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BARI – Scadono i termini cautelari, fuori dal carcere 4 boss foggiani

Pubblicato: giovedì, 31 luglio 2014 Commenta questo articolo Nessun commentoTorna alla pagina iniziale

Il gip di Bari ha accolto l’istanza dei difensori – Erano stati arrestati nel 2012 per estorsione

Gli uffici giudiziari di Bari

Per decorrenza dei termini di custodia cautelare preventiva sono stati scarcerati quattro pregiudicati foggiani, tra cui il boss mafioso Federico Trisciuoglio, capo dell’omonimo clan.

Il provvedimento di revoca delle misure cautelari, a firma del gip del Tribunale di Bari Annachiara Mastrorilli, accoglie l’istanza dei difensori degli imputati, condividendo i ritardi nel deposito delle motivazioni della sentenza di primo grado (emessa dal gup Ambrogio Marrone nel febbraio 2013) e la mancata trasmissione per tempo degli atti alla Corte di appello di Bari per la celebrazione del processo di secondo grado. I BOSS – I quattro furono arrestati nell’aprile 2012 e processati con rito abbreviato.

Si tratta di Federico e Giuseppe Trisciuoglio, padre e figlio, i fratelli Mario e Alessandro Lanza. L’indagine, coordinata dal pm antimafia di Bari Giuseppe Gatti, riguardava presunte estorsioni ai danni del Comune di Foggia e della ditta di raccolta rifiuti Amica.

Nel febbraio 2013 i quattro sono stati condannati per il reato di concorso in estorsione con l’aggravante del metodo mafioso a 7 anni e due mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 1.800 euro. Alcuni mesi dopo la sentenza lo stesso giudice ha concesso loro gli arresti domiciliari.

I termini per il deposito delle motivazioni scadevano nel luglio 2013, cinque mesi dopo le condanne. Il gup ha depositato con due mesi di ritardo (nel settembre successivo) e per mesi non ha trasmesso gli atti alla Corte d’appello. Il codice prevede che, per condanne inferiori ai dieci anni, tra il primo e secondo grado debba passare massimo un anno a cui si aggiungono i tempi delle motivazioni.

La scorsa settimana, dopo 17 mesi, questi termini sono scaduti senza che il processo d’Appello sia iniziato. I fatti contestati si riferiscono agli anni 2006-2012.

da Corriere del Mezzogiorno/Foggia

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