate venerdì da tre consiglieri del Pd avrebbero di fatto determinato lo scioglimento dell’assemblea.

Un atto di sfiducia che avrebbe macchiato l’uscita di scena di Pepe, ultimo presidente eletto dai cittadini. Probabilmente anche l’idea di essere sfiduciato, seppur a pochi giorni dalla fine del mandato, ha pesato sulla decisione di ritirare le dimissioni.

Politicamente le forze politiche che siedono a Palazzo Dogana non ne escono rafforzate: il Pdl non può cantare vittoria perché lo spettro del commissario prefettizio è tutt’altro che tramontato.

Gli elementi politici contenuti nel documento del partito di maggioranza che chiedeva a Pepe di accettare l’incarico di commissario non sono stati tenuti per nulla in considerazione.

Il Pd con il gruppo consiliare spaccato sulle dimissioni, ha perso un’occasione politica per marcare la propria differenza. Ha ulteriormente indebolito il ruolo del segretario provinciale, Paolo Campo, che fino a venerdì era anche consigliere provinciale e che aveva pubblicamente indicato la linea del suo partito.

Pepe nel corso del suo intervento di ieri ha tenuto a dire che «sulle sue dimissioni sono circolate illazioni, ricostruzioni e retroscena fantasiosi».

In realtà è da Roma che giungevano la scorsa settimana conferme sul fatto che dalla Puglia e dalla Capitanata ci si stava muovendo nei Palazzi della politica per far sì che il ministero dell’Interno nominasse commissario l’attuale vicepresidente, Billa Consiglio. «Evidentemente – commentava qualcuno ieri a Palazzo Dogana – quelli che si muovevano non avevano informato il presidente Pepe».

Antonella Caruso da Corriere del Mezzogiorno/Foggia

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