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Foggia – Capitanata, contrasto alla criminalità dei Carabinieri: 3 arresti

Pubblicato: giovedì, 11 novembre 2010 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

CONTINUANO le azioni di repressione alla criminalità dei carabinieri del Comando Provinciale di Foggia. Tre gli arresti effettuati fra Rodi Garganico, Sannicandro e Trinitapoli. CONTINUANO le azioni di repressione alla criminalità dei carabinieri del Comando Provinciale di Foggia. Tre gli arresti effettuati fra Rodi Garganico, Sannicandro e Trinitapoli.

A Rodi Garganico, i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato Antonio Del Conte, 28enne, già noto alle forze dell’ordine, per estorsione. I militari hanno avviato un’attività d’indagine a seguito di una segnalazione anonima giunta al 112, inerente a presunte violenze commesse dal medesimo nei confronti del proprio genitore 68enne.

In tale contesto, nel corso di un servizio di osservazione, i Carabinieri hanno sorpreso il giovane che, dopo essere salito a bordo dell’autovettura condotta dal padre, sotto minacce e percosse lo costringeva a consegnargli 100 euro.

L’immediata perquisizione dell’indagato consentiva altresì di rinvenire 7 grammi di “marijuana” suddivisi in cinque dosi. L’arrestato è stato pertanto denunciato anche per detenzione illegale di stupefacenti.

A San Nicandro Garganico, i Carabinieri della locale Stazione hanno tratto in arresto per il reato di immigrazione clandestina un cittadino di orgine marocchina, tale B.B. 26enne, perché già colpito da decrerto di espulsione, non aveva ottemperato all’ordine del Questore di lasciare il territorio nazionale entro cinque giorni.

 Il giovane è stato tradotto presso la casa circondariale di Lucera in attesa di essere processato con rito direttissimo presso il locale Tribunale.

A Trinitapoli, i Carabinieri della Stazione hanno arrestato Antonietta Bevilacqua, 23enne del luogo, per furto aggravato. La giovane all’interno di un bar del centro, dopo essersi introdotta in un ripostiglio, con destrezza, si era impossessata dell’incasso delle giocate SISAL ammontante a 5mila euro in contanti e del borsello di un barista al cui interno erano conservati 500 euro e alcuni monili in oro che il dipendente si era tolto di dosso prima di intraprendere servizio.

La perquisizione domiciliare a casa della donna consentiva di recuperare solo in parte il bottino che veniva restituito alle vittime.
da Stato Quotidiano

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