Nichi Vendola recita i versi di un poeta francese per spiegare «ai pugliesi che bussano alla porta del mio computer, del mio telefonino o di casa mia e mi dicono "presidente, non mollare"». Eccoli, i versi: «Un raggio bianco precipitando dall´alto dei cieli interrompe questa commedia». Cala il sipario, dunque. E ieri, all´ora di pranzo, giacché le parole della politica sono «ingarbugliate e opache», il comunista gentile accelera: annuncia che concorrerà per ritornare ad essere governatore del tacco d´Italia.
Quali saranno gli alleati per questa corsa che sarà, inevitabilmente, difficile? Vendola sibila, malizioso: innanzi tutto, «il Pdl». Prima che il panico si allarghi come una macchia d´olio, aggiunge: «Pdl ovvero partito della legalità. Insieme con il Pdp, partito della precarietà, e il Pdb, partito dei bambini. Questi e tanti altri sono i soggetti sociali che danno vita al mio partito».
Quanto a Udc e Idv che reclamano «discontinuità col passato» e, per questo, voglio che Vendola faccia un passo indietro perché l´esercito di progressisti da schierare contro il centrodestra possa essere il più ampio possibile, il diretto interessato fa spallucce: «Si tratta di posizioni lecite, ma incomprensibili».
«Pericolose», pure. «Se penso che la rimozione di Vendola può significare bloccare il processo di stabilizzazione dei lavoratori precari, facilitare la costruzione di centrali nucleari o vendere l´Aqp...
Sì, insomma, la discontinuità del sottoscritto è quella da lobby e interessi precisi. Capisco di potere essere scomodo... E´ la ragione per cui ho interrotto il giro di valzer con i partiti. E da oggi sono tutti obbligati a giocare a carte scoperte».
A cominciare dal Pd. «Sarei molto stupito se i riformisti scegliessero un altro candidato» per la guida della Regione. «Certamente sarebbe molto stupito il popolo del Partito democratico. E perfino una parte enorme degli stati maggiori del Pd». Vendola è ironico: «Battersi per avere un competitore che può essere quello della tua coalizione, ma anche di quella avversaria, è proprio un esempio di buona politica, di nuova politica, di moralizzazione della politica.
Erano un po´ più raffinati quelli dei tempi di Tomasi di Lampedusa perché i gattopardi erano almeno un po´ blasonati». Il riferimento è ai rumors che raccontano la discesa in pista del capo degli industriali, Nicola De Bartolomeo, indicato dall´Unione di centro e giudicato affidabile sia a destra, sia a sinistra. Dipenderà da dove finirà la pattuglia di moderati capeggiata da Pierferdinando Casini.
Vendola ripete: «Io non sopporto veti. Casini, non ti piace il mio viso? Allora accetta le primarie. Lo stesso discorso vale per il coordinatore dell´Idv Pierfelice Zazzera. L´unico modo è quello di sconfiggermi alle primarie».
Ancorché né Udc né Idv vogliono saperne. L´ultima puntura di spillo è per il ministro Raffaele Fitto: «Esprime solidarietà al centrosinistra che vive il presidente Vendola come un ingombro? Io sono alternativo a lui e a quello che rappresenta: una stratificazione di interessi destinata a qualificarsi da sola. E´ il motivo per cui le dichiarazioni del ministro sono per me un viatico a tornare in campo. Sono un raggio di pulizia, io».
di Lello Parise da
Bari.Repubblica.it