SERRACAPRIOLA (Foggia) – Musica, canti, danze e leggende primitive: questa sera a SerracapriolaUna scena del Musical
Una scena del Musical
Il consueto appuntamento estivo con lo spettacolo organizzato dalla scuola di danza “La Fenice” di Serracapriola, quest’anno introdurrà il pubblico nel magnifico mondo dei miti primitivi per comprendere di più il momento presente.
“Patto di Luce”, è questo il titolo della performance di musica, canti e danze che questa sera vedrà la Scalinata La Marmora ancora teatro delle rappresentazioni estive serrane.
Ad aprire la stagione teatrale il musical firmato Carlo Tedeschi e interpretato dai ragazzi di Nunzia Morricone, direttrice della scuola di danza “La Fenice” che ogni anno offre al suo oramai affezionato pubblico uno spettacolo godibilissimo, incentrato sulla rivisitazione di classici della letteratura o su storie e leggende del passato.
“Patto di Luce” è ambientato circa 12.000 anni fa nel mondo delle tribù primitive, ancora legate al culto della natura e delle sue forze oscure. Protagonista una pastorella che, animata da uno spirito desideroso di andare oltre gli angusti spazi della società tribale, vive la sua avventura nel tentativo di superare la propria ristretta mentalità e quella della sua gente.
Le sono accanto gli Animaletti, curiosi assistenti che commentano le sue vicissitudini e la Natura, sempre presente con i suoi suoni, i suoi rumori, i suoi profumi e nel Sole nascente al quale la pastorella rivolge il suo primo, appassionato canto: ‹‹Dimmi tu, Sole, dimmi cos’è… Cosa c’è dietro di te?
Perché tanto male intorno a me?››. Altri personaggi sono lo Sciamano, portatore di pace ai villaggi in lotta tra di loro, il Pastorello, trovato nella foresta e allevato dallo Sciamano, la Tigre, giudice dei condannati lasciati nella foresta a loro stessi, il Primordio, capo tribù del villaggio della Pastorella e le Spie che inseguono la Pastorella per riferire della sua diversità. Il musical affronta una tematica universale, quella dei diritti umani. Attraverso un patto con il Supremo Signore, nelle coscienze dei primitivi sarà innescata la scintilla di consapevolezza che, al di là della tribù di appartenenza, tutti hanno in sé il seme della Verità e dell’Assoluto.
Bisogna dunque superare le barriere di comunicazione e accedere a una visione universale dell’umanità che è poi alla base della stessa dichiarazione dei diritti umani.
Un messaggio attualissimo trasmesso, tra l’altro, con grande leggerezza e maestosità attraverso giochi di luce ed effetti tecnologici che interagiscono con gli attori sulla scena. Un tuffo in una nuova dimensione che vale la pena di non perdere.
Teresa Silvestris da Il Mattino di Foggia