SUGGESTIONI MERIDIANE
DI MALVAROSA
Il tema della mediterraneit� nell�ultimo romanzo di Raffaele Nigro
recensione di TERESA MARIA RAUZINO
Un grande affresco sul tema
delle identit� e della memoria nella tempesta delle stagioni di passaggio. Cos�
� stato definito Malvarosa, l�ultimo romanzo di Raffaele Nigro.
Un romanzo che si apre in una cella di una prigione algerina: �Una finestra
illumina la stanza � esordisce il protagonista - voce narrante Eustachio
Petrocelli - vi prorompe l'odore del mare con nuvole di vapori e zanzare. Negli
angoli origliano i ragni. Mi fanno schifo i ragni, perch� penso alle tarante che
pungono d'estate i mietitori e le raccoglitrici di fragole, danno il morbo di
San Vito. Almeno cos� si racconta dalle mie parti�.
E� prigioniero in un rudere, Petrocelli. E� relegato in un torrione di
avvistamento, �una di quelle torri costruite dal bey di Algeri (il corsaro
Kair-ad Din?) al tempo della guerra contro Carlo V�. Vi � rinchiuso, dopo essere
stato rapito dagli integralisti algerini insieme al giornalista tunisino El
Houssi, col quale sta conducendo una campagna di scavi archeologici a Tagaste,
al confine tra Algeria e Tunisia settentrionale.
Eustachio come tutti gli occidentali � affetto dal �pensiero debole�. A
differenza di lui, ex tombarolo senza ideali, assoldato da un noto archeologo
per usare i suoi poteri sensitivi a fin di bene, il suo amico El Houssi insegue
un progetto: raccontare il Mediterraneo, la vita e le tradizioni dei luoghi e le
consonanze tra le culture dell'Europa e del Maghreb. Convinto che prima delle
crociate e prima dell'Islam ci sia stata una profonda unit� politica e culturale
in tutto il Mediterraneo, vorrebbe ricrearla, per frenare le guerre, gli odi, il
terrorismo. Anche se sa che � un'utopia.
Malvarosa � un romanzo "meridiano", mediterraneo, che mette in risalto il
sovrapporsi e confondersi di culture, il gioco dei caratteri e la variet� dei
tipi umani delle due sponde di questo mare: �El Houssi ha una fissa � racconta
Petrocelli - Dice che il Mediterraneo � un ponte d'acqua tra arabi e cristiani.
Un paese di olivi. E di deserti. E di calce. Non un mare di scontri ma di
incontri�.
E la prigionia diventa l�occasione per un racconto di s�, una sorta di gratuita
seduta psicanalitica in cui il protagonista scopre i punti rimossi della sua
esperienza vitale. �La mia vita � una goccia nel Mediterraneo, ma � l'immagine
di questo mare. Io ne incarno la malattia e la bellezza. Che mi costa
raccontargli la mia vita?�.
Petrocelli ha una ferita che gli brucia forte: una figlia nata da un amore
etnico con Soukeyna, una senegalese. Ma la ferita non � la figlia, � il fatto
che non ha mai avuto il coraggio di riconoscerla.
La famiglia � sacrosanta. "Ho una nipote che non conosco e tu dici che non �
niente?" lo rimprovera il vecchio padre. Anche El Houssi gli fa notare che una
figlia � un dono di Allah. E che una brava compagna non capita tutti i giorni.
Ma anche egli � consapevole che �i rapporti familiari ormai sono sabbie, onde
che si increspano e spariscono�. Nessuno vuole prendersi la responsabilit� di
crescere. Nessuno vuole pi� crescere, specie nel mondo occidentale.
Il mondo soffre di un Alzheimer collettivo: vive alla giornata, come fosse
l'ultimo giorno, senza prospettive e senza ricordi. Questa malattia della
memoria � una malattia diffusa: una voglia di dimenticare tutto, noi stessi, gli
affetti, il nostro passato prossimo e remoto e persino il mondo diviso in poveri
e ricchi. Ma il denaro dev'essere un mezzo non la meta. La meta � un'altra. � La
vita - gli fa notare El Houssi - non � un segmento, Eust�, ma una retta
disegnata nell'infinito�. Illuminata da qualcosa di superiore.
El Houssi crede fermamente nei pilastri dell�Islam. Crede nei dettami del
Corano, e considera filosoficamente l�esperienza della prigionia soltanto �una
tappa movimentata del pellegrinaggio�. Per lui la fortuna significa incontrare
un buon compagno. Un compagno che gli illumini il percorso con una lampada a
petrolio davanti agli occhi, che lo aiuti a farsi strada.
Eustachio �senza ieri e senza domani�, che finora non ha mai pensato alla meta,
non ha mai ricordato il luogo di partenza, avvertendo solo la calma o la
tempesta dell�attimo, comincia a percepire che l'esistenza � una lunga retta.
Comincia quasi ad invidiare il suo amico El Houssi che stende la coperta sul
pavimento, si inginocchia e prega. E lo fa almeno quattro volte al giorno: prega
appena si sveglia, a met� mattinata, nel pomeriggio e a sera, prima che la luce
scompaia. Con una gestualit� lenta, ieratica, e ripetendo sempre lo stesso
versetto �Allah akbar!� (Dio � grande!).
Petrocelli � scettico, ma poi gli ritornano in mente le parole di sua madre, di
padre Pompilio o di don Cariati.
La fede. La morale. La terra. Le radici.
� Cose che ascoltava dai pulpiti, al tempo dei quaresimalisti e delle missioni
spirituali.
La meditazione. Il sacrificio. Il silenzio.
Ricorda che il suo nome, Eustachio, � quello del santo guerriero protettore di
Matera. Rivede sua madre e suo padre, infettati, nella loro religiosit� �legnosa
e pagana�, dai pregiudizi ma anche da sentimenti profondi. Due solide querce.
Ricorda sua zia Sinforosa che associa in singolare sincretismo le credenze
religiose alle antiche superstizioni: guai a spruzzare zaffate di insetticida
contro le mosche, le falene, le zanzare. Guai a tirare un sasso alle lucertole:
�Sono anime del Purgatorio! Lasciate stare le anime del Purgatorio!� gridava.
Per lei Paradiso e Purgatorio erano come la discarica di Ginosa: una nuvola
sterminata di gabbiani e albatros.
I fantasmi ritornavano a casa sotto forma di passero o di falena. O in forma di
lucertola, ferma sul muricciolo delimitante la strada.
CHI E' RAFFAELE NIGRO
31-03-2005 Libreria Mediabook:
inaugurazione gioved� letterari tazione dell'ultimo romanzo di Raffaele Nigro: "Malvarosa"
a cura del prof. Antonio Motta, critico letterario.
Nato a Melfi, nel 1947, vive e lavora a Bari, dove � caporedattore della sede
Rai. � autore de: �I fuochi del Basento� (1987, Premio Supercampiello); �La
baronessa dell'Olivento� (Milano,Camunia, 1990); �Ombre sull�Ofanto� (1992,
Premio Grinzane Cavour); �Dio di Levante� (1994); �Diario Mediterraneo� (2000,
Premio Cesare Pavese) e �Viaggio a Salamanca� (2002). Per Rizzoli ha pubblicato
la raccolta di racconti �Il piantatore di Lune� (1991) ed il suo ultimo romanzo:
�Malvarosa� (2005). I suoi libri sono tradotti in varie lingue. Nell�Ateneo
barese � fra gli autori pi� apprezzati: � appena uscito il volume del critico
letterario Ettore Catalano: �Raccontare con dolcezza e tempestosit�. Studi
sull'opera di Raffaele Nigro� che raccoglie, per i tipi di Giuseppe Laterza, una
serie di interventi critici sulla figura e sull'opera dello scrittore lucano di
nascita, ma barese d'adozione.
Nel 2003 lo stesso Catalano pubblic�: �Il dialogo
comunicante nell'opera di Raffaele Nigro�, focalizzando i molteplici aspetti
dell'operosit� intellettuale dello scrittore: dalla produzione teatrale a quella
in versi, dall'opera narrativa all'impegno giornalistico.
Recensione pubblicata il 31 marzo 2005 da www.capitanata.it, in occasione della
presentazione del volume di Raffaele Nigro ad Apricena, per il primo �gioved�
letterario� della libreria Mediabooks.
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Un momento della
presentazione di Malvarosa in primo piano Raffele Nigro; dietro il
prof. Antonio Motta |
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Raffaele Nigro
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Pubblico in libreria |
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Da sinistra,
Primiano Del Campo gestore della libreria Mediabook di Apricena; il
prof. Antonio Motta; lo scrittore Raffaele Nigro |
Pubblico in libreria
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