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Cerignola mai così compatta, un fiume umano per difendere il “Tatarella”

Pubblicato: venerdì, 26 febbraio 2016 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

 IMG_4922“Emiliano ripensaci. Lucera è con noi, i Cinque Reali Siti sono con noi. Il Tatarella non si tocca”. Per le vie della città di Cerignola si è diffuso chiaro il messaggio di opposizione al declassamento dell’ospedale cittadino, da struttura di primo livello a presdio doi base, previsto nel piano di riordino ospedaliero regionale. Oltre duemila persone ieri hanno aderito alla marcia di protesta civica organizzata dal comitato spontaneo “Mo avast”. Cittadini, associazioni, famiglie e istituzioni si sono dati appuntamento in piazza Duomo. Da qui, intorno alle 20,00, si è incamminato il corteo in difesa dell’ospedale, attraversando le arterie cittadine del centro, per sciogliersi ai piedi di Palazzo di Città. Tra le prime file, bardati dagli striscioni, gli organizzatori dell’iniziativa di mobilitazione di massa. “É nato tutto spontaneamente venerdì sera”, spiega a l’Immediato Lucia Lenoci, tra i principali promotori del corteo di sensibilizzazione e protesta. “Leggevo il piano di riordino ospedaliero e mi è venuto spontaneo il commento mo avast. Da lì è partito l’impulso: parlavo con una mia amica,Antonietta, e le ho anticipato che la domenica mattina sarei andata a protestare davanti all’ospedale, sola o accompagnata. È iniziata così – continua il dirigente scolastico – conquell’appuntamento davanti all’ospedale. Sono arrivati altri cittadini, hanno cominiciato a cercarci e si è formato un comitato spontaneo. Abbiamo organizzato questa giornata e invitato i cittadini, le istituzioni, le associazioni, tutti uniti sotto la bandiera della città”. I primi cittadini, in fascia tricolore, in rappresentanza delle comunità che governano, hanno sfilato anticipati dai gonfaloni, schierandosi compatti sul fronte del “no al declassamento”. “Una bella dimostrazione di compattezza”, la manifestazione di ieri, per il sindaco di Cerignola,Franco Metta, affiancato dai colleghi dei Cinque Reali siti e dal vicario generale della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, don Carmine Ladogana.“È una lotta che non finisce subito, durerà parecchio tempo.

 

Ora vediamo se a livello regionale qualcuno ci darà un minimo di ascolto, dopodichè prenderemo le nostre decisioni”, annuncia il primo cittadino. “Il tranello in cui non dobbiamo cadere – prosegue – è di pensare che al 29 febbraio sia tutto finito. In quella data tutto comincia e noi dobbiamo essere mobilitati per i prossimi due-tre anni a difesa dell’ospedale. Non si gioca oggi la partita”. Nella serata di oggi, con i colleghi sindaci dei Monti Dauni, parteciperà a un incontro tra amministratori organizzato dal sindacoTutolo a Lucera, dove il rischio è la chiusura dell’ospedale Lastaria. “Vedremo insieme ai colleghi cosa organizzare, poi ci incontreremo tutti sabato mattina al policlinico di Bari per questa attesa presentazione ufficiale del piano – aggiunge Metta -. Ovviamente non avremo nessun modo per interloquire su questo piano perchè ce lo illustrano due giorni prima di presentarlo a Roma, con la domenica di mezzo. Credo che in nessun modo possiamo ottenere risultati prima. Dobbiamo fare in modo che Emiliano ci ripensi nella fase successiva, quando dovranno dare attuazione a questo piano”. Ricorso al Tar, una delle azioni da intraprendere se la voce dei territori restasse inascoltata, e mobilitazione permanente, in assenza totale di interlocuzione con i foggiani nella giunta barese. “Nessun sindaco ha una qualsivoglia interlocuzione e questo è gravissimo”, commenta. Dal canto loro, anche i cittadini del comitato spontaneo perseguiranno la via della protesta permanente. “Abbiamo intenzione di andare a Bari, coinvolgendo più persone possibile per manifestare davanti al policlinico dove Emiliano presenterà il piano di riordino – annunciano – e, se sarà necessario, adotteremo anche altre forme, come impugnare il provvedimento al Tar. Ci stiamo documentando, sull'esempio di altri comuni, e faremo tutto quello che sarà necessario. Non ci fermeremo”.

DA l'IMMEDIATO

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