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LE  PRIME “RADIO LIBERE”

Pubblicato: giovedì, 28 luglio 2016 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

downloadA metà degli anni ’70, un nuovo fenomeno stava per sconvolgere, positivamente, la vita dei giovani foggiani, al pari di quelli nel resto del Paese. Il mese di luglio fu particolarmente favorevole all'affermazione della libertà del'etere. La Corte Costituzionale con la famosa sentenza 225/74 el10 luglio 1974 e, ancor più incisivamente con la sentenza del 26 luglio successivo ( la nr 202), affermo' la legittimità costituionale ell liberalizzazione della trasmissione via etere e delle  frequenze e quindi la possibilità per chiunque di manifestare liberamente il proprio pensiero che, a quel punto, poteva esplicarsi anche attraverso trasmissioni radiofoniche. Nella pratica veniva riconosciuto a soggetti privati il diritto di impiantare emittenti radiofoniche su scala locale a costi relativamente bassi, ponendosi virtualmente in concorrenza con RAI e “Radio Montecarlo” (in realtà c’erano anche la “Radio della Svizzera Italiana” e “Radio Capodistria”), fino ad allora uniche fonti di trasmissioni radiofoniche e televisive in lingua italiana. In poco tempo, in tutta la nazione, decine e decine di locali, garage, abitazioni si trasformarono in centri di trasmissione in FM (Modulazione di frequenza, cioè da 87 a 108 Mhz) a base di musica, notizie, rubriche ecc.

Sfruttando il relativo basso costo per l’installazione di un impianto radiofonico – composto per lo più da un’antenna, un trasmettitore, mixer e amplificatore, piatti per i dischi di vinile a 45 e 33 giri (non esistevano ancora i CD), registratore a cassetta e a bobina e qualche microfono – tanti giovani riuscirono a mettere insieme un po’ di soldi e ad avviare questa nuova – e per molti – goliardica impresa. Specie nelle province dove più rari erano i luoghi deputati al divertimento e allo svago, la nascita delle radio libere fu salutata come un modo assolutamente nuovo di fare amicizia, incontrarsi, instaurare pubbliche relazioni, lanciare eventi e tanto altro ancora. In tanti casi esse si rivelarono vere e proprie scuole per il lancio di futuri speaker, tecnici, autori e giornalisti. Le emittenti private trovarono un punto di forza proprio nella limitazione territoriale che imponeva scelte di programmazione indirizzate a "target" facilmente individuabili; difficilmente un'emittente poteva coprire un'intera provincia sia per la limitazione imposta dalla banda FM, il cui segnale generalmente non poteva coprire grandi aree a meno di non ricorrere a più potenti ripetitori. Anche Foggia ebbe le sue radio libere, alcune rimaste nella storia, altre di breve durata. Di ciò avremo modo di parlare nel prossimo capitolo, ma tutte segnarono un’epoca per la città. Innanzitutto erano tanti gli “aspiranti” DJ che speravano di entrare in qualche emittente, sia perché ci si divertiva ma, soprattutto, perché fare il Disc Jockey in radio rappresentava uno strumento e un titolo preferenziale per “acciuffare” le ragazze, al di là delle vere o presunte capacità professionali. Specie le ragazzine andavano pazze per i loro coetanei che in qualche modo “lavoravano” in una radio privata. Il pomeriggio, dopo aver pranzato, si accendeva la radio in cameretta e mentre si facevano i compiti si ascoltava il programma preferito. Ovviamente c’era scelta per tutti i gusti e le “scalette” dei vari palinsesti erano tutte simili: musica revival (all’inizio non era poi tale perché gli anni ‘60 erano appena trascorsi), musica rock e pop, un’ora di musica leggera; poi le trasmissioni dedicate allo sport, che erano già allora tra le più seguite, l’ora dedicata alle canzoni napoletane, quella per il liscio che all’epoca andava ancora alla grande; la sera lo spazio dedicato alla disco music o a quella più ricercata e poi l’immancabile spazio di musica a richiesta abbinata a messaggi personali. Erano le famose “dediche”, programma presente in ogni radio che si rispettasse. O in quasi tutte. La trasmissione di musica a richiesta e dediche era, in assoluto, quella che riscuoteva più ascolti, con le telefonate in diretta che erano un’antologia di interventi dei più strani: da quello che salutava la mamma (anche se era a casa con lui!) o fratelli e sorelle, oppure che faceva in diretta la dichiarazione d’amore alla fidanzata oppure, magari per timidezza, che dedicava la canzone preferita dalla sua spasimante con la speranza che, ascoltando quel brano, ella si innamorasse perdutamente! Ma non erano solo i più giovani a fare le dediche, anzi, molte signore, anche attempate, telefonavano per dedicare questa o quella canzone all’amica, alla nuora addirittura!, oppure al marito, così come le nuore dedicavano dischi alle suocere! Spesso si telefonava solo per inviare dei messaggi all’amica/o lasciando il DJ libero di scegliere la canzone da far ascoltare. Altre volte lo si faceva per il gusto di sentire la propria voce attraverso la radio e tante volte il conduttore doveva “richiamare” l’ascoltatore ad abbassare il volume della radio perché disturbava la trasmissione. C’era poi lo spazio dedicato all’informazione quotidiana e nacquero, così, le prime trasmissioni, da parte dei conduttori più capaci e preparati, dedicate alla politica locale, all’attualità, a volte con dibattiti in diretta tra ascoltatori e rappresentanti delle Istituzioni. Punto di forza di molte emittenti erano le trasmissioni a base di “quiz” nelle quali si telefonava e si andava necessariamente “in diretta”: chi indovinava vinceva gadget di vario tipo e a volte anche premi di una certa consistenza. Mitico il quiz che Renato Forlani conduceva nella “sua” Teleradioerre (ma solo per radio) dalle 14 alle 14,30. Era quasi impossibile prendere la linea tanti erano gli ascoltatori che si sintonizzavano per tentare di dare la risposta che ritenevano giusta. E non si trattava di quizzetti banali ma di vere e proprie teorie elaborate, che si poteva tentare di “sbrogliare” solo con grande intuito e una discreta cultura. A Foggia, come altrove, grazie alle radio private, cominciarono anche le radiocronache delle partite della nostra squadra di calcio. Quando il Foggia giocava allo stadio “Zaccheria”, ricordo che andavamo sul terrazzo all’ultimo piano del palazzo alle spalle della gradinata e lì con il telefono (quello normale di casa, non il cellulare) si faceva la radiocronaca telefonica per la propria città e pian piano anche per la città della squadra ospite. Il tutto improvvisato al momento. Altri tempi. All’interno di un’emittente libera a volte ci si divertiva davvero. In genere c’erano sempre almeno quattro persone tra il o i conduttori, il tecnico e il regista. Molte volte le telefonate erano dedicate proprio a loro che, come ho già detto, venivano quasi “idolatrati” dagli ascoltatori. E spesso i DJ si davano da fare per aumentare la propria “visibilità” ricorrendo a miscelazioni di brani fatte davvero ad arte e che, negli anni 70/80, molti facevano ancora utilizzando le dita per scemare o creare strani effetti sui dischi, mentre sull’altro piatto il “braccio” – che leggeva i solchi del vinile – iniziava a “prendere” la musica. In realtà le radio libere, a parte questi aspetti più strettamente goliardici, aprirono gli orizzonti ad una serie di nuovi e ben più importanti fenomeni nel campo dei media; l’informazione non sarebbe stata più la stessa grazie alla possibilità di scegliere e anche l’economia ne avrebbe tratto giovamento attraverso un sempre maggior numero di aziende che investivano in pubblicità in questi moderni mezzi di comunicazione locali. La nostra Foggia ha avuto un gran numero di emittenti private. Uno dei “padri” delle nostre “Radio Libere”, tra i primi conduttori in FM e memoria storica di quegli avvenimenti, è il giornalista Maurizio De Tullio. A lui, ed alla sua lunga esperienza nelle radio libere di Foggia, è dedicato il prossimo capitolo. Con le sue parole e i suoi ricordi faremo un viaggio nelle radio-televisioni del tempo ricordando le vicende di alcune delle radio più famose a Foggia. In tanti, leggendolo, certamente si ritroveranno in quegli anni, magari proprio mentre telefonavano per fare una… dedica!

( A cura di Slvatore Aiezza)

 

 

 

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