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     Foggia e provincia : Segnalazioni culturali da Teresa Rauzino






 

 

 

Per San Valentino i canti di seduzione delle ammalianti donne garganiche raccolti da Leonarda Crisetti a Cagnano Varano

 

Bb�lla, te vu� mbar� a ffa l�am�re

 

TERESA MARIA RAUZINO

Copertina del volume di Leonarda Crisetti Grimaldi

 

E� il primo verso di un �sonetto� con singolari istruzioni per imparare a fare l�amore a dare il titolo al volume di Leonarda Crisetti Grimaldi, "Bb�lla, te vu� mbar� a fa l�am�re". Il canto, gi� reso noto dai �Cantori di Carpino�, � uno dei tanti del repertorio musicale ancora vivo in tutto il Gargano. La raccolta di canti e storie di vita contadina, a tratti sorprendente, smentisce il preconcetto della donna del Sud succube delle convenzioni sociali: �Bella, se vuoi imparare a fare l�amore, prendi la paletta e vai in cerca del fuoco. Va� a casa dell�innamorato, prenditi due ore di spasso e giochi. Se (poi) tua madre s�accorger� dei baci , (tu le dirai) che  sono  state le faville del fuoco... (Bb�lla, te vu� mbar� a fa l�am�re,/p�gghiete la pal�tta e vva� pe ff�che./Vaje a lla casa de lu nnammurate/Pigghiete d�je ore de spasse e j�che./Se mammeta ce n�add�na de li vasc�,/s� state li fraj�dde de lu foche)�.

 

Protagonista � la donna.  Una donna lucidamente conscia dei problemi della vita, ma che non vuole rinunciare all�amore, di cui ha appreso fin da piccola la raffinata �arte� della seduzione. �Sono andata in giro piccolina per imparare le cose del mondo. Ho imparato come si comincia  a fare l�amore (So gghiuta cammenanne piccolina/ Pe mbararme li cose de lu munne/. Li c�se de lu munne l�aje mbarate: /Acc�me ce ccum�nza a ff� l�amore) �. Un disponibile iniziatore � il suo innamorato, ma il sentimento d�amore verr� ben presto �sepolto� dai problemi di tutti i giorni, quelli economici. Essi si presentano subito, gi� al momento della comunicazione ufficiale ai parenti: l�ambasciata. �L�amore comincia con suoni e canti e finisce con l�ambasciatore (L�amore ccum�nza cu ss�ne e ccande / e cce ffuniusce cu ll�ambasciat�re)�. Le estenuanti discussioni con cui le famiglie definivano minuziosamente il contratto dotale, che trovava una sistemazione giuridica nei capitoli matrimoniali, poco hanno a che fare con le dolci promesse che l�amante prospetta alla sua amata.

La donna associa l�amore al matrimonio, l�uomo sembra invece correlare l�amore al piacere, e al sesso: se lei trover� il modo di lasciargli la porta aperta, egli potr� consolarsi fra le sue bianche lenzuola: �Che bell�ambasciatore sarei io! Quando tua madre ti mander� a chiudere la porta, fingi di chiuderla e lasciala aperta. Verso la mezzanotte, senza preoccuparmi se piove o nevica, verr� a coricarmi nel tuo bianco letto, mi stringer� al tuo petto e mi consoler� (Ch� bb�ll�ambasciat�re che ffurrija/ Quante m�mmeta t�ammija a sserr� la p�rta,/ fa mb�gna ca la sirre e lla lasse ap�rta./ Quante j� llu tire de la medzan�tte/ Ne mme cure ca chi�ve e mm�nsa fi�cche,/ me v�nghe a ccruc� nd�a ssu gghianghe l�tte/ m�abbrazze a llu tuo p�tte e mme chenz�le) �.

 

Molto accorato � un canto, soffuso di tristezza, che nasce da un amore gentile, appassionato, rafforzato dalla lontananza. Il �cantatore� invoca una rondinella e le chiede un favore: desidera una delle sue eleganti piume, per poter scrivere una missiva d�amore. Vuole intingere la penna nel proprio sangue e sigillare la lettera con il suo cuore. Invoca la  rondinella affinch� porti velocemente il messaggio d�amore alla sua donna:  ï¿½Rondinella che vai per il mare. Voltati indietro e fammi un favore: vorrei strapparti una penna elegante per scrivere  una lettera al mio amore. La scriver� con il mio sangue. E per sigillo metter�  il mio cuore. Parti rondinella, va dal mio amore.  E va� a  dirle quattro parole... (Rondinella che vvaje pe lu mare,/  v�ltete ndi�tro e famme nu fa�re,/ quanda te sci�ppe na p�nna lejande,/ quanda scrive na l�ttra a llu mi� am�re./ Tutta de sanghe la v�glie stambare./E ppe sseggille ce v� m�tte lu core./ P�rtete, rondin�lla, va� dal mi� am�re/ E valle a ddicere quattre par�le) �.

I cantatori e le cantatrici di Cagnano Varano appartenevano ai ceti popolari. Erano generalmente i pastori che intonavano sonetti e mannu�tte; erano le  raccoglitrici di olive e le braccianti che cantavano a distesa gli stornelli durante le varie fasi del lavoro. Nondimeno nei loro canti riecheggiano motivi �cortesi� tipici della scuola poetica siciliana o del dolce stil novo.

Con una fondamentale differenza: � donna a lodare le celestiali �qualit�� dell�amato: �Alza quegli occhi, giovane galante/ perch� io possa ammirare la bellezza del tuo viso/ Tu somigli a due viole bianche/ Anzi, a un fiore del paradiso./Bello, a chi somigli? /Alla sfera del sole, a un fresco giglio. / Bello, a chi puoi essere paragonato?/Alla sfera del sole, quando splende in alto (Av�za quidd�occhj, giuvinotte galante,/C��i v�de li billizzi di lu tuo visu,/Tu sumigghje a doi viole bianche,/O puram�nte a lu fiore di lu paravisu./E guarda, b�llu, a chi ti rassumigghi?/A la sp�ra di lu solu, a �nu friscu ggigliu./E guarda, b�llu, a chi ti � ssumigghiate?/Alla sp�ra di lu solu, quannu j� luvate)�.

Questi canti popolari oggi sono divenuti gli archivi del popolo, l�espressione del suo cuore (Herder). Con il venir meno di chi li ha prodotti, e  tramandati nel tempo, sono a rischio di estinzione. Leonarda Crisetti Grimaldi, consapevole del rischio, li ha raccolti e trascritti, talvolta corredandoli dei relativi spartiti musicali. Ha restituito piena dignit� letteraria a centinaia di canti anonimi. La sua ricerca inquadra questi canti in un preciso contesto, quello di Cagnano Varano, paese tra terra, mare e lago, gi� indagato nel secolo scorso da ricercatori di tradizioni popolari come  Saverio La Sorsa ed Ernesto de Martino e da etnomusicologi come Alan Lomax e Diego Carpitella, che depositarono i nastri registrati durante le �campagne� di ricerca della  musica popolare del Gargano presso gli Archivi di Etnomusicologia dell�Accademia nazionale di Santa Cecilia, a Roma. Cosa resta oggi di quei canti e di quelle melodie?

 

Il repertorio raccolto dalla Crisetti � ancora ricchissimo, gli �informatori� attuali, che registrano un�et� dai 60 ai 90 anni, hanno dato segno della vitalit� di questi canti che permane intatta  nella loro memoria.  I versi, tramandati di generazione in generazione, trasmettono, oltre a motivi tematici decisamente originali, un repertorio linguistico talvolta scomparso nella comunit� dei parlanti garganici, come sottolinea nella prefazione Francesco Granatiero, esperto di dialettologia, che ha aiutato la Crisetti anche nella trascrizione dei testi. A Cagnano Varano, come nel resto della Puglia, persistono repertori linguistici prelatini, termini di origine longobarda, francese, spagnola, voci slave.

Ma il dialetto del Gargano si conferma capace di arte raffinata, di una lettura stravolta, quasi in falsetto, del classico strambotto: � poesia tout court.   E� musica colta.

 
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