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Chi dopo Tarquinio? Vitali a Foggia per “riorganizzare” Forza Italia. Si pensa a un ‘grande vecchio’ (Ursitti?). Sfuma Miranda

Pubblicato: domenica, 22 febbraio 2015 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale
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Compatti non si sono presentati l’ultima volta in consiglio comunale, compatti hanno salutato l’arrivo a Foggia del commissario di Forza Italia Luigi Vitali. Sorrisi, strette di mano e discorsi sulla “riorganizzazione”, così hanno accolto il loro nuovo riferimento politico gli otto consiglieri comunali azzurri. “Non vado da Fitto – ha detto il coordinatore intervistato da alcune emittenti locali -. Non vado da chi parla male di Fi”. Facendo dei distinguo: se si discuterà di rilancio bene, se si mettono in discussione gli organi di partito “nessuno di quelli oggi presenti è ricandidabile”. A Roma per l’incontro #ricostruttori (di Fi e del Paese) non c’era nessuno dei forzisti foggiani. Pare non abbiano intenzione di seguire le orme dell’ex referente provinciale Lucio Tarquinio, molto duro con i vertici in un’intervista rilasciata a l’Immediato, e dell’esponente della ‘Puglia prima di tutto’ Lucio Ventura che aveva preannunciato la sua partenza insieme ad altri in ordine sparso, fra pullman e macchine. Durante l’incontro con Vitali si è parlato di organizzazione fino al termine della campagna elettorale e si sarebbe fatto cenno persino ad un “congresso” da tenere dopo le regionali. Questa è una fase di transizione e anche le nomine dei coordinatori provinciali vanno esaminate attentamente. L’ipotesi di Luigi Miranda sfuma, fa capire qualche consigliere, in quanto non avrebbe la storia dei forzisti della prima ora. Troppo giovani i neoconsiglieri Rignanese e Pertosa, senza esperienza Gabriella Grilli, nel senso di capacità di tenere testa ad una partito variegato e, soprattutto, capace di confrontarsi con la provincia. Serve un nome di sintesi, che ricomponga le frizioni. Il bacino da cui si potrebbe attingere non esclude né il nome di Raimondo Ursitti, né di De Rosa o Verile, i “vecchi” del partito, sempre ammesso che qualcuno dalla provincia non si faccia avanti. Stando alla centralità che il gruppo a Foggia ha mantenuto in questi anni – anche l’esito delle elezioni provinciali ha svelato un certo scollamento fra la performance cittadina degli azzurri e il resto del territorio – l’ultima parola dovrebbe averla il capoluogo. La disponibilità dei consiglieri  foggiani nei confronti della svolta voluta da Silvio Berlusconi – o perlomeno l’intenzione di non seguire i “rivoltosi” di Raffaele Fitto –  si percepiva nei momenti successivi alle dimissioni di Tarquinio cui, pure, molti consiglieri eletti sono legati.  Non va dimenticato, inoltre, che la candidatura di Michaela Didonna alle regionali è stata creata se non proprio a tavolino ma quasi da Landella e da Tarquinio i cui voti saranno fondamentali – ammettendo che si possano trasferire – per l’eventuale elezione della cognata del sindaco in via Capruzzi. Al momento si riflette senza strappi, la vecchia guardia non sembra granché intenzionata alle sfide. Intanto Raffaele Fitto ha riempito l’auditorium del Massimo di Roma. Solo sul palco, senza cravatta e in stile one man show, ha infiammato la platea. Inno d’Italia, Inno di Forza Italia: “Non vogliamo insultare nessuno né metterci contro nessuno, andremo avanti per dare una prospettiva al centrodestra”, ha detto. Il discorso di un’ora, trasmesso dal suo blog in diretta streaming, ha ripreso gli argomenti tipici di Fi: abolizione delle tasse sulle prima casa, il popolo delle partite Iva ma anche critiche sugli “appuntamenti mancati e sugli errori” degli anni di governo. Parte in tour Fitto attraverso l’Italia per “capire le esigenze del territorio”, vuole un’Europa più solidale, critica l’austerity ma precisa che l’ingresso nella terza repubblica “non si fa con Salvini” come intenderebbe Berlusconi. Richiesta di democrazia dal basso e di primarie: “Alle spalle abbiamo un percorso importante con cui abbiamo raggiunto grandi risultati ma è necessaria una prospettiva politica per il centrodestra i cui contenuti sono assenti da tempo nello scenario politico”.

da l'immediato

 

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