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Peschici - Foggia - Gargano - Puglia - Italia

Localita' > Peschici

Venite a Peschici in Puglia nel Gargano .....non ve ne pentirete

Peschici : il centro storico

Notizie e informazioni per conoscere Peschici

....la spiaggia di Peschici, con le bianche case dello splendido paese garganico a fare da cornice allo spettacolo mozzafiato creato dai giochi di luce di sole e mare.....

Peschici dall’alto di un promontorio (90 mt. s.l.m.), sporge sul mare dominando la spiaggia sottostante.

Nel cuore di questo piccolo ma caratteristico borgo sorge il Castello (un torrione del XVII sec.), che limita la parte vecchia dell’abitato da quella nuova.

La visita del centro (che deve essere necessariamente fatta a piedi) consente di ammirare scorci panoramici in un dedalo di viuzze e in un groviglio di casette dal caratteristico tetto a cupola di origine orientale. Da vedere è anche la chiesa dedicata al Santo Patrono, Sant’Elia, a cui la comunità Peschiciana è devota in seguito all’intercessione del Santo nel liberare i terreni coltivati da una terribile invasione di cavallette.

mappa di Peschici

PESCHICI e' la cittadina piu' pittoresca del Gargano, antico villaggio di pescatori su un alta rupe sul mare.

Sorta nel X secolo, fu sede continentale dell'Abbazia di Tremiti. Caratteristiche le case, basse di tipo orientale, coperte da una geniale tipo di volta.

Dalla cima della rupe si puo' ammirare lo stupendo e vasto panorama a levante, verso Vieste, di S. Nicola e Manacore, a ponente verso San Menaio e Rodi.

Al termine della lunga spiaggia di Peschici si incontra alla punto dello Jalillo una cala. La costa diventa qui molto aspra, con strapiombi, anfratti, grotte meravigliose come quella delle Ondine.

Si incontrano molti intagliatori in legno, autentici artisti capaci di creare con notevole maestria oggetti destinati, una volta, ai piu' svariati usi domestici, ora pezzi ricercati ed apprezzati come souvenir.

Bellissimo il panorama di Peschici visto dalla motonave Daunia in rada e di notte dalla punta del molo.

Sotto la rupe, che cade a strapiombo per circa 100 metri, vi sono numerose grotte. Una di queste e' visibile dall'oblo' situato nel tipico ristorante La Grotta.

Dalle case piu' alte della citta vecchia di pescici si scorge la costa di levante fino ai villaggi Solemar, di San Nicola, D'Amato, Manacore.

Sono tutti modernissimi e confortevoli complessi di ville, alberghi, campings aventi in comune la caratteristica di essere immersi in boschi di pini, di essere sul mare, un mare che affianca alle spiagge sabbiose non profonde, molto adatte ai bambinie ai non esperti di nuoto, coste rocciose anche profonde, con fondali meravigliosi, grotte e scogli, paradiso di pescatori subacquei, di essere lontani da ogni fonte di rumori.

La grotta di Manaccora, sotto l'omonima punta e' una delle piu' grandi spelonche della costa nord del Gargano, in fondo alla spiaggia del Villaggio Baia di Manaccora, che si puo' raggiungere agevolmente a nuoto.


La Baia di Peschici

Da Peschici la strada scende verso il mare con brevi tornanti, offrendo la visione delle sue coste alte, maestose, alternate a distese di spiagge dorate che scendono dolci nel mare azzurro, costellate di centri turistici e ville ammantate di boschi di pini odorosi.

Il tratto costiero che da Peschici va verso Vieste è caratterizzato dalla presenza di numerosi trabucchi, suggestive strutture lignee adibite alla pesca.

È possibile ammirare anche varie torrette di avvistamento, presenti su tutto il litorale pugliese, che gli Aragonesi fecero realizzare per difendere le coste dall'attacco dei Turchi.

La baia di Peschici
Peschici vista dal mare

Un particolare cenno merita il complesso benedettino di Santa Maria di Calena (IX sec.) al cui interno si trovano ancora la chiesa, il refettorio e il dormitorio dei monaci; altro edificio di culto mariano, a soli due chilometri da Peschici, è la chiesa della Madonna di Loreto, edificata tra il XVI ed il XVII secolo nel luogo in cui, secondo la tradizione, la Vergine apparve ad un gruppo di marinai travolti dalla burrasca.

Peschici vista dal mare

Peschici è sfolgorante nel sole con le case bianche addossate le une alle altre. Le sue origini risalgono alla seconda metà dell'anno mille, monumento singolare è il castello. Famosissima è la spiaggia di Zaiana, una sorta diparadiso selvaggio per il Robinson Crusoe del terzo millennio, dove trovare tutti e nessuno.

Più che una spiaggia è una dimensione scelta da tutti i giovani che desiderano ritrovarsi con amici e vivere in libertà la spiaggia, solo un piccolo bar di legno offre a tutti pranzo, oltre che aperitivi nel tardo pomeriggio.

A seguire, E se ad un certo punto del percorso, lo stomaco langue e la fame vi costringe ad una sosta, vi proponiamo i Trabucchi, ristoranti che cucinano pesce appena pescato, sparsi lungo la costa fra Vieste e Peschici.

Mai visti ed introvabili nel mondo, simboleggiano una antica tecnica di pesca, la cui origine si perde nel tempo.
Sono lì, tra gli scogli che sembrano cedere per la forza del vento e del mare.

Per quanto siano strutture in solo legno di pino di Aleppo sono solidissimi. Fino a 40 anni fa le reti catturavano grandi quantità di pesci pregiati.

Oggi tutto questo avviene in maniera ridotta, i trabucchi restano un raro esempio di architettura spontanea e un'icona di tecnica antica di pesca ormai estinta. Varie leggende affermano che il trabucco è stato costruito 200 anni fa.

Veduta aerea di Peschici

Il ruolo più importante era affidato all'uomo dell'antenna che aveva il compito di osservare i flutti sottostanti da uno dei due pali che reggono la rete del trabucco e al momento giusto di dare il segnale di chiudere le reti per imprigionare i cefali. Rifocillarsi su queste palafitte da cui è possibile vedere il sole nascere e morire, lasciando allo sguardo interminati spazi, è un'emozione da gustare. E a pancia piena, naufragare vi sarà dolce in questo mare.

Per chi arriva da nord, in auto, percorrendo l’A14, il casello che mena alla superstrada garganica è quello di Poggio Imperiale.

A Vico del Gargano, terminale dell'arteria, occorrerà scendere a valle, verso il mare e, appunto per mezzo della strada costiera, si perverrà nella piana di Calenelle, ove ancora insiste la piccola ed ultima stazione ferroviaria che collega il promontorio a San Severo.

Si è prossimi al territorio di Peschici. Poi la strada guadagna un po’ di quota, abbraccia i costoni e, sulla destra del visitatore, in località Monte Pucci, una necropoli paleocristiana di venticinque tombe avverte che si sta attraversando una terra da sempre intrisa di fede; pochi chilometri oltre, ipogei di epoca preistorica, che conservano testimonianze di rupestre civiltà mediterranea, in località "punta Manaccore" , testimoniano l’antica natalità della "gens garganica".

Una grande curva schiude un quadruplice spettacolo: Peschici già si avvista, arroccata sui suoi novanta metri; Monte Pucci s’impone come premonitore baluardo; nel precipizio a mare, fiero, è il primo spettacolare trabucco; alle spalle ci si accorge di aver lasciato una sabbiosa striscia di seta che si perde verso Rodi Garganico.

Non fermarsi a godere di tutto ciò equivale ad un delitto senza movente.

Ripresa la strada, l’avvicinamento alla méta si trasformerà in una sorta di rincorsa all’arcobaleno, un effetto affascinante, immediato ma imprendibile.


Sembrerà di ammirare la bellissima donna del balcone di fronte al tuo e sopra il mare.

E’ un serrato, degradante terrazzamento, quale anfiteatro di roccia, calcàre e case, ora a ridosso l‘una dell’altra, ora in capricciosa teoria sciolta sulla dorsale che porta ai boschi, che pigramente ti limiterai a percorrere nel triangolo che porta al “castello”, una ibrida costruzione difensiva che si proponeva, nel 1600, anche quale "ricevitore” dei segnali che gli Spagnoli, allora invasori, inviavano visivamente da una torre all’altra come “ripetitori” (Calalunga, Sfinale, Gusmaj, Monte Pucci) per neutralizzare gli attacchi di pirati slavi e turchi.

Poche scene, sì, perché solo all’occhio del visitatore fisicamente presente il borgo antico parla schiettamente di sé. Per poco che l’estro ti spinga a scendere al mare, seguirai possibili incamminamenti dalla piazzetta del bivio, poco prima del basso di “commà Gina” e quello di “Sina la roscia”, due anziane istituzioni peschiciane e simbolo di vera “popolana nobilità”.


Trabucco a Peschici

I TRABUCCHI

I trabucchi sono strutture di legno utilizzate per pescare dalla costa, tipiche della zona che va dalla Puglia sino all’Abruzzo.
E’ facile vederli sulle coste rocciose e sulle punte un po’ sporgenti.


Il trabucco è composto da un piano in legno, sul quale spesso viene costruito un piccolo ripostiglio, dal quale si dipartono delle lunghe braccia (sempre in legno), alle estremità delle quali viene fissata una rete (di solito rotonda). Al centro della rete, talvolta, si pone un’esca: un pesciolino della specie di quelli che si desidera pescare.


A determinate ore del giorno, la rete viene calata per mezzo di argani e, dopo alcune ore, viene salpata tramite gli stessi argani.

Tuttavia, al trabucco sono adattabili diversi tipi di rete, che si salpano anche tramite cime.


Situata su un promontorio carsico nel Gargano sorge la splendida Peschici, abbarbicata su una piccola baia di sogno.
E' stata fondata da Slavi nel 970, l'imperatore Otón I inviato a liberare il Gargano della presenza dei Saraceni, che a partire dal XI secolo avevano gradualmente conquistato avamposti in Puglia.
Il nome stesso è associato con la radice slava "pesc", cioè la sabbia, facendo riferimento alla bella baia di Peschici e i suoi fondali.
Conosciuto anche con il nome di Pesclizo, è diventata uno roccaforte slava della contea di Lesina sotto i Normanni (1154), in seguito fece parte della Contea di Monte Sant'Angelo.

Questo periodo vede la costruzione del castello, ricostruito nel 1240.
Passò sotto il dominio degli Svevi (1194), come tutto il Sud Italia, Peschici fu attaccata dalla flotta veneziana (1239) sotto il comando di Papa Gregorio IX contro l'imperatore Federico II.

Peschici e le sue mura sono state distrutte con la città di Vieste, poi ricostruito per desiderio di Federico II .
Con l'arrivo angioino (1267) Peschici partecipo' a spedizioni militari e partecipo' all'assedio di Almisa (1274) sulla costa dalmata.

Lo sviluppo del porto commerciale e le attività portuali garantirono il successo dello sviluppo economico.
Peschici fini' nel 1401 sotto la gestione diretta del re di Napoli Ladislao I, l'ultimo erede maschio al trono angioino.
Sotto gli Aragonesi è stata amministrata da Giorgio Skanderberg con il sostegno del sovrano, come tutto il promontorio del Gargano .
Dopo la guerra franco-spagnola e a causa della continua minaccia di attacchi turchi, le mura sono state rinforzate con la costruzione di più di venti torri.
Peschici nel 1570 divenne feudo di don Ferrante Sangro al quale succedette Turbolo Bernardino (1571)
Nel diciassettesimo secolo, un lungo periodo secco provoco' una carestia che ha decimato la popolazione di Peschici.
Nel diciottesimo secolo la città cadde sotto la tutela del principe Emanuele Pinto di Ischitella.
Il secolo seguente vide la rinascita degli ideali repubblicani e insorse in una rivolta carbonaria (1821) e 1848.

La città ha partecipato attivamente agli ideali repubblicani in modo compatto, se si pensa che durante la votazione per quanto riguarda il plebiscito di annessione al Regno d'Italia (1860) quasi la metà della popolazione voto' per i Borboni.
La fine del XIX e l'inizio del ventesimo secolo sono stati caratterizzati da una grande povertà che ha portato molte persone a scegliere la via d'America, in cerca di fortuna.
Peschici oggi è invece una località balneare che ospita ogni anno milioni di turisti, attratti dalla bellezza della baia e dell'affascinante e caratteristico centro storico.
In Peschici e' anche possibile accedere alla baia attraverso una scala rípida, entrare nel villaggio costituito da case bianche, strade strette con scale ripiegate, ristoranti e punti panoramici. L'atmosfera della notte d'estate è affascinante e piena di vita.
A Peschici il monumento principale è l'abbazia di Kalena che compare in un documento del 1023 come una piccola chiesa sotto la protezione del più potente Tremiti.
Sono sparsi su tutto il territorio, le torri di difesa costruite nel sedicesimo secolo.
E' ancora conservato l'antico castello, ricostruito nel XVI secolo, ed è possibile visitare il santuario della Madonna di Loreto (siglo XVI), a 2 miglia dalla città.

Abbazia di Kàlena

Giunto alla "marina", sei davvero a poche centinaia di metri dalla storia, dalla fede, dal mito. Vuolsi, infatti, che l’Abbazia di Càlena sarebbe tra le più antiche d’Italia, mentre in recentissimo sondaggio del F.A.I (Fondo per l’Ambiente Italiano) risulta tra i più votati monumenti meno conosciuti e più trascurati.

Il grande fascino che promana dalla sua storia, anche come elemento regolatore viario, correlato per certi versi alla non lontana “Via Sacra Longobardorum”, che da Benevento portava e porta alla Grotta dell’Arcangelo Michele, non consente invece una sintesi, che sarebbe irriguardosa anche nei confronti degli studiosi che ne hanno ricostruito meticolosamente la storia.

Abbazia di Kalena

Dall’Abbazia, in attesa di urgente e decisivo restauro, un cunicolo, che sboccava allo scoglio dello Jalillo, garantiva la salvezza ai monaci attaccati dai predoni, in possibile arrivo sia da terra che da mare.

Non anche nel buio della possibile fuga è il segreto della straordinarietà del luogo, quanto nella sua capacità di sprigionare, nelle notti d’estate, una particolare sensazione di mistero che attraversa la storia, superandola fino a pervenire al mito.

E ne restano coinvolti Federico Barbarossa, sua figlia, papi e imperatori, fedeli, briganti e oggi distratti turisti. Intorno si diffonde un’aura di magia che si arrampica per la rupe, vola sulle greche cupolette, occhieggia tra le pale dei fichi d’india, si dipana come gomitolo in discesa per i vicoli e si nasconde tra i gozzi in rada, aspettando che il sole a oriente rialbeggi dal mare, per andare puntualmente a tuffarsi ancora nell’Adriatico, tra le Isole Trèmiti.

Ma queste cose, quando il “grecale” si calmerà, fatevele raccontare meglio da “Antonio-Antonio” sul molo della Grotta delle Rondini, o da “Ninuccio” nella spettacolare baia di San Nicola. Non per ciò che vi diranno, ma per il modo in cui vi guarderanno.


da Magica Peschici - Regia Claudio Lecci - MOVIOLA Comunicazione

Famosissima è la spiaggia di Zaiana, una sorta di paradiso selvaggio per il Robinson Crusoe del terzo millennio, dove trovare tutti e nessuno.
Più che una spiaggia è una dimensione scelta da tutti i giovani che desiderano ritrovarsi con amici e vivere in libertà la spiaggia, solo un piccolo bar di legno offre a tutti pranzo, oltre che aperitivi nel tardo pomeriggio.


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