Analizzando una serie di dati statistici elaborati in 36 classifiche, dal reddito all'occupazione, dalla natalita' alla sanita' , dai reati alle opportunita' per il tempo libero, Il Sole 24 Ore ha fotografato i progressi e gli scivoloni della qualita' della vita nelle province italiane.
E proprio come in una fotografia, la Capitanata precipita ancora nel fondo della classifica, e perde 7 posizioni rispetto a un anno fa.
La provincia di Foggia perde 7 posizioni rispetto al 2009 e cade alla 106esima posizione, penultima in classifica
Secondo il Sole 24 Ore, in 12 mesi la provincia di Foggia e' peggiorata: si sprofonda vicini al fondo.
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UN FERRAGOSTO FRA PROVERBI, TRADIZIONI E VERITÀ INSOLUTE

Pubblicato: sabato, 14 agosto 2010 Commenta questo articolo Nessun commento

 da Nico Baratta

Ci manca poco. Il Ferragosto è arrivato e con lui le nostre tradizioni, sacre e pagane. 

Il 15 d’agosto, per Foggia, è un giorno speciale, dove si riuniscono le famiglie e, attorno a un tavolo ben imbandito, si cancellano i dissapori. 

Il 15 d’agosto è la festa della “Madonna dei Sette Veli” che, per la seconda volta nell’anno, è festeggiata con tutti gli onori e la devozione di noi foggiani. Una festa che ha le sue origini nel ceto più umile ma laborioso del capoluogo dauno. Difatti, la Santa Protettrice della città di Foggia, nell’occasione è ringraziata per il raccolto avuto e seminato nel periodo del 22 marzo. 

Ma il foggiano ama ringraziare la Santa Vergine nella sua dimora, la Cattedrale. Purtroppo non è consentito farlo: da anni, da quel lontano 2005 che la “Chiesa Madre” è chiusa, barricata per lavori in corso.  Tutta colpa dei soldi che mancano e che nessuno riesce a portare a Foggia.  

Certo, la classe politica potrebbe dar una mano, ma altri impegni riempiono le “egregie e isolate” teste dei nostri “montecitorini”. Con loro, giacché fanno scuola, anche i più vicini “comunali, provinciali e regionali” politicanti di Capitanata del momento (sempre gli stessi perlopiù) si lasciano andare a investimenti pubblici di maggior rilievo e, vista la situazione, poco vantaggiosi per la collettività. Forse hanno la testa già sulla tavola imbandita col “galluccio”? 

Nel frattempo quel “galluccio” che lo aspetta a tavola, credo che sarà scotto e rivolto a zampe in giù. E sì, il “galluccio dei 15 d’agosto”, una tradizione legata al mondo agricolo, simbolo del grano perché il gallo si nutre di questo e il suo sacrificio permette la rinascita successiva del cerale raccolto. Un cereale che oggi non costa più nulla ma il suo derivato, il pane o la pasta, pesa sull’economia di ogni lavoratore costretto a svendersi anche la terra che gli dava sostentamento. E il caso di dirlo “Chi magne gallucce e chi gnotte velene” (Chi mangia gallucci e chi inghiotte veleno), la frase tipica del terrazzano che, non avendo terreni da coltivare, non aveva possibilità di festeggiare con il gallo la festa del 15 d’agosto. 

Una volta era usanza fare “u canestre”, dove commercianti e latifondisti, durante l’anno, mettevano da parte qualcosa per i più bisognosi. Il caso vorrebbe che i più bisognosi sia tutta la città di Foggia, incastrata fra l’incudine e il martello di un dissesto che solo poche persone intelligenti potrebbero evitare, non la massa che alberga nei palazzi che contano. 

Foggia, fra pochi giorni rivivrà il sogno sportivo atteso da anni: Zemanlandia. Lo farà  fuori dalle porte cittadine per un “problemuccio” di erba dello stadio. Ricordo, comunque, che lo stato del verde sportivo non è stato sufficientemente protetto da quell’acido del parquet montato per il concerto di Eros Ramazzotti. Qualcuno sapeva del pericolo ma non è stato in grado di fronteggiarlo.  Distrazione o incompetenza? Ci risolleva che un uomo sia ritornato a Foggia e con lui si spera quell’economia che da sempre l’ha accompagnato e che a Foggia ha aumentato. “San Guglielme e Pellegrine so’ amande d’i frustìre” (San Guglielmo e Pellegrino sono amanti dei forestieri). E sì, Casillo a Foggia ha fatto fortuna: speriamo che riconfermi la sua buona stella. 

Il Ferragosto, una ricorrenza tutta italiana, voluta dall’Imperatore romano Ottaviano Augusto nel 18 a.C., Feriae Augusti (il riposo di Augusto), la festa pagana che celebrava la fine della raccolta dei cereali e il riposo dei contadini. Una festa poi cristianizzata nel VI secolo d.C., trasformandola nella celebrazione dell’Assunzione in cielo della Vergine Maria.  

Come vedete cari lettori, una festa dei lavoratori, di quelli che hanno portato frutti nel loro canestro.  

Mi sa che molti, qui a Foggia, non dovrebbero festeggiarla, giacché di frutti non ve ne sono stati. Purtroppo, e come sempre accade, i detti hanno ragione: “A chitàrre mmane ê cafùne”(La chitarra in mano ai cafoni), l’incompetenza di qualcuno o molti nel fare qualcosa. Noi sappiamo chi!

Foggia soffre e questi signori lo sapevano da molto tempo che sarebbe arrivata l’ora di pagar dazio, non hanno scusanti. Hanno fatto finta di far bene, mostrando i lustrini al popolo? Tanto a pagare è il comandante, hanno pensato? O hanno fatto altro? Fuori i colpevoli! 

Non vorrei che la nostra amata città diventasse succursale di qualcuno o qualcosa che potrebbe tagliarci i viveri, o limitarli. E come dire che “Padrùne de bastemènde barke d’affìtte” (Da padone di bastimento a barca in affitto). 

E sì, i proverbi sanno dichiarare la verità, perché e la voce del popolo che si tramanda da secoli, la stessa voce che oggi è inascoltata dai nostri eletti e, purtroppo, da noi stessi che continuiamo a votarli e rivotarli, una filastrocca più vecchia di loro. 

Riflettiamo: se molti di noi capissero che le cose potrebbero cambiare e con esse la nostra situazione cittadina oltre la deriva attuale, non tutto andrà  perduto. I nostri cari avi dicevano: “Da u male fategànde esce u mègghje cumandànde”(Dal cattivo lavoratore esce il miglior comandante). Certo, dal peggiore lavoratore potrebbe nascere un ottimo comandante se questo è investito di autorità, semmai, scegliendolo fra la gente comune che s’incontra e discute su Foggia, senza dar retta a colori o stemmi. Quella gente che la Politica sa farla nel bene comune, ascoltando e proponendo, senza arrogarsi del ruolo o spendersi solo nei periodi pre-elettorali. 

Non è utopia, basta volerlo. 

Mi rammarica solo una cosa: che si faccia dell’erba tutto un fascio dei nostri amministratori comunali. Fra loro c’è gente nuova, di maggioranza e minoranza, al primo mandato pubblico o assessorile, che potrebbe collaborare con i cittadini. Coinvolgiamoli, diamogli la possibilità di esprimersi e, se la pensano come le vecchie volpi, caput, via anche loro. 

Diamo fiducia al Primo Cittadino, il Sindaco Gianni Mongelli, senza colori e appartenenze, se non quella della stirpe foggiana, sempre lavoratrice e piena di risorse nascoste. Lui, potrebbe far la differenza, non ha colpe, ha ereditato un “peso” che le sue spalle stanno ancora reggendo e aspettano il nostro supporto. Diamogli fiducia a Gianni e allontaniamo chiunque possa minare la sua intelligenza e volontà nel salvare la nostra amatissima città di Foggia. 

Non permettiamo a qualcuno o alcuni che Foggia faccia la fine del “galluccio dei 15 d’agosto”.
 

Ad Maiora  e Buon Ferragosto a tutti.

Nico Baratta

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Argomento : Comune di Foggia, Foggia Calcio, Su Foggia • Tags: , , Inizio pagina