Nomine ex municipalizzate, Rauseo indignato: “Da Landella ennesimo scempio. Ormai il re è nudo”
"Indignati per l'ennesimo scempio da Prima Repubblica". Così il segretario cittadino del Pd Mariano Rauseo commenta le notizie relative al ritorno dei cda nelle ex municipalizzate del Comune di Foggia e le relative nomine effettuate questa mattina dal sindaco Franco Landella. "Oggi il centrodestra scrive una brutta pagina di politica. Aver optato per un clamoroso salto nel passato è qualcosa che deve far indignare profondamente la città, già alle prese con una crisi senza precedenti. L'aver incrementato la tassazione non è bastato a questo governo che con il provvedimento ultimo partorito da Landella & Co. è di fatto tornato a moltiplicare i centri di spesa della politica, a tutto discapito della efficienza e della buona gestione. E ancora Rauseo – avevano scelto di affidare la gestione delle aziende comunali ad amministratori unici esperti e di provata esperienza. Ed i risultati ci hanno dato ragione della bontà della scelta. Il centrodestra, invece, si è rivelato miope ed assetato di poltrone". "Ormai il re è nudo – rincara Rauseo -. L'ultimo atto non fa altro che confermare la morsa dei debiti elettorali in cui è stretto il sindaco che si barcamena tra false promesse e scelte inadeguate. Non ultima l'interdizione del centro città al traffico (chiamarla isola pedonale è troppo!) che si sta riversando sulle spalle di commercianti e lavoratori Ataf, a serio rischio tagli. L'unica cosa riuscita a Landella sino ad ora è stato tagliare nastri rivenienti dalla passata amministrazione. E di questo dovrebbe ringraziare il passato governo di centrosinistra e le sue scelte, da lui sempre osteggiate in qualità di consigliere di minoranza e di cui oggi beneficia a piene mani". L'ex sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, affida invece a Facebook il suo sfogo: "Siamo alla pura lottizzazione politica con le aziende comunali utilizzate come elementi di scambio. Addio alle scelte che hanno dato risultati. Siamo tornati indietro nel tempo e nei principi. Vergogna!".