CORRIERE della SERA -Bari/Puglia - Lettera della Medaglia d'Oro Olimpionica
-Colonnello Paolo Angioni sul caso IRIIP di Foggia
Egregi Signori,
consentano che mi presenti e prego loro di prestare attenzione al contenuto
della presente, scritta con la passione di chi ha fatto dell�equitazione la
propria vita, prima come civile, poi come ufficiale di cavalleria. Ho
partecipato a due olimpiadi (Tokyo 1964 e Messico 1968). Sono medaglia d�oro
a quella di Tokyo. Ho fatto gare, poi mi sono dedicato allo studio, in
Italia e all�estero, infine all�insegnamento per conto della Federazione
Italiana Sport Equestri.
Lo strumento che d� vita l�equitazione � il cavallo, che nei secoli passati
ha permesso all�uomo di muoversi ovunque e alla civilt� di progredire in
ogni parte del mondo.
L�Italia � stata culla dell�equitazione durante il Rinascimento, in
particolare l�Italia meridionale, in cui sono nati i pi� conosciuti e
importanti maestri che hanno diffuso l�arte nel mondo. A pochi chilometri da
Foggia, a Troia, � nato Ottaviano Siliceo, gran maestro, autore di un
trattato che ha fatto scuola. I cavalli della regione erano rinomatissimi e
hanno dato lustro all�Italia.
L�Istituto Incremento Ippico di Foggia, che ho visitato nel lontano 1962, �
una delle ultime e belle testimonianze viventi della civilt� del cavallo.
Poco per volta sta scomparendo tutto, in Italia, di questa civilt�. Con
grave danno non solo della nostra reputazione in ambiente internazionale, ma
anche per l�economia del nostro paese. Li invito a visitare il sito di
�Haras Nationaux� francesi (http://www.cavadeos.com/templates/home_HN.cfm).
Solo cos� potranno rendersi conto, meglio che leggendo tante parole, del
significato e del valore economico che rappresenta per quel paese
l�allevamento del cavallo, con tutto l�indotto che gli ruota attorno.
L�opinione pubblica purtroppo non � informata e non pu� immaginare il bene
che potrebbe costituire per il nostro Paese, e per il Sud in particolare,
l�incremento e non la scomparsa dell�organizzazione ippica.
I cavalieri francesi (come d�altra parte, per i loro cavalli, i tedeschi,
gli inglesi, gli irlandesi, ecc.) montano nelle competizioni internazionali
soltanto cavalli francesi, nati in Francia. Noi Italiani montiamo cavalli di
tutte le razze, meno che cavalli nati in Italia. Per l�economia del paese
questo fatto rappresenta un ulteriore aggravio, valuta che esce, mentre
arricchiamo l�allevamento d�altri paesi, in particolare di Olanda, Belgio e
Germania.
La chiusura dell�Istituto di Foggia sarebbe un�ulteriore sconfitta nel
confronti di un�augurabile e attesa politica di riscossa per dare al nostro
Paese la produzione equina che si meriterebbe.
L�argomento, come potranno immaginare, � lungo e complesso. Il mio
intervento non pu� avere che la finalit� di sollecitare la loro attenzione
nei riguardi di un provvedimento che non solo costituirebbe la perdita di un
patrimonio, ma avrebbe anche l�effetto di far crollare uno degli ultimi
ponti verso l�auspicata riorganizzazione del settore e il ritorno a un
allevamento nazionale efficiente.
Ringrazio per l�attenzione e invio un cordiale saluto.
Torino, 13 ottobre 2004 (Col. Paolo Angioni)