Liceo Lanza
Una scuola, un simbolo
di PIETRO SAGGESE
Nella splendida Sala del Tribunale della Dogana
di Foggia, con il patrocinio del Liceo Classico �Lanza�, dell�Amministrazione
Provinciale di Foggia e del Comune di Foggia, il 18 marzo scorso � stato
presentato il volume di Teresa Maria Rauzino
Il Regio Liceo Lanza � Dalle Scuole Pie agli
anni del Regime, Edizioni Parnaso, 2004, pp. 400, � 20,00.
Ai saluti del vicepresidente
dell�Amministrazione provinciale, Franco Parisi, e dell�assessore all�istruzione
del Comune di Foggia, Claudio Sottile, sono seguite le relazioni di Davide
Leccese, dirigente scolastico del Liceo �Lanza�, di Saverio Russo, docente di
Storia moderna presso l�Universit� di Foggia, di Luigi Pietro Marangelli,
editore, e dell�autrice, coordinate da Micky de Finis. Ognuno ha colto un
aspetto particolare dei tanti presenti nell�opera: dalla storia del Liceo
�Lanza� quale storia dell�educazione e della cultura a Foggia, alla memoria di
un itinerario di cultura e di civilt� difficile e lento, costellato da episodi
tristi e drammatici, la cui rievocazione ha suscitato una particolare attenzione
da parte del numeroso pubblico presente, che quegli episodi ha vissuto in prima
persona, perch� quella storia si interseca con la loro personale storia, per
confluire in quella pi� ampia e pi� complessa di una citt� e di un territorio.
L�opera, nata sull�onda del
sentimento, quasi un tributo dell�Autrice alla scuola che l�ha accolta ancora
adolescente per la sua prima esperienza ginnasiale (seguendo il destino dei
tanti garganici che per poter continuare gli studi, dopo le scuole medie, erano
costretti ad �emigrare�), si alimenta attraverso la ricerca storica che ha gi�
portato la Rauzino ad interessarsi della provincia di Foggia in epoca fascista
nella sua tesi di laurea.
Un percorso che non concede
nulla a facili sentimentalismi, anzi � fortemente sostenuto da un solido e
robusto impianto storiografico, assimilato dalla Rauzino grazie alla sua
formazione alla scuola di Rosario Villari, Ernesto Ragionieri, Lanfranco
Caretti, Gabriele Turi, e di cui ha gi� dato prova in altre opere collettive
dedicate alla sua Peschici e al Gargano e che ora, come una spirale, si allarga
per ritornare ad abbracciare orizzonti pi� ampi. In quest�opera la Rauzino si
libra da sola a volo radente sulla parte pi� oscura e pionieristica della storia
del glorioso Liceo, compiendo un viaggio a ritroso per ritrovare non solo le
radici di quella scuola, ma pi� opportunamente quelle della nostra storia, della
storia della nostra Provincia, raccontata sempre sul filo difficilissimo
dell�accurata ricerca storica e della piacevole e scorrevole narrazione.
Tutta l�opera appare come una
splendida sintesi degli interessi che animano la Rauzino: l�amore per la ricerca
e l�attenzione per il mondo della scuola in cui l�Autrice opera da sempre con
intelligenza, sicch�, partendo dalle tappe essenziali della storia
dell�educazione in Italia, si cala poi con passione e meticolosit� nelle vicende
di una gloriosa pagina di storia di Foggia e della Capitanata, spaziando dal
mondo della scuola all�ambito politico, civile e culturale, ricercando e
evidenziando quegli stretti legami, quegli innegabili rapporti che da sempre li
legano indissolubilmente.
Le fonti d�archivio,
pazientemente e sapientemente ricercate, acquistano la freschezza di un racconto
e si combinano con le testimonianze orali, in una sintesi di cui l�Autrice muove
con saggezza le fila.
Un viaggio che recupera la
storia dell�Istruzione a Foggia, a partire dal lontano 1621, e dall�istituzione
della Congregazione dei Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio, i
cosiddetti Scolopi, quelle Scuole Pie che fino all�Ottocento anche in Foggia
hanno avuto un ruolo importante nell�ambito della formazione. Un viaggio le cui
tappe in epoca pi� recente sono contrassegnate dalle Leggi dell�Italia
postunitaria: dalla Legge Casati del 1859, che dal 1861 viene estesa al
territorio nazionale, alla Legge Coppino del 1877, a quella Daneo-Credaro in et�
giolittiana, fino a giungere alla riforma Gentile del 1923.
Le leggi, per�, da sole non
bastano se non si combinano con l�azione dell�uomo. Cos� alla Legge Casati, che
dava inizio all�ordine Classico, va aggiunta la lodevole iniziativa di
personaggi illuminati foggiani, quale quella dell�allora sindaco Scillitani, di
aprire a Foggia un Istituto che desse decoro e prestigio alla citt�.
Inizia cos� la gloriosa storia
del Liceo �Lanza�, grazie proprio a quel Lorenzo Scillitani che vuole dotare la
sua citt� di una scuola di �lite, attraverso la pionieristica esperienza
documentata dalle relazioni dei presidi di quegli anni: Michelangelo d�Atri,
prima, padre Ambrogio Marcangelo, poi.
Lo sforzo si gioca su due
piani: quello didattico, con la definizione dei programmi, e quello logistico,
relativo alla scelta di una sede adeguata non solo a ospitare le aule, ma anche
i locali del Convitto che deve accogliere i giovani provenienti da tutta la
provincia, compreso il nostro Gargano, come attesta l�elenco dei convittori a
partire da quello del 1872, tra cui appaiono i nomi di Arcaroli Michele di
Domenico e quelli di Ferdinando e Tommaso Della Bella di Ambrogio da Vico del
Gargano. Per limitarci solo ad alcuni nomi, perch� il Liceo foggiano con il suo
convitto ha rappresentato sempre un punto di riferimento per tutta la provincia,
assieme al �Bonghi� di Lucera.
Le aspettative dei promotori
vennero ben presto soddisfatte se Palazzo San Gaetano, che aveva inizialmente
ospitato il Liceo, diverr� angusto, s� da richiedere una sede pi� adeguata.
Un�esigenza, questa di una pi� adeguata sistemazione, che si ripeter� nel tempo,
a testimonianza di una continua crescita, e che trover� sempre sensibile
l�Amministrazione foggiana, tanto che negli anni Trenta questa affider� la
realizzazione di un progetto al pi� grande architetto del tempo, Marcello
Piacentini. D�altra parte, col trascorrere degli anni, la storia del Liceo
�Lanza� si lega sempre pi� alla storia della citt�.
Il clima culturale, civile e
politico dell�epoca fascista trasformer�, poi, anche il �Lanza� in una �fabbrica
del consenso� giungendo ad una commistione tra istituzione scolastica e
strutture paramilitari che, sancita dalla �Carta della scuola� del Bottai nel
1939, finir� per permeare ogni aspetto della societ� secondo la logica
totalitaria. L�Onb (Organizzazione nazionale balilla), la Gil (Giovent� italiana
del littorio), la Guf (Giovent� universitaria fascista) sono organizzazioni alle
quali neppure i giovani foggiani possono sottrarsi e attraverso le quali il
regime fa sentire il suo enorme peso fin da giovane et�, s� da condizionare la
vita dei cittadini tutti, compresi gli stessi intellettuali e uomini di cultura.
Il messaggio educativo passa necessariamente attraverso la mediazione
dell�ideologia fascista, affiancando allo studio curriculare quello del Primo
e del Secondo libro del fascista, pubblicati nel 1941 dal PNF, con la loro
�struttura catechistica, a domanda e risposta�.
� il periodo anche per il
�Lanza� dei �presididuce�, come li definisce l�Autrice, e di esperienze come
quella subita da Oronzo Marangelli, emblematica della sorte che toccava a chi
rifiutava la logica pseudopedagogica rispondente al motto �libro e moschetto�.
Marangelli fu subito trasferito da Foggia a Benevento, �restituito� al grado
inferiore e costretto a ripetere il concorso per poter ritornare in Puglia a
Conversano, sua citt� di provenienza.
Ad essere censurati, per�, ci
sono anche altri illustri docenti del �Lanza�: Michele Melillo, Gerardo de Caro,
Vittorio de Miro d�Ajeta, in ambito foggiano; e Dante Severgnini, docente di
filosofia, proveniente dalla Lombardia, la cui figura di uomo e di studioso
rivive nel libro attraverso la testimonianza di una sorella, ormai novantenne.
Sono gli anni in cui a Foggia e
nel suo Liceo da una parte si vive la pesante atmosfera di un apparato sempre
pi� invadente, che chiede di manifestare per la guerra d�Etiopia, che introduce
i Fasci littori nelle aule, le cartine geografiche delle colonie italiane, gli
altoparlanti per diffondere le trasmissioni dell�Eiar e soprattutto la voce del
regime; dall�altra si avverte sempre pi� serpeggiare il malcontento, in cui
trova spazio il messaggio del Partito Liberal Socialista di Tommaso Fiore, che
aveva a Foggia quali rappresentanti Francesco Perna, Alessandro Santoro, Arnaldo
D�Oria e Antonio Vivoli, docenti del �Lanza�, che si ritrovavano presso la
Libreria Pilone.
Il clima culturale di quel
tempo si avverte pesantemente anche in altri settori, basti leggere le note del
preside Modugno o ancor pi� quelle del preside Marchese che sfiora la misoginia
per le osservazioni discriminanti nei confronti delle donne, che si voleva
relegare all�esclusivo ambito domestico, con argomentazioni che, a distanza di
tempo, fanno soltanto inorridire e rendono ancor pi� coraggiosa e meritoria
l�opera delle tante docenti che si sono avvicendate nell�insegnamento al Liceo
�Lanza�.
A questa difficile realt�
culminata nei tragici bombardamenti del 1943, di cui rimase vittima anche il
preside del �Lanza�, Matteo Luigi Guerrieri, segue la svolta democratica
nell�anno scolastico 1945/46 e l�inizio di un nuovo corso per una scuola
d�eccellenza, basti scorrere le testimonianze di protagonisti della nostra
recente storia che portano alto il nome del �Lanza� nella societ�: da Gustavo De
Meo, a Mario Sarcinelli, a Antonio Pellegrino, a Renzo Arbore, per citarne solo
alcuni.
Il libro che si avvale di un
ricco apparato iconografico, foto d�epoca recuperate dall�Autrice, contiene
anche una biografia di Vincenzo Lanza, curata da Nazario Barone.
L�opera si presenta davvero
come un ricco repertorio di informazioni tra passato e presente, grazie alla
capacit� della Rauzino di disporre le molteplici tessere in modo armonico ed
esemplare e di riuscire, attraverso il suo racconto, a parlare al cuore e
all�intelletto.
(La recensione di Pietro
Saggese � stata pubblicata dal mensile Il Gargano nuovo, N. 4, Aprile 2005,
pag. 3)
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